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interviste
di Valentino Della Casa - Non ha praticamente fatto in tempo ad appendere gli scarpini al chiodo, che il quarantenne Mauro Milanese è subito tornato in pista. Da dove aveva finito. Dopo un anno “sabbatico”,...
di Valentino Della Casa - Non ha praticamente fatto in tempo ad appendere gli scarpini al chiodo, che il quarantenne Mauro Milanese è subito tornato in pista. Da dove aveva finito. Dopo un anno “sabbatico”, l’ex difensore di Toro e Inter -tra le altre- è stato investito della carica di direttore sportivo del Varese, la società con cui nel 2009 chiudeva la carriera da calciatore, dopo ventinove partite e due reti. Contattato in esclusiva da Toro News, l’esordiente ds di Trieste ci presenta la partita di domenica tra Torino e Varese, una gara che vivrà in maniera del tutto particolare.Direttore, buon pomeriggio. Pronti per la gara di domenica sera?E come non potremmo esserlo? Giocare con il Torino dà sempre tanti stimoli e una squadra come la nostra non può che avere grande entusiasmo. Anzi, dirò di più, credo che sia il nostro punto di forza, l’entusiasmo. Solo con grande grinta e determinazione, infatti, potremo raggiungere il nostro obiettivo, che è esclusivamente la conferma della categoria.Non è un passo indietro rispetto allo scorso anno, quando per un soffio è mancata la promozione in A?Lo dico con tutta sincerità: anche se ci fosse stato lo stesso identico gruppo, ripetere un’annata come quella appena conclusa avrebbe voluto significare per il Varese un doppio miracolo. Noi dobbiamo pensare alla salvezza, da raggiungere il prima possibile, e questo nostro discreto inizio ci dà un po’ di fiducia. Ma aspettiamo la prima vittoria: la panacea di ogni male, nel calcio.Come sta preparando il Varese la gara contro il Toro?Con grande concentrazione: vogliamo venire a Torino per fare la nostra partita, senza timori, anche perché sappiamo quanto possano essere temibili i granata con certi ritmi. Inutile dire che dovremo sopperire con la nostra voglia il gap qualitativo che esiste tra la nostra e la squadra di Ventura.Crede che il Torino sia bene attrezzato per questo campionato?Assolutamente sì, penso anche che sia più forte di Padova e Samp. Di poco, ma più forte. Ecco perché le aspettative sono molto alte, ma mi sembra anche piuttosto logico. Comunque, vi confesso che mi viene sempre un po’ di malinconia a vedere il Toro in B: spero davvero che quest’anno ce la faccia a salire.Qual è il punto di forza di questo Torino, secondo lei?Tutti i reparti sono competitivi. Anzi, super competitivi. A parità di motivazioni (che non sono da sottovalutare) ripeto che a mio parere il Toro sia più forte di Samp e Padova, che comunque sono le altre squadre da battere.Da ex difensore, qualche parola su Ogbonna?Parlano i fatti per lui: è un difensore da A, che gioca in B. E penso che questo sia, in ogni caso, il suo ultimo anno nella serie cadetta. Converrebbe anche a lui salire con il Toro: nel suo curriculum sarebbe una nota di prestigio, e, soprattutto, maturerebbe ulteriore esperienza. Futuro al Toro? Non sta a me dirlo, ma se i granata raggiungessero la promozione, perché no?Torniamo a parlare del Varese, per poco non arrivavano due colpi che facevano realmente sognare i tifosi. Già, Tiribocchi e Gasbarroni sarebbero stati la ciliegina sulla torta per la nostra campagna acquisti, posto il fatto che reputiamo Martinetti un attaccante di primissimo valore. Purtroppo non siamo riusciti a trovare i giusti incastri, a causa della trattativa saltata di Cellini al Brescia. Ma comunque siamo a posto così, credo che la nostra squadra sia comunque molto competitiva per il raggiungimento degli obiettivi.Un’ultima domanda, direttore: come giudica la Serie B di quest’anno?Più equilibrata. Il che non vuole necessariamente dire più difficile. Tolte le prime tre squadre, credo che Empoli, Sassuolo, Livorno e Bari se la giocheranno fino alla fine per i play off. Dopo, può succedere qualsiasi cosa: si può arrivare ottavi come retrocedere. Personalmente penso che la differenza la facciano le neopromosse: vuoi per le motivazioni, vuoi per i giocatori, non c’è nessuna squadra materasso, il che rende molto più avvincente questo campionato (e per noi ancora più stressante). Mai come quest’anno le motivazioni e la corsa faranno da padroni. Il Toro ci sarà. Noi, anche.
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