interviste

‘Toro, ripeti le nostre imprese’

Ermanno Eandi

I tifosi lo chiamavano “Rambo”, per il suo fisico possente, per la sua grinta e per la sua rabbia. Idolo incontrastato della Maratona, leone della fascia sinistra, inarrestabile nelle sue progressive cavalcate, ribelle guerriero mai...

I tifosi lo chiamavano “Rambo”, per il suo fisico possente, per la sua grinta e per la sua rabbia. Idolo incontrastato della Maratona, leone della fascia sinistra, inarrestabile nelle sue progressive cavalcate, ribelle guerriero mai domo, lottatore. Oggi vive a Padova, commenta le partite in TV e cerca nei campi da calcio giovani talenti.

Policano, quali sono i suoi ricordi più belli in granata?

“Sono tanti. Due campionati di serie A ad altissimo livello, un terzo posto in campionato e poi la coppa UEFA. Ho trascorso a Torino tre anni indimenticabili. Purtroppo ci è mancata la vittoria, però sono sicuro che quella squadra è rimasta nel cuore di tutti i tifosi”

Le brucia ancora Amsterdam?

“Moltissimo. Una partita incredibile. Tutti abbiamo dato l’anima. Siamo stati sfortunati. La coppa la meritavamo. Due pali e una traversa di Sordo, con il portiere avversario che a fine partita baciava i pali. Probabilmente è nel destino del Toro”.

Come erano i suoi rapporti con i tifosi?

“Vivevano con noi al Filadelfia. Dopo una settimana, mi sentivo un calciatore granata da tanti anni, l’emozione e il clima di quel magico campo d’allenamento erano unici. Chiunque indossi la maglia del Toro diventa granata, i tifosi sono stupendi”

Adesso però il Filadelfia non c’è più…

“Mi è dispiaciuto molto. Non era solo un campo, era magia, vivevi un’atmosfera unica, ho tanti ricordi legati al Filadelfia. Spero che venga ricostruito.”

Come vivevate i derby?

“Benissimo! Tra l'altro abbiamo incontrato la Juventus di Maifredi che, grazie al calcio champagne, ci ha fatto tanti regali. Bisogna riconoscere che anche noi eravamo una ottima squadra. Ci siamo presi delle belle soddisfazioni”.

Lei e Bruno ai derby eravate, “osservati speciali”, i cartellini rossi con voi erano prassi…

“Io e Pasquale eravamo dei lottatori, combattevamo come dei leoni, a volte ci scappava la mano. In un derby collezionammo complessivamente tredici giornate di squalifica. Gli arbitri con noi erano molto severi”.

Adesso i tempi sono cambiati, i derby non ci sono più, cosa pensa della retrocessione della Juve?

“Personalmente avrei preferito la retrocessione sul campo. Purtroppo questo non è accaduto. Sono sicuro che dopo l’euforia della serie A e della Juve in B, anche ai tifosi granata mancherà il derby”

Come giudica il Toro attuale?

“Ricorda i miei tempi. Anche noi eravamo risaliti in serie A, avevamo un presidente motivato e abbiamo fatto delle belle cose. Spero riescano a farle anche loro.”

Un saluto ai tifosi granata?

“Sono grandissimi!”.