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Simone Rosso, come sta andando la prima esperienza da professionista, in una realtà importante come Brescia?
"Molto bene, sia a livello personale che a livello di squadra. Ho messo a segno sin qui 14 presenze di cui 4 da titolare, in un gruppo pieno di buoni giocatori, molti giovani come me. E la squadra sta andando bene: al momento siamo ottavi, l'obiettivo è mettere a frutto tutte le nostre potenzialità per centrare i play-off promozione. Col gruppo mi sono trovato molto bene, sia con i ragazzi più giovani che con gli elementi più esperti come ad esempio uno come Caracciolo, sempre umile e pronto a dare una mano. E poi sono alquanto vicino a casa, il che non è mai da sottovalutare. Per essere la prima annata da "pro", difficilmente potevo chiedere di meglio..."
Ultimamente hai avuto problemi fisici, sono stati risolti?
"Sì, l'unico problemino è stata la tendinopatia al ginocchio che mi ha fermato per circa un mese, ma ora ho risolto il problema e sono a disposizione di mister Boscaglia".
Come descriveresti il tuo attuale allenatore, Boscaglia?
"E' uno molto attento anche ai minimi particolari, sa che nel calcio sono i dettagli a fare la differenza. Ed è molto propenso a dare fiducia ai giovani. Utilizza un 4-4-2 che diventa in fase offensiva un 4-2-3-1 e mi impiega da esterno sinistro, lo stesso ruolo che ricoprivo nella Primavera del Torino, il che ovviamente è un vantaggio".
A Torino spesso si osserva che pochissimi giovani, negli ultimi anni, sono stati lanciati in Prima Squadra. Non sono tanti quelli che riescono a fare velocemente il salto dalla Primavera al professionismo alle Prime Squadre, in molte realtà ma in particolare al Torino. Come mai, secondo te?
"Bisogna dire che dalla Primavera alla Prima Squadra c'è un abisso tecnico ma soprattutto mentale ed emotivo. Si gioca un calcio molto diverso, a ritmi parecchio alti. Soprattutto, è diverso il modo in cui ti approcci alle partite. Se finchè sei nel Settore Giovanile pensi a migliorare e a giocare bene, nelle Prime Squadre sono richiesti i risultati in modo più insistente. Soprattutto se giochi in posti come Brescia, una piazza importante che ha sempre fatto la Serie A e che vuole risultati all'altezza. In questo senso, le pressioni sono ben diverse e non tutti riescono ad abituarsi in fretta. E' vero che anche in Primavera ho giocato match molto importanti, come due Final Eight, dove contava il risultato. Ma una volta in Prima Squadra hai alle spalle un'intera tifoseria che vuole soddisfazioni. Questa secondo me è la differenza più importante".
Tra l'altro il professionismo lo avevi già assaggiato sul finire della scorsa stagione, quando hai messo a segno due presenze in Serie A con mister Ventura. Che ricordi hai di quel periodo?
"Bellissimi ricordi, che rimarranno sempre impressi nella mente. Sono entrato a gara in corso a San Siro contro il Milan e in casa col Cesena. Ventura è un maestro di calcio, lo si capisce quando si ha la possibilità di lavorare con lui. Ha una grandissima esperienza e un bel modo di spiegare il suo credo".
E tu, che impressioni credi di aver destato in Ventura?
"Penso e spero di essere stimato, altrimenti non mi avrebbe fatto esordire. Proprio perchè sono uno dei pochissimi giovani della Primavera che con lui hanno avuto la chance di esordire in Serie A, non posso che dirgli grazie".
Segui sempre il Torino?
"Certamente sì..."
Ti sei fatto un'idea dei motivi di questa annata deludente?
"Non so, è difficile e ingiusto sbilanciarsi non vivendo lo spogliatoio tutti i giorni. E' vero che questa annata non sta andando bene, ma non bisogna dimenticare che il Toro viene da due ottime stagioni, e un calo ci può stare. Non tutti gli anni si può rendere al meglio. Certo, dispiace perchè Torino e il Torino meritano grandi soddisfazioni. Chissà, forse ha influito anche l'inizio di campionato che forse è stato fin troppo positivo e ha illuso molti".
A Torino si è scritto, letto e sentito che Moreno Longo potrebbe essere il nome giusto per la panchina granata del futuro. A prescindere da questo, pensi che il tuo ex allenatore sia pronto per il professionismo?
"Assolutamente sì. I risultati che ha fatto parlano per lui. Nelle ultime stagioni ha vinto molto: finale persa ai rigori, poi uno Scudetto che abbiamo vinto in modo strameritato e una Supercoppa. E anche nell'attuale campionato la Primavera granata resterà competitiva sino alla fine nonostante qualche episodio sfortunato come il doppio infortunio ai due centravanti titolari, Martino e Debeljuh. Penso che Longo sia un tecnico speciale, un grande motivatore che sa ottenere tutto il possibile dal gruppo a disposizione".
Secondo te, che sei cresciuto nel Torino sin dalla Scuola Calcio, girando per tanti campi sia per allenamenti che per partite, quanto è importante il fatto che il vivaio granata avrà presto a disposizione il "Robaldo", un impianto sportivo dove concentrare tutta l'attività del Settore Giovanile?
"Penso che sia un vantaggio da molti punti di vista. Innanzitutto è molto più comodo per le famiglie, poi penso che sia un fattore di grande motivazione per i ragazzi più giovani: infatti, i gruppi delle varie annate si alleneranno a stretto contatto, questo spingerà i ragazzi a volersi mettere in evidenza per convincere i mister delle squadre superiori a portarli con sè. Inoltre, un centro sportivo unico aumenta nei ragazzi il senso di appartenenza a una singola grande famiglia come il Torino, cosa che succede in misura molto inferiore se tutte le squadre sono sparse ai quattro angoli della città. In questo modo, i ragazzi crescono con un altro attaccamento alla maglia".
Per quanto riguarda il tuo futuro? Hai ancora due anni di contratto col Torino...
"Sicuramente è ancora presto per parlarne, anche se siamo già ad aprile. Per adesso sono concentrato sul Brescia e sul finale di stagione. Poi arriverà presto il momento in cui dovrò confrontarmi con il mio agente, Guglielmo Gabetto, e con il Torino".
Come si comporta il club con i suoi giovani in prestito? Hai l'impressione di essere seguito?
"Direi proprio di sì, da Torino si tengono sempre aggiornati sulle mie condizioni, sia con messaggi che con chiamate sia con me che con il mio procuratore. Nel frattempo, però, io devo restare concentrato sul calcio giocato. Anche se fra poco verrà il momento di fare una scelta..."
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