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Non poteva mancare l'incontro con il tifoso numero uno granata, Ginetto Trabaldo, la passione vivente di un Toro passato, ma che sa dare uno sguardo ottimista ed entusiasta sul futuro.
Ginetto, una vita nel Toro, nata...
Non poteva mancare l'incontro con il tifoso numero uno granata, Ginetto Trabaldo, la passione vivente di un Toro passato, ma che sa dare uno sguardo ottimista ed entusiasta sul futuro.
"Ginetto, una vita nel Toro, nata come? “La mia avventura granata è cominciata quando avevo otto anni. La mia prima partita che ho visto è stata nel 1946, fu Torino-Bologna e finì 4-0. Ovviamente c'era il Grande Torino. Avevo conosciuto Virgilio Maroso. Mi portava allo stadio sempre mio zio, che non era tifoso granata, mi accompagnava perchè aveva capito la mia grande passione. Negli ultimi 35 anni in pratica non ho perso nessuna partita. Le gare di Coppa le ho viste quasi tutte”.
"Quali iniziative hanno preso i Fedelissimi?
"“Intanto siamo stati il primo club in Italia che ha prodotto delle cartoline commemorative, con il numero limitato di cinquecento. Inoltre i ragazzi hanno creato una sciarpa davvero straordinaria”
"Come lo vive personalmente questo avvenimento?
"“All'inizio ero un po' teso, non capivo bene quali sarebbero state le iniziative, poi ne ho viste talmente tante che mi sono rincuorato. Sarò felice di incontrare domenica Leo Junior, il quale ha sempre detto che di Torino gli sarebbero mancati la collina, Via Roma e Ginetto Trabaldo. Così mi farà piacere rivedere Combin, me lo ricordo in quel derby giocato dopo la scomparsa di Meroni, vinto alla grande, dove c'era tanta commozione e poi gioia per la vittoria. Questi sono i momenti che non dimenticherò mai”.
"Della squadra attuale cosa pensa?
"“Intanto ci tengo a dire che sono il tifoso numero uno di Rosina. Adesso dopo il gol di domenica sono tutti buoni a difenderlo, ma io ho sempre creduto in lui. E' il nostro gioiello”.
"Poi c'è Cioffi che sta entrando nel cuore dei granata.
"“E' una bandiera, è il nostro plus ultra, il vero uomo da Toro, che non molla mai. Mi piaceva già nel Mantova. Se Rosina è il gioiello, Cioffi è il nostro ariete”.
"E Fiore, lei che è un intenditore di giocatori, come lo vede?
"“Andiamo piano a criticarlo. Fra un mese, diciamo fra quattro o cinque partite, farà la differenza. Parola di Ginetto. Anche Abbruscato crescerà, diamine, è un grande attaccante, in coppia con Spinesi hanno segnato valanghe di gol, bisogna solo dargli tempo, concedergli spazio. Quando è venuto a Torino con l'Arezzo ci ha fatto soffrire prendendo due pali”.
"Questo Toro come lo vede alla fine del campionato?
"“In alto, tra la quinta e la sesta posizione, direi che ci solo tre, quattro squadre più forti di noi”.
"Zaccheroni lo vede bene sulla panchina?
“Sì... se fa le formazioni che piacciono a me! Non deve più lasciare fuori Balestri, Ardito e soprattutto Rosina, questi tre saranno determinanti nel corso della stagione. Da non dimenticare Lazetic che può risolvere certe partite. Abbiamo dei grandi giocatori”.
"Si aspettava che Cairo organizzasse questa grande festa? Molti erano scettici, invece ha lavorato in silenzio.
"“Insomma, fino a quindici giorni fa aveva altri problemi da risolvere, con la squadra che stentava e la gente che insultava. Queste due ultime vittorie ci faranno festeggiare un Centenario ancora migliore. Mi aspetto però una cosa...”.
"Ci dica...
"“Un'amichevole con il River Plate. Il Toro fu aiutato nei primi anni cinquanta dal presidente degli argentini Liberti, che per circa sei mesi resse anche la nostra presidenza e giocammo qualche volta con le maglie del River. Una squadra che ci è sempre stata amica. Andrebbe bene anche il Benfica, dove il Grande Torino giocò la sua ultima partita. Il sogno resta il River”.
"Ginetto, ha qui davanti il Centenario, le faccia una sua dedica personale.
“Questo evento lo voglio dedicare a tutti i tifosi, che se lo meritano per tutto quanto hanno passato, subito e sofferto. Un pubblico sempre presente, che rappresenta la nostra più grande soddisfazione”.
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