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Raffaele Sergio (foto lestradedelpallone)
Raffaele Sergio, con le sue sgroppate sulla corsia sinistra, conosce molto bene il binomio Torino e Coppa Italia. Ha fatto parte della squadra che ha alzato al cielo il trofeo nell’ormai lontano 1992/1993. A distanza di pochi giorni dalla cocente eliminazione di Firenze e a pochi giorni dalla sfida con l’Udinese, squadra nella quale Sergio ha militato dal 1995 al 1997, Toro News si affida in esclusiva all’ex terzino per analizzare il momento granata.
Buongiorno Raffaele. Si aspettava qualcosa in più dal Torino di Coppa Italia?
“A Firenze non è mai facile giocare. Peccato per l’eliminazione: la gara era stata condotta bene nel primo tempo dal Torino. I granata sono comunque vivi e stanno svolgendo un campionato abbastanza positivo. È vero che ci si aspetta sempre qualcosa in più, ma dopo tutte le vicissitudini successe in estate va anche bene così”.
Può lasciare strascichi l’eliminazione di Firenze?
“Si tratta certamente di un peccato perché era una grande opportunità per poter ambire a un titolo. Le grandi squadre si stanno autoescludendo dalla fase finale. Dispiace perché il Torino aveva l’opportunità per avanzare. Credo, però, che Juric possa far andare oltre l’eliminazione la sua squadra”.
Concorda con Juric quando dice che il Torino esce un po’ indebolito dal mercato invernale?
“Sì, concordo perché ci vuole un po’ di tempo per l’inserimento dei nuovi. In questo momento il Torino ha perso qualcosa, ma tra un mesetto grazie al lavoro di Juric si salirà di livello. Sul fronte mercato devo confessare che la scorsa estate ero molto preoccupato, però ora sono fiducioso in Vagnati e nel suo lavoro perché ho visto che sono sempre arrivati giocatori di buon livello sotto la Mole. La politica granata è prima vendere e poi acquistare e credo che il lavoro del Torino, in una fase critica per il calcio italiano, sia buono”.
Può il Torino ambire all’Europa tramite il campionato?
“Per me è un po’ prematuro. Penso che ci voglia più tempo. In realtà, le circostanze dicono che il Torino ci può provare. La cosa più importante è la crescita del Torino. Dovrà tenere i ritmi alti nel prosieguo del torneo per sfruttare una situazione di classifica modificata dalla penalizzazione della Juventus”.
Cosa si aspetta domenica dal match contro l’Udinese?
“Si tratta di un match alquanto complicato. L’Udinese gioca un ottimo calcio e ha ottime qualità. I bianconeri hanno un equilibrio tecnico. Sarà una partita difficile. Essendo un doppio ex, spero in un pareggio ma vedo leggermente favorito il Torino”.
Cosa hanno rappresentato le sue due stagioni in granata?
“Furono due annate straordinarie. Trovai campioni di spessore, un grande direttore, un ambiente alquanto professionale e un allenatore indimenticabile. Mondonico era un pratico e funzionava molto. A Torino trovai anche la fortuna di vincere qualcosa. Negli ultimi decenni il Torino ha vinto pochissimo, quindi far parte di un Toro vincente è stato ancor più bello. Ancora oggi quando mi vedo con Venturin o Silenzi ricordiamo quei momenti straordinari. Peccato che quel ciclo si chiuse in modo brusco perché avremmo potuto toglierci grandissime soddisfazioni”.
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