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Matteo Rubin ha collezionato con il Torino una settantina di presenze agli albori della carriera. Ha giocato in Serie A e in Serie B con la maglia granata in stagioni non particolarmente fortunate. Il laterale difensivo è ancora oggi in attività. Il prossimo 9 luglio spegnerà le 35 candeline e ha appena terminato il campionato di Serie C con la Vis Pesaro. Nell’annata 2020/2021 aveva invece colto la promozione in B con l’Alessandria di Moreno Longo, già ripiombata nella terza serie. Avendo anche vestito in passato per sei mesi la casacca dell’Hellas Verona, Rubin è a tutti gli effetti un doppio ex della sfida del “Bentegodi” tra i gialloblù di Igor Tudor e i granata di Ivan Juric e ci introduce alla sfida in esclusiva su Toro News.
Buongiorno Matteo, prima di tutto come sta? Ha ancora voglia di correre e darsi da fare sulle corsie laterali del campo?
“Sì, ancora tanta voglia perché mi sento bene fisicamente. Anche quest’anno mi sono ritagliato un posto in una squadra giovane. Mi sono divertito e voglio continuare fino a quando il fisico me lo permette”.
I suoi ricordi dei trascorsi al Torino dal 2007 al 2010?
“Sono anni che ricordo con estremo piacere e orgoglio. Aver fatto parte del Torino ti riempie proprio di orgoglio. Se devo essere sincero, c’è il rammarico di essere andato via quando invece sarei dovuto rimanere. Ho fatto una scelta sbagliata, che oggi non rifarei più. Ero giovane e non avevo percepito nel migliore dei modi alcune dinamiche. Dovevo rimanere un altro anno in Serie B con Ventura, vincere il campionato e poi sarebbe stata un’altra storia”.
Meno fortunati i sei mesi all’Hellas nel 2013.
“Sì, sono stati sei mesi particolari. Il mister non mi vedeva e non sono mai sceso in campo. Calcisticamente è stata una parentesi negativa. Sono però queste parentesi a farti crescere e a farti ragionare su tante cose. Ho capito lì che se fossi rimasto al Torino, la mia carriera sarebbe stata diversa”.
Cosa si attende da Hellas e Torino nel prossimo turno di Serie A?
“Il Verona con Tudor ha fatto molto bene. Il Torino dopo vari anni di sofferenza ha trovato il tecnico giusto e sta giocando anche bene. Ha un’identità. Sono contento che il Torino abbia trovato l’equilibrio. Non era scontato e non era mai stato ritrovato dopo la partenza di Petrachi”.
Dove può migliorare il Torino?
“Sicuramente quest’anno sono mancati i gol di Belotti per diverse vicissitudini. In difesa e a centrocampo ha fatto molto bene. Sulle corsie mi è piaciuto Singo, mentre dall’altra parte si è dovuto adattare Vojvoda e non si è comportato male. Juric ha valorizzato ragazzi che non si erano espressi su alti livelli negli anni passati. Qualcosa in più si può fare davanti”.
Serve più qualità?
“Sì, però ci sono elementi tecnici. Uno come Ricci è un vero regista. Se si vuole ambire a qualcosa in più, servono alcuni innesti mirati che verranno segnalati da Juric”.
Promuove la stagione di Wilfried Singo e Mergim Vojvoda?
“Sì, sono entrambi sufficienti. Quello che mi chiedo è se non è un problema alla lunga adattare un destro a sinistra. Si potrebbe pensare a un innesto sulla corsia di sinistra. Gli esterni sono un valore aggiunto per Juric. Singo ha tutte le qualità per diventare un giocatore di livello. E poi devo dire che Rodriguez si è riadattato bene nella difesa a tre”.
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