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TURIN, ITALY - NOVEMBER 30: Andrea Belotti of Torino F.C. wears a special edition shirt for the Suzuki MotoGP Champions during the Serie A match between Torino FC and UC Sampdoria at Stadio Olimpico di Torino on November 30, 2020 in Turin, Italy. Sporting stadiums around Italy remain under strict restrictions due to the Coronavirus Pandemic as Government social distancing laws prohibit fans inside venues resulting in games being played behind closed doors. (Photo by Valerio Pennicino/Getty Images)
Nella marcia di avvicinamento al fischio d’inizio di Napoli-Torino, non può mancare l’appuntamento con un cronista al seguito della squadra avversaria per commentare il pre-gara. A concedersi ai microfoni di Toro News questa volta è Ciro Troise, direttore di Iamnaples.it.
Buongiorno Ciro. Che spiegazione ti sei dato per il flop del Napoli contro la Lazio?
“Hanno inciso moltissimo le assenze. Giocare senza Mertens, Insigne e Osimhen è difficile per chiunque visto che sono giocatori forti che giocano tutti in uno stesso reparto. E poi il problema all’occhio non ha certo aiutato Gattuso ad affrontare serenamente la partita. In generale, una partita storta può capitare. La Lazio ha vinto la partita sia dal punto di vista mentale, perché il Napoli non ha avuto l’approccio giusto forse per la sconfitta immeritata di Milano, sia dal punto di vista tattico. Non mi è piaciuta infatti l’idea di Fabian Ruiz regista, perché la Lazio ha ostacolato la manovra in uscita del Napoli con un pressing immediato ed efficiente. Il Napoli ha fatto dieci minuti discreti, troppo poco per impensierire la Lazio”.
Quanto incideranno quest’oggi le assenze di Lozano, Mertens e Osimhen?
“Tantissimo: Lozano era l’uomo più in forma del momento. Ieri ha lavorato un po’ in gruppo ma non credo ci sarà stasera, per rientrare poi nell’anno nuovo a Cagliari. Mertens è il miglior marcatore della storia del Napoli, senza Osimhen era l’unico riferimento per sviluppare gioco negli ultimi trenta metri. Osimhen poi è molto sottovalutato. Si parla sempre di cosa fa l’Inter se manca Lukaku e cosa fa la Juventus se manca Ronaldo, cosa fa il Milan quando manca Ibra. Non si parla mai di cosa fa il Napoli quando non c’è Osimhen, che non solo è l’acquisto più caro della storia del Napoli, ma è il passe-partout per la rivoluzione tattica. Il Napoli, con Osimhen, dava la priorità a un’altra idea di gioco. La squadra ha raggiunto livelli importanti con il culto del palleggio ma con lui cercava invece i duelli in campo aperto e in profondità. La massima espressione di questa filosofia è stata la grande vittoria contro l’Atalanta. Senza Osimhen gli avversari pressano alto più facilmente perché non hai l’uomo che può eludere la linea difensiva negli spazi. E’ una assenza che ha tolto tanto al Napoli specie nelle partite contro le grandi. Avrei voluto vedere il Napoli in campo contro Lazio e Inter con Osimhen”.
Che spiegazione ti sei dato per la stagione complicata del Torino?
“Vedendo le cose dall’esterno, credo che Giampaolo sia un allenatore di concetti, e quando lo si prende bisogna costruirgli una squadra adatta. Ha bisogno della difesa a quattro, del regista di qualità davanti alla difesa, del trequartista che illumini il gioco. Forse c’è Verdi che può fare questo, ma non è mai riuscito a trovare continuità. E quindi credo che non sia stata costruita una squadra adatta per Giampaolo. In più, dalle difficoltà di Mazzarri, il Toro si porta dietro delle scorie nella fiducia, nella convinzione, nell’applicazione. Me lo fanno pensare le tante rimonte subite: questo accade quando non sei sereno mentalmente. E’ una costante, ricordo solo a memoria le partite contro Inter, Lazio e Sassuolo. Credo che ora bisogna fare una scelta: o si continua con Giampaolo, ma intervenendo a gennaio dandogli le pedine che servono anche tramite uscite importanti, o si cambia allenatore e si sceglie qualcuno che sappia essere più elastico”.
Pensi che Belotti sia il miglior attaccante italiano?
“Credo sia il più completo. Forse Immobile è ancora più esplosivo nell’attacco alla profondità, ma Belotti è il più completo: sa far salire la squadra, si sacrifica in fase difensiva, sa riempire l’area, è forte di testa e in acrobazia. Ha anche mezzi tecnici non eccezionali ma buoni. Mi dispiace vederlo in una squadra in difficoltà, sarei curioso di vedere lui in un Torino forte e di grande livello che sappia metterlo più volte davanti alla porta facendogli risparmiare qualche chilometro di corsa. Oppure di vederlo, se Cairo lo riterrà opportuno, in un’altra squadra con ambizioni maggiori per capire che impatto avrebbe”.
Per chiudere, un commento riguardo alla sentenza CONI su Juventus-Napoli: verdetto giusto?
“Giustissimo, non giusto. Ogni tesserato del calcio è prima un cittadino, non si può pensare che il Napoli potesse violare due provvedimenti, uno dell’Asl e uno della Regione Campania. Sarebbe stato un reato secondo il codice penale. Il campionato deve giocarsi con verdetti del campo e non a tavolino. E poi così facendo si è dato un input alla Lega affinchè si riveda il protocollo in certi aspetti, che va aggiornato con tamponi centralizzati, con linee guida uniche per tutti, con un percorso quanto più possibile stretto per evitare che il contagio si diffonda. Nessuno lo ricorda nel modo giusto: il Napoli veniva dall’aver avuto dei contatti con il primo vero focolaio del calcio italiano, quello esploso del Genoa, quindi non si sapeva la dimensione della questione, che danni potessero arrivare. Il grande errore che è stato fatto è stato non accogliere la richiesta di rinvio fatta da De Laurentiis ad Agnelli”.
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