interviste

”Torino? Esperienza da Dio!”

Redazione Toro News

di Valentino Della Casa - A Torino è andato via per questioni puramente tattiche. “Vogliamo un terzino non di spinta, ma piuttosto ancorato in difesa, per il modulo di Ventura” gli disse Petrachi, e...

di Valentino Della Casa - A Torino è andato via per questioni puramente tattiche. “Vogliamo un terzino non di spinta, ma piuttosto ancorato in difesa, per il modulo di Ventura” gli disse Petrachi, e lui, rassegnato ma comunque soddisfatto per la sua esperienza, accettò. Agostino Garofalo ora sgroppa sulla fascia sinistra del Bari, ma la maglia granata non l'ha proprio dimenticata. Così come non può dimenticare quella del Grosseto, dove è cresciuto ed è stato lanciato definitivamente al panorama del calcio che conta. In esclusiva per Toro News, Garofalo racconta come ha vissuto la scorsa stagione e come vedrà la partita di mercoledì sera. Da doppio ex.Agostino Garofalo, cominciamo subito dai dolori, prima di passare alle gioie: cosa è successo l'anno scorso?Magari lo sapessi cosa non ha funzionato. Ancora me lo chiedo, e purtroppo non riesco a trovare una risposta. Non siamo riusciti a centrare nemmeno l'obiettivo minimo, anche se abbiamo lottato fino alla fine, fino agli ultimi novanta minuti. Ma di fronte avevamo un Padova che ha meritato il sesto posto, purtroppo per noi. Sono stati più bravi ed è questo che alla fine conta. Mi spiace molto, e spiace moltissimo anche a Lerda: quest'estate ho rivisto Flavio Destro (il figlio Mattia è attaccante nel Siena, ndr) e abbiamo avuto modo di parlare della stagione appena finita. Il mister ci teneva a fare bella figura ed è rammaricato quanto se non più di noi tutti per il fallimento.Forse è mancata un po' di convinzione nei vostri mezzi?Sì, molto probabile, lo possiamo capire da come gioca il Torino di adesso. Io l'ho vista la partita con la Sampdoria, mi è sembrata tutta un'altra cosa: a parte i primi venti minuti, i granata hanno meritato alla grande la vittoria, perchè sapevano di potercela fare. I giocatori sono convinti della propria forza e riescono ad inanellare i risultati con continuità, cosa che a noi è mancata in maniera determinante. Poi, si sa, da cosa nasce cosa: all'allenamento diventi più sereno, se vinci, affronti meglio le difficoltà e in più sai che psicologicamente vieni molto più temuto dagli avversari. Alla fine è tutta una questione mentale: vincere in B vuol dire tenere i nervi ben saldi.Indicare Ventura come principale artefice di questo cambiamento è legittimo?Io non sono più dentro lo spogliatoio, per cui non posso dire cosa nello specifico sia cambiato. Ma mi sembra di vedere che la mano del mister si veda eccome: tanta corsa, tanto gioco e tanto coraggio. Non è da tutti schierare un giovane alla sua prima da titolare in una partita come quella di venerdì, ma la scelta è stata perfetta, tanto che Suciu lo ha ringraziato segnando quella bellissima rete. Ventura è un uomo navigato, pur non conoscendolo molto ho delle ottime referenze sul suo conto: è uno di quegli allenatori che sono in grado di mostrare bene sul campo le proprie idee, e non è per niente cosa facile.Ti manca Torino?Tanto, ma è anche giusto saper voltare pagina. Come mi sono trovato? Da Dio! Penso che in questo modo possa riassumere nel modo migliore la mia esperienza in granata. La squadra continuo a seguirla, sento spesso i miei amici Pagano, Sgrigna e D'Ambrosio. E poi conservo un ottimo ricordo di tutti: dai tifosi, ai giornalisti, alla dirigenza, nessuno escluso. Mi sono trovato benissimo, così come tutta la mia famiglia, e spero che finalmente si riesca ad andare in A.Parli proprio da tifoso: non è che per Torino-Grosseto hai già deciso per chi tifare?Assolutamente sì. Dico Toro: bisogna vincere per salire.Ci aspettiamo gesti scaramantici da parte dei nostri lettori. Prima di Sampdoria-Torino, tutti gli intervistati propendevano di più per i blucerchiati...Ah sì? Allora spero proprio di non portare sfiga (ride, ndr)! A parte gli scherzi, credo e spero che vinca il Toro, ma il Grosseto è una squadra assolutamente da non sottovalutare. Mi ricorda quella in cui giocai il mio ultimo anno.Parliamo proprio del Grosseto, allora.Beh, se Napoli è la mia città, Grosseto e Torino sono le mie “seconde” case. In toscana ho vissuto anni fantastici: il primo non centrammo la promozione in finale play off dalla Lega Pro alla B; poi riuscimmo a salire grazie ad un'annata spettacolare, culminata con il primo posto; in seguito una salvezza tranquilla e infine la sconfitta ai play off con il Livorno e il sogno della massima serie. Ho giocato con molta costanza, sempre in crescendo, tanto da attirare le attenzioni del Siena, in Serie A. Inutile dire che sono riconoscente per lo spazio che ho avuto.Come vedi la squadra di quest'anno?Stavo giusto dicendo che mi ricorda molto quella del mio quarto ed ultimo anno. Possono essere loro la sorpresa della B, a mio avviso. Anzi, lo spero proprio. La cosa importante è che non inizino a fare voli pindarici e restino bene ancorati con i piedi per terra. Se andranno avanti di partita in partita, allora potranno togliersi delle belle soddisfazioni.Grazie mille, Agostino.Grazie a voi. Un saluto a tutti i tifosi del Toro, non li potrò mai dimenticare.

(Foto: M. Dreosti)