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Esclusiva

Sorrentino a TN: “Bravo Milinkovic-Savic, ma confermarsi non sarà facile”

Andrea Calderoni

In esclusiva su Toro News le parole dell’ex portiere, nato e cresciuto nel Torino. Tra i temi l’attuale estremo difensore serbo

Stefano Sorrentino ha dato il via alla sua bellissima carriera di portiere nel Torino e a Torino gravita ancora, anche nella sua nuova veste di agente di calciatori. Al mondo granata deve tanto e al Toro resta ancora oggi particolarmente legato. Il suo è un parere particolarmente qualificato se si parla di portieri e allora a lui abbiamo chiesto un parare sul primo terzo della stagione che ha messo in luce Vanja Milinkovic-Savic, che ha anche esordito ieri sera, giovedì 11 novembre, con la Nazionale A della Serbia.

Buongiorno Stefano. Innanzitutto una domanda su questo nuovo Torino: le sta piacendo?

“Mi sta piacendo e sto percependo entusiasmo anche in città. I risultati stanno arrivando, ma con un pizzico di fortuna in più potevano arrivare più punti. La strada è quella giusta. Bisogna sempre ricordarsi che quando si cambia l’allenatore c’è bisogno di un po’ di tempo. Sono comunque fiducioso”.

Cosa ne pensa della sconfitta al “Picco” di La Spezia?

“In un percorso di crescita ci sta un passo falso. Il campionato è lungo. In dodici partite giocate è normale che ci possa essere una gara in cui non ci si esprima al meglio. Non credo che un incidente di percorso così possa rovinare il giudizio su questo buon inizio di stagione dei granata”.

Tre partite senza gol presi per Vanja Milinkovic-Savic: si può definire sorpresa in positivo del primo terzo di stagione del Torino?

“Ha una possibilità importante da giocarsi e se la sta giocando al meglio. È chiaro che è ancora presto per fare un bilancio definitivo. Ma sta facendo bene in un ruolo molto delicato come quello del portiere. Tra l’altro, gioca in una piazza che è abituata a grandissimi portieri, anche nel recente passato, basti pensare a Salvatore Sirigu. Non sarà semplice confermarsi a buon livello ma ha dimostrato di poter dire la sua”.

 

Il serbo ha subito attratto Juric e il suo staff per le sue qualità tecniche con il pallone tra i piedi. Quanto è importante questo fondamentale nel calcio moderno?

“Nel calcio moderno, come nel calcio del passato, la cosa più importante è che il portiere sappia parare con le mani. Adesso si sta perdendo il focus di cosa debba fare il portiere e di cosa debba essere. Altrimenti si dà il 10 al portiere e lo si fa diventare regista! Il portiere deve parare, poi se, per caso, ha un’attitudine particolare con i piedi ben venga. Non bisogna snaturare il ruolo, io la penso così”.

Il Torino ha un sistema difensivo che funziona meglio rispetto al passato: 12 gol presi in 12 giornate contro i 30 dopo gli stessi turni di campionato della stagione 2020/2021. Juric ha dato maggior solidità...

“Sì, è certamente vero. Il Torino sta giocando un campionato notevolmente differente rispetto a quello scorso. I granata sul finire del girone d’andata esonerarono l’allenatore perché le cose non stavano andando bene; oggi, invece, il Torino sembra un’altra squadra. I rinforzi hanno sicuramente fatto bene. Alcuni sono giovani e si stanno mettendo in mostra. Il cambiamento c’è stato. Il nuovo assetto funziona: Juric sembra aver trovato la chiave giusta per avere una squadra equilibrata. Sa concedere poco e produrre parecchio”.

Infine, lei conosce molto bene Andrea Belotti. Cosa potrà dire in una stagione particolare con la questione contrattuale aperta?

“In primo luogo mi auguro che il matrimonio tra Belotti e il Torino possa continuare. Andrea tra l’Europeo e le poche vacanze non ha potuto svolgere una preparazione ottimale, poi ci si è messo l’infortunio. Non ha avuto un avvio semplice di stagione. Non credo che la questione contratto lo disturbi. Lo conosco bene, avendoci giocato insieme: è una persona seria, un grande professionista. Sarebbe bello che proseguisse al Toro, ma queste sono questioni che riguardano soltanto lui e la società”.