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Selvaggi a TN: “Per il Toro rinunciai al Napoli, ma poi arrivò Radice…”
Campione del Mondo 1982, Franco Selvaggi lungo la propria strada da calciatore ha trovato in Torino e Udinese le due tappe principali. Ma l’ex attaccante è stato anche per parecchi anni allenatore. E ha condotto, tra le altre squadre, il Crotone che all’epoca (era il 2002) era guidato in mezzo al campo da Ivan Juric, l’attuale tecnico granata. In esclusiva su Toro News Selvaggi ripercorre il proprio passato e ci introduce al match di lunedì tra Torino e Udinese.
Buongiorno Franco, lei conosce meglio di molti altri Ivan Juric...
“Sì, conosco benissimo Ivan Juric: l’ho allenato ai tempi del Crotone. È veramente in gamba, è uno degli allenatori più promettenti del panorama italiano. Non ho dubbi sul suo operato”.
Già ai tempi del suo Crotone si poteva intuire che sarebbe diventato un allenatore di un certo tipo?
“Sì, si notava già quando era un ragazzo che poteva diventare un allenatore valido. Era un centrocampista molto bravo. Era uno che leggeva le situazioni già da calciatore. Questo lo sta rendendo un grande allenatore. Stava in mezzo al campo e dava indicazioni ai compagni. Era veramente il mio braccio destro in campo. Si vedeva che già possedeva delle qualità”.
Si può dire che la personalità di Juric combacia con l’anima del Torino?
“Sì, combaciano alla grande. Juric è un combattente, non molla mai. È il classico allenatore da Toro. Lo dico a tutti, dai giornalisti ai tifosi: date tempo a Juric perché è l’uomo giusto per riportare il Toro in zone della classifica che gli competono”.
Da ex attaccante della Nazionale azzurra, nonché da Campione del mondo del 1982, ritiene che ci sia effettivamente un problema centravanti nella selezione di Roberto Mancini?
“Si è visto un problema centravanti. Belotti e Immobile, però, possono, e l’hanno dimostrato, essere gli attaccanti titolari della Nazionale azzurra. Ma il periodo di Belotti non è dei migliori, mentre Immobile non era nemmeno disponibile. Resto fiducioso per i play-off. Credo che con tutti i ragazzi a disposizione potremo dire la nostra, come abbiamo fatto agli Europei. Non abbattiamoci. L’Italia riesce sempre a tirare fuori il meglio nelle difficoltà”.
Come ha visto Belotti?
“Belotti va recuperato fisicamente. Ha patito un infortunio lungo e ha bisogno di tempo. È un centravanti che mi piace tantissimo. Deve riacquisire la giusta condizione sia fisica che mentale. Ma Belotti resta un grande attaccante”.
E lunedì dalle sue due ex squadre Torino e Udinese che si aspetta?
“Entrambe arriveranno animate da una gran voglia di vincere la partita. Sono due squadre in ripresa rispetto alla passata stagione. In entrambe le formazioni noto un miglioramento sostanziale rispetto all'anno scorso. Credo che sarà una bella partita”.
Torniamo al biennio 1982-1984: che ricordi ha della sua avventura al Toro?
“Credo di aver fatto due annate veramente buone. Mi ricordo i derby vinti. Eravamo sempre nelle prime posizioni della classifica. Nella seconda stagione in particolare eravamo al secondo e poi scendemmo nella graduatoria a causa delle ultime sette o otto partite. Con la Roma, ad esempio, sbagliammo un rigore e finimmo per perdere la gara. Le cose girarono un po’ male. Tra l’altro, io non potei giocare le ultime gare e sono ancora rammaricato di aver lasciato la squadra seconda a un punto e di averla ritrovata più in basso in classifica. Non voglio dire che ero indispensabile, ma si era creato un bell'assetto anche con me in campo. Ricordo soprattutto un derby vinto grazie a un mio gol e poi ricordo l’affetto della piazza granata. D’altronde chi veste la maglia del Toro non se la può scordare. Vestire quella casacca è un onore. Sono stato benissimo”.
E poi il passaggio dal Torino all’Udinese nell’estate del 1984.
“Non l’ho mai detto a nessuno. La dirigenza del Torino mi chiamò intorno a marzo e mi prolungò il contratto per ulteriori due anni. Accettai, rinunciando all’offerta del Napoli perchè sapevo che avrebbe preso Maradona. Poi, purtroppo cambiarono un po’ le cose con l’arrivo di Radice e finii all’Udinese in estate. Il calcio è strano in tal senso, le cose cambiano sempre velocemente. A inizio primavera ero l’unico confermato sicuramente, poi le carte furono rimescolate. Comunque, per il Toro avevo deciso anche di rinunciare ai parecchi denari del Napoli”.
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