Arrivato a Torino nell'estate del 2013, Gianluca Sansone ha avuto qualche difficoltà in granata tanto che dopo soli 6 mesi terminò la sua esperienza all'ombra della Mole. Il Toro lo acquistò dopo una splendida annata vissuta con la maglia del Sassuolo da 20 gol e 9 assist in 42 partite. Oggi Sansone, a 34 anni, gioca in Serie D nel Casarano e, da doppio ex dell'incontro, ci presenta la partita di venerdì sera che vedrà i ragazzi di Juric impegnati in casa dei neroverdi di Dionisi.
Esclusiva
Sansone a TN: “Toro, che abbondanza sulla trequarti. E non si trascuri Verdi”
Avendo giocato sia nel Sassuolo che nel Torino, Sansone ha fornito alcuni spunti sul match di venerdì sera in esclusiva ai microfoni di TN
Buongiorno Gianluca, Torino e Sassuolo arrivano da due risultati opposti, come giudica lo stato di forma delle due squadre dopo la sosta?
"Il Torino ha avuto un'inizio con qualche difficoltà ma mi auguro che dopo questa vittoria con la Salernitana ci sia più serenità in tutto l'ambiente, con l'idea di un futuro migliore. Per quanto riguarda il Sassuolo anche nell'ultima partita persa a Roma ha disputato un'ottima prestazione. Sarà quindi una sfida tra due squadre che tutto sommato stanno bene nonostante arrivino da due situazioni diverse".
Secondo lei che ha vissuto l’ambiente, dopo una vittoria netta come quella contro la Salernitana il Toro saprà confermarsi?
"Non credo che ci sia già tranquillità, ci vorrà ben altro per raggiungerla, deve arrivare una serie consecutiva di prestazioni e di risultati. Sicuramente questa vittoria dà una visione differente del futuro, come ho detto prima, avrà dato delle soluzioni e delle sicurezze importanti al gruppo e quindi ci sarà maggiore positività ma per essere proprio tranquilli ci vorranno delle prestazioni e dei risultati".
Sassuolo e Torino sono due squadre che hanno cambiato allenatore: crede che serva ancora tempo per capire le loro potenzialità?
"Sì. Ma stiamo parlando di due ambienti totalmente diversi, a Sassuolo c'è molta meno pressione rispetto a Torino. È una squadra impostata anche con dei giocatori giovani e di prospettiva perché con la partenza di Caputo viene data più responsabilità a Raspadori e Scamacca. Hanno due filosofie societarie completamente diverse, il Torino è più ambizioso e forse esigente".
Nella rosa del Torino sono presenti alcuni esterni adattati a fare i trequartisti come Pjaca, Brekalo e Verdi, lei che gioca in questa posizione cosa ne pensa? È un adattamento che può andare bene in campo?
"Secondo me Verdi è adatto per fare quel ruolo e non lo trascurerei. Alla fine i giocatori che stanno dietro la prima punta non sono statici che aspettano la palla tra i piedi, sono giocatori dinamici e capaci di attaccare lo spazio. Io poi penso che l'allenatore del Toro abbia l'intelligenza di capire il modulo adatto ai giocatori che ha. Juric ha questo modulo simile a Gasperini che passa da 3-4-2-1 a 3-4-3, però alla fine se li mette in quel ruolo è perché li vede adatti al suo modo di giocare. Sono tutti dei giocatori dinamici che si muovono molto".
Chi sono i giocatori del Sassuolo che il Torino dovrà temere di più?
"Vedendo il Sassuolo mi dà l'impressione di una squadra forte nell'organico, il gruppo è stata la forza degli ultimi anni. Comunque secondo me c'è Berardi che ormai è affermato e lo conosciamo tutti; poi sono curioso di vedere Raspadori adesso che avrà più spazio, ha dimostrato di avere i mezzi tecnici e fisici per poter far bene. Questi due sono giocatori della Nazionale non a caso".
Le sarebbe piaciuto restare qualche anno di più in una delle due squadre?
"Sono state due esperienze positive perchè anche nella negatività io vedo sempre cose positive. A Sassuolo è stato l'anno in cui mi sono espresso nel miglior modo possibile. A Torino è stato l'anno della Serie A e io sono arrivato lì con tanto entusiasmo, la cosa che mi è dispiaciuta di più è stata l'andar via ma con l'allenatore c'erano continui problemi. Io sono dovuto andar via perché penso che per stare in un ambiente ci devi stare bene. Io di certo non stavo male per la società o per la città, stavo male per una persona sola e quindi sono andato via anche se sarei rimasto volentieri perché è stata una squadra che mi ha dato tanto. Per fare bene il proprio lavoro ci vuole che tutte le componenti siano al posto giusto e se un allenatore continua a trattarti male arrivi ad un certo punto che non ce la fai". (in un'altra intervista del passato a TN, Gianluca Sansone fa capire meglio a cosa si riferisce: clicca qui per leggerla).
© RIPRODUZIONE RISERVATA