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Sonetti a TN: “Abbonati? I tifosi vanno a momenti. Cairo ha fatto cose buone”
Dal 1974 al 2010 ha allenato in tutte le categorie professionistiche del calcio italiano. Nedo Sonetti è anche passato dal Torino nel 1994/1995 e subito dopo è approdato alla Cremonese. Proprio per questo vivrà in modo speciale la gara dello “Zini” di sabato 27 agosto alle 18.30 tra la Cremonese e il Torino. Su Toro News analizza in esclusiva quello che è il momento granata.
Buongiorno Nedo, si è ripartiti. Le prime indicazioni agostane sul Torino?
“L’inizio di stagione mi sembra normale. La squadra ha già un certo assetto per esprimersi a buon livello. I due risultati ottenuti sono confortanti. Credo che i granata potranno ben figurare”.
Maurizio Sarri ha dichiarato che il Torino è leggermente superiore rispetto alla stagione 2021/2022. Concorda?
“Non credo si possa emettere un giudizio adesso, bisogna aspettare ancora qualche giornata di campionato. L’avvio può dare indicazioni non veritiere perché poi le circostanze di una stagione possono modificare i giudizi. Non mi sbilancerei troppo a fine agosto”.
La Cremonese ha perso contro Fiorentina e Roma disputando due buone partite.
“Sì, concordo ha fatto delle buone partite. Però, le prestazioni devono essere supportate dai risultati perché i campionati si vincono o si perdono in base al conseguimento dei risultati. La Cremonese deve cominciare a trovare punti”.
Da navigato uomo di sport le è mai successo di vivere una lite accesa come quella dello scorso luglio tra Juric e Vagnati?
“Ma chiaro che mi è successo. Dopo tanti anni di lavoro può capitare di discutere con dirigenti e soprattutto giocatori. Non mi meraviglia molto quello che è accaduto. L’importante, dopo episodi come quello tra Juric e Vagnati, è che la situazione si tranquillizzi e si incanali su strade positive”.
Il caso Lukic è figlio dei nostri giorni oppure nel calcio ci sono sempre stati episodi del genere?
“Ci sono sempre stati, anche nel calcio del passato. Il problema fondamentale è che devono esserci motivazioni precise dietro al diniego di un giocatore, altrimenti rischiano di saltare alcuni equilibri interni. Un giocatore deve capire per il bene del gruppo che le cose bisogna farle come dicono l’allenatore e i dirigenti. Un giocatore non è padrone completamente di se stesso. Con questo non voglio negare l’educazione e la cultura proprie di ogni individuo. Bisogna però rispettare la società e i compagni”.
Nedo, lei resta l’ultimo allenatore del Torino ad aver vinto nello stesso campionato entrambi i derby contro la Juventus. Una bella soddisfazione...
“Sono due partite che rimangono nel mio cuore. Sono passati ventisette anni eppure il Torino non ha mai più vinto due derby nella stessa stagione. E poi, non bisogna dimenticarsi, che la Juventus di quel torneo era molto forte. Noi eravamo una buona squadra e riuscimmo a buttare il cuore oltre l’ostacolo. Sono molto orgoglioso di quei due derby”.
L’eroe fu Rizzitelli.
“Sì, Rizzi fece i gol. In quella squadra però c’erano Silenzi, Angloma, Pelé, Falcone e altri ragazzi importanti. Sono tutti giocatori che ricordo molto volentieri”.
Oggi dopo 17 anni di presidenza Urbano Cairo il Torino ha soltanto 5.229 abbonati. Si tratta della peggior campagna abbonamenti dell’era Cairo. Il tifo granata appare disaffezionato alla società. Era lecito attendersi di più in questi anni?
“Cairo ha fatto anche delle buone cose. Il tifoso è un personaggio abbastanza particolare, va a momenti. Adesso ci sono pochi abbonati ma spero che con l’andare del tempo il Torino possa trovare una dimensione migliore”.
Uno come Juric può essere l’uomo giusto per una dimensione migliore?
“Sì, sta facendo bene al Torino. Mi sembra che abbia la giusta personalità. Auguro le migliori fortune al croato e spero che il Torino possa trovare una collocazione di livello in classifica”.
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