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interviste
La notizia l'abbiamo data l'altro ieri: riguarda il “vecchio” (in tutti i sensi, ce lo conceda) capitano Oscar Brevi, che da un momento all'altro si è trovato ad abbandonare la carriera da calciatore, che proseguiva con successo in Prima Divisione, per diventare allenatore. Di colpo, come niente fosse, addio a vent'anni di corse dietro al pallone (venti, per limitarci solo alla carriera come professionista), alla maglietta e ai calzoncini, a un'intera vita. Ne inizia un'altra, ma in maniera così improvvisa...Oscar Brevi, si aspettava questo cambiamento?Ad essere sincero, no. E' stata praticamente una bomba anche per me, nel giro di un'ora ho praticamente dovuto scegliere di lasciare il calcio giocato, e di passare dall'altra parte. D'altro canto, mi si è presentata quest'occasione, la società ha pensato a me, e io mi butto dentro quest'avventura con la massima voglia e una grande carica, cercando come sempre di fare il meglio possibile.In molti si chiedevano quando avresti smesso, ma vedendoti giocare si pensava “probabilmente mai”: forse, questa era la sola conclusione accettabile, per la tua lunga carriera.In realtà, io pensavo di continuare. Perchè stavo giocando, mi sentivo bene, mi allenavo sempre con la stessa intensità. Ma queste occasioni non capitano facilmente, e ad un certo punto della tua carriera devi arrivare ad una svolta, o comunque ad una scelta, e quando è arrivata l'opportunità io non ci ho pensato più di tanto.Vecchio capitano, le è capitato di vedere una partita del Toro, quest'anno?No, non ho visto giocare la squadra granata, ma ho visto ogni sintesi, ogni riepilogo. Di sicuro posso dire che è una squadra forte, che credo e spero possa tornare in A. Perchè il Toro deve giocare in Serie A, non ha altre categorie di appartenenza.Si dice che questa squadra deve affrontare le difficoltà post-retrocessione, ma il suo Torino veniva da un trauma ben peggiore: eppure, superaste i tanti problemi...Beh sì, avevamo...qualche difficoltà, diciamo (ride). Fallimento, nuovo presidente, situazione di emergenza assoluta; ma quell'emergenza finì forse per esaltarci. Ora è diverso, c'è una società organizzata e strutturata, con dei giocatori forti, il compito mi sembra oggettivamente più facile. Anche se vincere non è mai semplice.“Mister”, tornando al Como: obiettivo difficile, il suo.Ora siamo penultimi, quindi dobbiamo solo pensare a tirarci fuori da una situazione difficile. Poi, potremo fare altre valutazioni, ma ora bisogna risalire.Le è capitato di incrociare compagni della grande avventura granata, come Jimmy Fontana, Enrico Fantini...Sì, Jimmy l'ho incontrato ancora la settimana scorsa, in Coppa Italia. C'è un rapporto di amicizia e di stima che rimane, come con gli altri compagni di allora.In bocca al lupo, Brevi.Crepi. E soprattutto, in bocca al lupo al Toro.
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