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interviste
di Andrea Ferrini
Una vita alla Lazio, un anno a Torino e poi una carriera da allenatore in giro per lo stivale. Angelo Gregucci, intervistato in esclusiva da Toro News, ha avuto alle sue dipendenze due...
di Andrea Ferrini
Una vita alla Lazio, un anno a Torino e poi una carriera da allenatore in giro per lo stivale. Angelo Gregucci, intervistato in esclusiva da Toro News, ha avuto alle sue dipendenze due giocatori come Iori e Sgrigna. Proprio di loro abbiamo discusso con il mister, che ha ricordato con piacere il suo passato granata.
Buongiorno Gregucci, dopo la sfortuna esperienza con il Sassuolo è stato contattato da qualche altra squadra?“No, al momento non ho ricevuto alcuna chiamata, sto aspettando l’occasione giusta”Nella stagione 2002/2003, quando allenava il Legnano, ha avuto a sua disposizione un giovanissimo Manuel Iori. Ci parli di questo ragazzo.“Manuel è un ragazzo serio, coscienzioso e in gamba. È un piacere lavorare con un giocatore come lui, tanto che ho cercato più volte di riaverlo in squadra. Coniuga un'altissima qualità tecnica con un’ottima disponibilità professionale. Nella sua carriera ha dimostrato molto e credo che al Torino possa fare bene.”La maggiore stabilità, in quanto allenatore, l’ha trovata a Vicenza dove è rimasto per tre anni. In quel periodo ha avuto modo di conoscere Alessandro Sgrigna. Qual è il ruolo a lui più adatto?“Sfatiamo questo dogma, Alessandro nel reparto offensivo può ricoprire qualsiasi posizione: prima o seconda punta, esterno, è indifferente. Il ragazzo ha una qualità molto alta ed è uno dei pochi che in serie B ha i numeri per decidere la partita. E lo dice uno che è sempre stato ipercritico con lui. Uno dei suoi più grandi difetti è quello di giocare una prima parte di campionato alla grande per poi calare nel ritorno. Deve riuscire a dare più continuità al suo calcio per diventare un giocatore da 10 mesi e non solo da 5.”In panchina è arrivato Ventura, può essere il mister giusto per questa squadra?“Il Toro ha, secondo me, ottime possibilità per fare un buon campionato. Ventura è uno dei migliori allenatori in circolazione, compresi quelli di serie A, e sono in pochi a proporre un calcio bello come il suo.”Al Torino lei è stato un solo anno, nella stagione 1993/1994. Conserva qualche ricordo della piazza granata?“Come potrei dimenticarmelo? È stato l’ultimo anni del Fila in piedi. Potrebbe bastare solo questo. Venivo da una lunga esperienza alla Lazio dove in quel periodo si facevano molti affari con i granata. A Roma arrivarono giocatori come Fuser, Cravero i cosiddetti “Figli del Filadelfia”. E io mi chiedevo “Ma chi sono questi?”. Dopo ho capito molte cose.”Quindi è vero che il Filadelfia trasmetteva qualcosa in più?“Non sono un ipocrita e non vado a sbandierare un cuore granata come ho visto fare da molti altri. Però durante quell’anno a Torino ho appreso tantissimo. L’eredità del passato, il senso di appartenenza erano cose che sentivi e ti entravano dentro.”Quell’identità che col tempo e lontano dal Fila si rischia di perdere.“Esattamente. Perché quegli splendidi valori non vengano perduti servono i fatti. Certe cose si imparano solo se ti alleni vicino alla gomma dell’aereo, passando davanti alla foto del Grande Torino. Di questo passo quelle saranno storie che si leggeranno solo nei libri e non sarà la stessa cosa. Perdere quei valori sarebbe un peccato per tutto il movimento del calcio italiano.”Era anche il periodo d’oro del vivaio granata.“Ogni anno arrivavano in prima squadra 6 o 7 giovani che venivano lanciati nel professionismo. Era una macchina perfetta e chi arrivava da fuori doveva fare molta attenzione: se per qualche motivo non giocavi quei ragazzi erano pronti e abili a rubarti il posto!”Concludiamo con un pronostico sulla prossima serie B.“Fare previsioni in serie B è complicatissimo. In linea di massima chi spende e fattura di più partirà per favorito. Poi bisogna mettere in conto una o più squadre di serie C che vengono per giocarsi il campionato della vita. Il Verona, per storia e blasone, potrebbe essere la sorpresa. Per il resto sarà la solita bagarre.”
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