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UDINE, ITALY - APRIL 10: Luca Gotti, Head coach of Udinese Calcio looks on prior to the Serie A match between Udinese Calcio and Torino FC at Dacia Arena on April 10, 2021 in Udine, Italy. Sporting stadiums around Italy remain under strict restrictions due to the Coronavirus Pandemic as Government social distancing laws prohibit fans inside venues resulting in games being played behind closed doors. (Photo by Alessandro Sabattini/Getty Images)
In esclusiva su Toro News Monica Tosolini, giornalista di UdineseBlog, ci introduce ai temi più importanti della sfida di lunedì 22 novembre tra i granata di Ivan Juric e i bianconeri di Luca Gotti.
Buongiorno Monica, come sta l’Udinese?
“L’Udinese è in cerca di rilancio per dar seguito al successo ottenuto sul Sassuolo. I bianconeri devono dare una svolta alla loro stagione. Hanno un calendario abbastanza favorevole prima di Natale. Ci saranno soltanto due big lungo il cammino: Lazio e Milan. Per il resto tante squadre che si trovano nella parte destra della classifica. L’Udinese deve provare a raccogliere quanti più punti possibile. Gotti ha potuto lavorare con tutti i giocatori in queste due settimane”.
In effetti questa è una grande differenza rispetto al Torino, dimezzato da infortuni e dalle convocazioni per le Nazionali.
“Sì, questo è sicuramente un vantaggio per l’Udinese. Nestorovski, dopo l’operazione, è rientrato in gruppo e ha giocato sabato nell’amichevole. L’unico indisponibile è lo squalificato Makengo. Mercoledì è tornato in gruppo anche Arslan che diventa importante proprio in virtù della squalifica di Makengo. Anche Pussetto è recuperato in vista di lunedì, ma dovrebbe partire dalla panchina. Gotti, inoltre, ha avuto soltanto due ragazzi in Nazionale. Udogie, infatti, è rientrato immediatamente e si è allenato con la squadra. I due nazionali sono stati: Larsen e Molina. Il primo ha giocato solo una partita delle due con la Danimarca e sta comunque affrontando una situazione particolare a Udine. Non vuole rinnovare, è in scadenza e la società l’ha mandato in tribuna con il Sassuolo. Il secondo, invece, ha disputato l’ultima sua partita mercoledì notte ed è rientrato giovedì. Dunque, Gotti ha potuto lavorare con quasi tutta la rosa a disposizione e si è concentrato molto sull’aspetto tattico”.
Bolle qualcosa in pentola dal punto di vista tattico?
“Sì, Gotti sta cercando di cambiare modulo. Vuole passare dal 3-5-2 al 4-2-3-1 in modo tale da sfruttare nel miglior modo possibile le forze che ha a disposizione in attacco. Ha trovato un centravanti importante come Beto. Gotti vuole far rendere al meglio i tre trequartisti dietro al nuovo bomber: Molina è spiccatamente offensivo, Deulofeu sta trovando la forma migliore e Pereyra non merita presentazioni. Come ricambio di questi tre c’è uno come Pussetto. Inoltre, difensivamente Gotti sta scoprendo Pérez che si adatta alla retroguardia a quattro. Il tecnico lo sta impiegando basso a destra, affiancandolo ai tre inamovibili, ovvero Becao, Nuytinck e Samir. In queste ore Gotti sta studiando se partire con un modulo o con l’altro”.
Torino-Udinese sarà anche la gara tra le due squadre con meno italiani impiegati dal 1’ in questo primo scorcio di Serie A. I bianconeri sono però abbastanza abituati a questa filosofia, vero?
“Si tratta di una costante. Da parecchi anni l’Udinese è esterofila. Ci sono i portieri italiani nella rosa attuale insieme al solo Udogie. Capita spesso che i titolari siano tutti stranieri. A Udine sono un po’ tutti abituati a questo tipo di composizione della rosa”.
Manca Rolando Mandragora all’Udinese?
“Credo che sia stata naturale la separazione. L’Udinese ha ceduto Mandragora nel gennaio 2021 quando Gotti ha capito che poteva far affidamento su Wallace e Arslan. Nel frattempo la società aveva anche preso Makengo. L’Udinese aveva un’ottima considerazione di Mandragora, ma era anche consapevole che con la Juventus era stato impostato un discorso particolarmente importante. Tra l’altro, Mandragora era appena rientrato dall’infortunio e avrebbe rischiato di fare panchina nell’Udinese della scorsa stagione, considerate le scelte societarie. È stato fatto un ragionamento nell’interesse di tutte le parti in causa: del ragazzo, che ha potuto giocare con costanza a Torino, e del club, che ha intrapreso altre vie. Mandragora, all’inizio, probabilmente pensava di giocarsi le sue chance a Udine, ma poi ha capito che a Torino poteva rilanciarsi perché avrebbe trovato un tecnico che lo voleva fortemente come Davide Nicola”.
Qual è l’obiettivo realistico dell’Udinese per il 2021/2022?
“Il decimo posto, o comunque la parte sinistra della classifica: la società è stata chiara. La famiglia Pozzo è convinta di avere il potenziale. Ha perso Musso ma Silvestri sta facendo molto bene; ha perso De Paul ma si sta cercando di sopperire all’assenza dell’argentino con una compattezza di squadra. In tal senso, rispetto alla scorsa stagione, ci sono più alternative che permettono a Gotti di pensare anche a più moduli”.
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