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interviste
di Andrea Ferrini
Non stiamo neanche a calcolare quanto darebbero i tifosi granata per riavere un “Rambo” sulla fascia. Senza mitra ma con un cannone al posto del mancino, temperamento...
di Andrea Ferrini
Non stiamo neanche a calcolare quanto darebbero i tifosi granata per riavere un “Rambo” sulla fascia. Senza mitra ma con un cannone al posto del mancino, temperamento da uomo vero e cuore da granata Doc. Roberto Policano, dal 2008 osservatore per conto dell’Udinese, risponde con voce gentile e disponibile alle nostre domande sul mondo del calcio, sul Toro e i suoi tifosi.Negli ultimi anni si parla molto di crisi nel mondo del calcio italiano: pochi soldi e pochi giovani validi su cui puntare per il futuro. Tu, da addetto ai lavori, come vedi la situazione attuale?''Rispetto agli anni passati la situazione mi pare migliorata. Per quanto riguarda i giovani in particolare ho notato che queste annate stanno producendo elementi molto interessanti su cui vale la pena puntare. Le società stanno iniziando a capire che investire nei settori giovanili è tutt’altro che una perdita di tempo e denaro. Basta vedere le due milanesi che stanno puntando molto sui ragazzi, mentre solo due anni fa i vivai venivano ignorati o quasi.''Parliamo di Toro, ovviamente. Ti tieni sempre aggiornato sulle vicende granata?''Ti dico solo che lunedì sera ero allo stadio. Il Torino così vicino casa non potevo perdermelo.''Allora sentiamo che impressioni hai avuto dalla partita contro i biancorossi.''Sarò sincero: mi aspettavo di più. I granata hanno sofferto nel primo tempo, concedendo troppe occasioni agli avversari che non si sono capitalizzate solo per demeriti dei vicentini. Bianchi rimane, per il momento, uno dei pochi a creare pericoli in continuazione. Un giocatore importantissimo secondo me.Inoltre mi aspetto di più da Guberti: è un grande giocatore, di categoria superiore, ma lunedì non l’ho visto quasi mai saltare l’uomo. In generale mi è parsa una squadra un po’ timorosa con difficoltà ad attaccare l’avversario e imporre il proprio gioco.''In merito alla questione terzini che, in un certo senso, ti riguarda da vicino?''Poca spinta, da entrambi i lati. Parisi è sempre rimasto bloccato in difesa. Dall’altro lato lo stesso Darmian ha stentato ad arrivare sul fondo. Il ragazzo ha corsa, una buona struttura e ottime potenzialità ma l’ho visto un po’ remissivo, attacca senza convinzione. Questa è una pecca per una squadra come il Toro che deve imporre il proprio gioco in ogni partita.''Di recente hai rilasciato alcune dichiarazioni in merito al tifo granata. È così pesante da indossare questa maglia? La curva intimorisce a tal punto da bloccare psicologicamente i giocatori?''I tifosi del Toro sono sempre stati encomiabili. Si vede che stanno passando, giustamente, un periodo di disamoramento e si aspettano molto di più da questa squadra e da questa società. Mi ha fatto impressione vederne così pochi a Vincenza, ci sono rimasto male. Per quanto riguarda il peso della maglia non credo proprio che a Torino ci sia una pressione talmente forte da influire negativamente sulla prestazione dei giocatori. Non smetterò mai di ripeterlo: giocare con la maglia del Toro deve essere uno sprono, uno stimolo, non una paura.''Domanda secca: è questo l’anno buono?''C’è ancora da lavorare. C’è un allenatore nuovo che stimo e sul quale punto molto, ma non può fare miracoli fin da subito. La squadra è buona ma è necessario che tutti quanti diano il massimo in campo e in allenamento. Basta che due o tre elementi non rendano come potrebbero perché tutta la squadra ne risenta in negativo.''
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