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MILAN, ITALY - OCTOBER 16: Massimo Rastelli Head Coach of Cagliari Calcio looks during the Serie A match between FC Internazionale and Cagliari Calcio at Stadio Giuseppe Meazza on October 16, 2016 in Milan, Italy. (Photo by Pier Marco Tacca/Getty Images)
Massimo Rastelli conosce come pochi Nicola Murru dal punto di vista calcistico. È stato l’allenatore campano uno dei punti di riferimento della prima parte della carriera tra i professionisti del nuovo laterale difensivo granata. Ha, infatti, allenato Murru ai tempi del Cagliari tra Serie B e Serie A, tra il 2015 e il 2017. In totale Rastelli ha dato a Murru 58 possibilità di mettersi in mostra, lanciandolo poi sul palcoscenico dello stadio “Ferraris” di Genova con la maglia della Sampdoria.
Buongiorno mister, Murru è un nuovo giocatore granata. Vorremmo sapere qualcosa in più su di lui. Come potrebbe descrivercelo?
“Un ragazzo per bene, di poche parole ma sempre molto attento e concentrato. Si applica molto e ciò gli ha permesso di crescere parecchio negli ultimi anni. Con me era giovane ed era agli esordi da professionista. Alternava errori dettati dall’inesperienza a grandi prestazioni. Ho visto, invece, a Genova, anche grazie all’ottimo lavoro di Giampaolo, un significativo miglioramento. Lo vedo più tranquillo e più convinto oggi rispetto a ieri. Indossare la maglia del Cagliari per lui cagliaritano doc poteva rappresentare un peso. Andando via dalla Sardegna, probabilmente si è tolto un po’ di ansia ed è riuscito ad esprimere il meglio di sé. Il Torino, a mio giudizio, ha fatto un ottimo acquisto”.
Più bravo a difendere o ad attaccare?
“È bravo in entrambe le fasi. È un ottimo difensore perché conosce i principi della linea difensiva. Tuttavia, ha una buona propensione offensiva ed è dotato di un piede delicato in grado di effettuare cross interessanti”.
Allargando gli orizzonti, parliamo del Torino. Come giudica la scelta di Marco Giampaolo?
“Il Torino ha investito su uno degli allenatori più bravi e più preparati del panorama calcistico italiano. È un tecnico bravo e preparato, ma ha bisogno del giusto tempo per far assimilare i suoi principi di gioco, che sono un po’ particolari”.
Cosa apprezza di più delle idee calcistiche di Giampaolo?
“Mi piace che predichi un calcio propositivo. Ama tenere la linea alta e aggredire alti gli avversari. Riesce ad inculcare questo tipo di mentalità ai suoi ragazzi, ma ovviamente non è un processo rapido. Le difficoltà iniziali sicuramente ci saranno, perché fanno parte di un modo di interpretare il calcio diverso. Il Torino non attenderà più l’avversario, ma proverà ad aggredirlo”.
Passando a lei, dopo l’esperienza in Serie B alla Cremonese, ora è fermo senza squadra. Dispiaciuto?
“Ho allenato per undici anni consecutivi, poi dall’esonero di Cagliari a Cremona ho vissuto due o tre anni meno positivi. Tuttavia, ciò non scalfisce la convinzione di trovare il progetto giusto. Conosco il mondo del calcio e non mi demoralizzo”.
Un’ultima domanda. A Cremona ha incontrato per un breve periodo un ex Torino come Vittorio Parigini, classe 1996, che è stato venduto al Genoa lo scorso gennaio. Sotto la Mole non è mai sbocciato e si è anche lasciato in malo modo con l’ambiente granata. Che giocatore aveva trovato a Cremona?
“Con me si è comportato benissimo. Si è applicato per ritrovare una condizione decente dopo tanti mesi senza partite. Se è in forma, Vittorio può fare la differenza: ha velocità e sa saltare l’uomo. Purtroppo per lui, però, è stato spesso infortunato negli ultimi anni. Mi auspico che possa raggiungere la definitiva maturità fisica e caratteriale per dimostrare tutto il suo valore”.
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