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interviste
di Roberto Maccario - Dopo l’ottima esperienza alla guida della Primavera granata per Antonino Asta...
"di Roberto Maccario - Dopo l’ottima esperienza alla guida della Primavera granata per Antonino Asta è giunto il momento di cimentarsi con il mondo dei “grandi”. Noi di TN lo abbiamo intervistato per parlare del suo Monza, del Toro che sta nascendo, dei suoi ex giocatori e di tante altre cose.
Buongiorno Mister: innanzitutto come sta e come vive la sua nuova avventura.Dopo sette anni nel settore giovanile granata, di cui tre alla guida della Primavera, avevo voglia di confrontarmi con il mondo del calcio professionistico. E’ la mia prima esperienza di questo tipo e garantisco che, come sempre, metterò tutta la mia passione e la mia competenza per fare bene; Monza è una piazza storica, reduce però da due stagioni deludenti culminate con la retrocessione in Seconda Divisione dello scorso anno: il mio obiettivo è quello di ridare entusiasmo a tutto l’ambiente e di riportare la squadra dove merita…più o meno come il Toro…
Già, il Toro: un commento sulla squadra che sta nascendo.Sono molto fiducioso perché si è tenuta l’ossatura vincente dello scorso anno con alcuni acquisti mirati e soprattutto, cosa importantissima e da sottolineare, voluti da Giampiero Ventura, come Gillet, Gazzi e Brighi. Ci sono diversi elementi di qualità ed un sistema di gioco già collaudato; non sempre serve comprare solo per il gusto di farlo…
Una squadra senza grandi nomi, neo promossa, con un Mister confermatissimo e un grande gruppo desideroso di stupire: vede qualche analogia con il Toro 2001/2002 targato Asta e Camolese? Quella squadra fece un ottimo campionato…Qualche somiglianza effettivamente c’è: quello era uno spogliatoio fatto di ragazzi dai grandi valori umani e caratteriali, non solo tecnici e, anche se non conosco le dinamiche del gruppo, anche questa rosa mi sembra avere caratteristiche simili, con una grande unità di intenti da parte di tutti. Restando uniti si possono superare tutte le difficoltà e si può fare un campionato importante. Noi addirittura, dall’anno precedente, cambiammo ancora meno: arrivarono solo Osmanovskyi e Benoit Cauet a stagione iniziata.
Come vede la questione esterno destro? Verdi è un giocatore che lei conosce bene avendolo allenato in Primavera lo scorso anno, mentre Sansone sta giocando in un ruolo non suo.Di esterni destri me ne intendo perché era il mio ruolo e posso dirti che Verdi, nel 4-2-4, lo vedo bene; credo invece che Sansone farà un po’ più di fatica ad adattarsi ma nel calcio moderno bisogna essere molto disponibili, soprattutto a certi livelli. In ogni caso per lui non è una situazione così strana, non gli si chiede di fare il mediano ma solo un po’ più di copertura e di sacrificio senza palla; in fondo seconda punta e esterno sono simili in un modulo come quello di Giampiero, dove gli attaccanti sono i primi difensori.
Un commento su Diop e Barbosa.Diop è un giocatore che ho voluto con tutte le forze nella mia squadra: ho lottato per averlo anche se in molti non ci credevano; ho fatto la guerra per lui e vederlo ora in prima squadra mi fa enormemente piacere. E’ un ’93, è molto giovane e sicuramente deve maturare ma diventerà sicuramente un giocatore importante, anche perché in Italia è a mio avviso il migliore della sua annata; non ha soltanto doti fisiche ma anche personalità, carattere e voglia di arrivare. Da Barbosa invece sono sorpreso: è un ’94 dal fisico ancora molto esile ma ha dimostrato di saperci fare anche come terzino sinistro, mentre con me giocava sempre dietro le punte perché mi garantiva goal e assist.
Dunque tutte le polemiche degli ultimi anni sul settore giovanile granata si sono rivelate ingenerose.Assolutamente: spesso ci si dimentica in fretta del lavoro fatto ma voglio ricordare che oggi nella rosa della prima squadra ci sono anche Ogbonna e i fratelli Gomis, tutti provenienti dal vivaio. I giovani sono una risorsa importante, certo è che vanno inseriti in maniera graduale, ma in questo Ventura non ha nulla da imparare.
Infine i momenti più belli vissuti nel Toro: da giocatore e da allenatore.Troppo facile: da giocatore dico la Nazionale conquistata da capitano del Toro e grazie al Toro oltre, ovviamente, al derby del tre pari; da allenatore invece scelgo l’ultima vittoria per uno a zero a Vinovo in casa della Juve, che ci ha consentito di battere i cugini dopo tanto tempo e di accedere quasi direttamente alla final eight.
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