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interviste
di Valentino Della Casa
Tra i tanti Direttori Sportivi che sono passati all’ombra della Mole c’è anche Doriano Tosi, uomo da sempre distintosi per la pacatezza dei toni, mai una...
"di Valentino Della CasaTra i tanti Direttori Sportivi che sono passati all’ombra della Mole c’è anche Doriano Tosi, uomo da sempre distintosi per la pacatezza dei toni, mai una parola fuori posto quando anche, forse, qualcosa da dire c’era. Su di lui il presidente Cairo decise di puntare quando il Toro era appena salito in Serie A, dopo quella fantastica cavalcata promozione del 2006 guidata dall’allora mister Gianni De Biasi. La sua esperienza in granata durò solo un anno, ma riuscì comunque a lasciare il segno, acquistando ad esempio un ottimo giovane quale Dominique Malonga.Direttore, dopo Torino e Modena, ora la chiamata della Champions’. Che effetto fa essere DS della Sampdoria?Credo che arrivare alla Samp sia per me un ottimo traguardo. Quella blucerchiata è una società seria, che porta avanti un discorso quasi decennale e che sicuramente ha intenzione di confermarsi a questi altissimi livelli. Non posso che essere felice.Anche quando arrivò al Toro sentì che fosse arrivata la “grande chiamata”?Assolutamente sì. Torino è una grandissima piazza, molto calda e passionale. Impossibile non rimanerci legato. Quando arrivai, dovemmo subito impostare un certo tipo di mercato: confermare praticamente nella sua interezza quel grandissimo gruppo che aveva raggiunto la A, e allo stesso tempo inserire qualche giocatore esperto della categoria che potesse dare una mano a quel collettivo, che, ripeto, era solo da onorare e da elogiare per il miracolo compiuto. Un discorso completamente diverso da quello che è imbastito oggi, con Petrachi. Noi praticamente non potevamo che fare così, anche se qualche giovane l’avevamo preso, ma come primo anno in A, soprattutto con quelle premesse di cui sopra, non si poteva fare altrimenti.Diceva del Toro di Petrachi.Sì, un Torino completamente diverso dal mio. Petrachi mi sembra che stia cercando di impostare un progetto legato ai giocatori di categoria, piuttosto che quelli di nome. E mi sembra una mossa azzeccata, anche se non mi permetto di giudicare il lavoro di altri, soprattutto perché nel calcio per capire davvero come è un ambiente, devi viverci completamente dentro. Detto questo capisco benissimo come il suo lavoro non sia facile, anche perché Torino è una piazza molto difficile, ma ha tutte le basi per fare bene e per impostare un progetto che guardi al futuro, vista la base giovane su cui lavorare.Base giovane che potrebbe per caso essere alimentata anche da qualche ragazzo della Sampdoria?Di questo non parlo. Per ora noi siamo completamente concentrati sulle nostre comproprietà da risolvere, che sono tantissime e che potrebbero già di loro risolverci ogni problema di squadra. Ad ogni modo, se per caso Petrachi volesse un nostro giovane, ci siederemmo senza alcun problema ad un tavolo per parlarne serenamente. Posso capire che i nostri ragazzi siano appetibili, visti i grandi risultati del settore giovanile della Samp.E chissà, Direttore, che nel 2012 non ci sia un Torino-Sampdoria.Me lo auguro davvero. Anzi, già me lo auguravo quest’anno. Con il Torino ho avuto un rapporto stupendo e a questa piazza ero davvero rimasto legato. Personalmente, mi è dispiaciuto che i granata non siano riusciti a centrare la promozione.Speriamo nel prossimo anno. Grazie, Direttore. Arrivederci e buon lavoro.Grazie a voi. Un saluto a tutti.
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