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Esclusiva

Policano: “Belotti meriterebbe un po’ di più. Il suo rinnovo dipende da Cairo”

Esclusiva / Le parole di un grande veterano della squadra granata sul momento del Torino e sulla questione rinnovo del capitano

Andrea Calderoni

Classe 1964, Roberto Policano è uno dei totem della storia del Torino. Passato in granata dopo un paio di stagioni alla Roma (prossima avversaria dei granata domenica 18 aprile), ha scritto pagine indelebili del romanzo granata, raggiungendo con Emiliano Mondonico in panchina la finale di Coppa Uefa nella stagione 1991/1992. Quelle favolose annate sotto la Mole gli sono valse un appellativo che ancora oggi risuona nelle menti dei tifosi, ovvero quello di “Rambo”.

Buongiorno Roberto, come è cambiato il Torino con l’arrivo di Davide Nicola?

“Nel Torino dell’ultimo periodo si vede una cosa: è una squadra nella quale tutti lottano per uno stesso obiettivo. Il gruppo è coeso e vuole sicuramente riscattarsi. I giocatori e lo staff tecnico vogliono raggiungere la salvezza il prima possibile”.

Dal punto di vista tattico ha visto dei miglioramenti?

“Sì, il Torino ha trovato senza dubbio più equilibrio. Si stanno verificando molte meno disattenzioni difensive rispetto ai primi mesi della stagione. Il Toro di oggi non regala più con estrema facilità occasioni agli avversari, perché è una squadra compatta e unita che sta facendo quello che deve fare una formazione per salvarsi. È molto pratica e i risultati stanno arrivando”.

Leader difensivo tra i granata è Gleison Bremer. Si aspettava una crescita così evidente del brasiliano?

“È un giocatore che dà l’idea della compattezza e della fisicità. È molto forte ed è un difensore difficile da superare, come ha testimoniato in più occasioni nelle ultime stagioni. Comunque, si poteva immaginare una sua crescita prestazionale”.

 UDINE, ITALY - APRIL 10: Rodrigo De Paul of Udinese Calcio is challenged by Gleison Bremer of Torino FC during the Serie A match between Udinese Calcio and Torino FC at Dacia Arena on April 10, 2021 in Udine, Italy. Sporting stadiums around Italy remain under strict restrictions due to the Coronavirus Pandemic as Government social distancing laws prohibit fans inside venues resulting in games being played behind closed doors. (Photo by Alessandro Sabattini/Getty Images)

A gennaio due volti nuovi, fortemente voluti da Nicola: Rolando Mandragora e Antonio Sanabria. Partiamo dall’ex Udinese. Cosa pensa del suo impatto a Torino?

“Conosco molto bene Rolando. È un giocatore che sotto il piano dell’impegno non si può mai rimproverare. Ultimamente si sta inserendo parecchio anche nelle azioni da gol. Sta crescendo la sua attitudine sotto il profilo realizzativo. È un giocatore estremamente equilibrato e questo è un aspetto fondamentale in questo determinato momento della stagione granata”.

“È un attaccante che ti può dare quel estro in più in avanti. Si sposa bene la qualità di Sanabria con la potenza di Belotti. Formano una coppia che si completa molto bene”.

A proposito di Andrea Belotti: che cosa significherebbe per lui e per la piazza granata il suo rinnovo di contratto?

“Belotti è già un simbolo di questa squadra e di questa società. È un punto fisso della Nazionale e anche per questo deve essere un orgoglio per il Toro. Ha sempre dimostrato, anche quando non fa gol, di dare il massimo in campo. Le sue prestazioni danno sempre un grande apporto alla squadra. È un lottatore che ha saputo segnare in tutti i modi. Ha realizzato gol grazie alla sua forza, ma ne ha siglati alcuni anche meravigliosamente belli dal punto di vista balistico. Credo che il suo futuro al Torino sia vincolato alle prospettive future della squadra. Le garanzie di Cairo circa il futuro saranno una variabile decisiva sulla questione rinnovo. È chiaro che considerato il valore attuale di Belotti e quello del Torino mi sento di dire che il giocatore meriterebbe un po’ di più. Spetterà, però, a Belotti l’ultima decisione e vedremo se prevarrà il cuore o qualcos’altro”.

In caso di salvezza sarebbe giusto confermare Nicola?

“Io credo di sì. Se lo sta meritando. È un allenatore che ha dimostrato di essere molto pratico. Fa del gruppo e della coesione di tutti gli interpreti le sue armi principali. Anche questo serve in Serie A e forse alcune volte serve di più rispetto a dare un bel gioco, perché nel calcio la concretezza è fondamentale”.

Facciamo un passo indietro: perché il matrimonio tra Marco Giampaolo e il Torino non è funzionato?

“Giampaolo ha bisogno di lavorare. Nell’immediato, però, servono allenatori più simili a Nicola. Sotto l’aspetto del gioco Giampaolo non ha avuto tempo e i risultati gli hanno voltato le spalle. Penso che Giampaolo meritasse di allenare il Torino, ma è andata male”.

Non aveva nemmeno una rosa completa tra le mani.

“Sì, aveva una rosa competitiva, formata da buoni giocatori, ma non adatti alla sua idea di calcio”.