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Esclusiva

Ugi si racconta a TN: “Non smetteremo mai di ringraziare il Toro”

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In esclusiva il racconto del presidente dell'associazione Enrico Pira. Da oltre 40 anni Ugi è al fianco di bambini oncologici
Andrea Calderoni
Andrea Calderoni Caporedattore centrale 

Il 2025 si apre con un racconto di quelli che fanno bene al cuore perché è un racconto di calcio, volontariato, ripresa dalla malattia. Interviene in esclusiva su Toro News Enrico Pira, presidente di Ugi (Unione genitori italiani) Odv, associazione nata nel 1980 per offrire sostegno e conforto ai genitori con un figlio malato di tumore e ai piccoli pazienti svago e attività ludico-didattiche. Da anni ha sposato la causa di Ugi anche il Torino Football Club, tanto che la squadra di calcio 100% Ugi usa lo stemma del club granata. Ecco perché è sempre bello poter parlare di quanto bene semini ogni giorno Ugi nel contesto sociale piemontese e non solo.

Buongiorno presidente. Come nasce Ugi (Unione genitori italiani)?"Siamo nati circa quarant'anni fa come gruppo di persone che riuniva genitori di bambini colpiti da tumore infantile. L'associazione è cresciuta nel tempo: da vent'anni ha a disposizione la casa Ugi in corso Unità d'Itaia, dove ospitiamo bambini durante tutto il periodo della cura oncologica. La casa ha ventidue alloggi, dove possono stare il bambino e i genitori anche per anni. Abbiamo acquisito un'altra sede, la Ugi 2, per proseguire l'assistenza quando i bambini sono guariti o quasi guariti. C'è una palestra modernissima, abbiamo una web radio nella quale proponiamo costanti testimonianze di ragazzi guariti. Sviluppiamo collateralmente una serie di iniziative. Sosteniamo l'ospedale Regina Margherita con borse di studio per assumere a tempo indeterminato giovani medici, psicologi e assistenti sociali che si occupino di curare bambini oncologici. E poi raccogliamo fondi per la ricerca e l'acquisto di strumenti utili per le cure. Stiamo insistendo molto sul post malattia perché dobbiamo dare l'opportunità a questi ragazzi di essere competitivi in ambito sociale". 

L'ambito sociale non può che intrecciarsi con lo sport."Sì, proprio per questo ci siamo aperti al mondo dello sport. Una delle iniziative più importanti è quella promossa dal Torino Calcio ormai alcuni anni fa. Abbiamo formato una squadra di ragazzi e ragazze che giocano con la casacca del Torino. La squadra si chiama 100% Ugi ed è composta da ragazzi guariti in grado di fare sport. L'allenatore è mister Morra, che li accompagna a giocare, li fa sentire competitivi. Il livello di competizione è misurata e rispettosa dei valori dello sport. L'altra sera su Rai Due è andata in onda una trasmissione dedicata alla nostra squadra. La trasmissione si è chiusa con un'intervista al nostro capitano Riccardo, bambino di 10 anni. La sua conclusione è stata bellissima. Ha detto che loro sono contentissimi di imparare perché la loro battaglia l'hanno già vinta e quindi possono scendere in campo con il sole in fronte. Mi è sembrata una descrizione molto poetica della mission della nostra squadra, una descrizione che mi rende molto felice e mi stringe il cuore. Non smetterò mai di ringraziare il Torino Calcio per l'iniziativa. Ci ha anche reso famosi nel mondo del pallone, lo stesso Infantino ci ha destinato un commento sui social dicendo che il calcio dovrebbe essere quello proposto da Ugi, fondato su amicizia e partecipazione".

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Obiettivi per il 2025?"Vogliamo ancora crescere. L'organizzazione è molto complessa. Abbiamo visto che insistere sullo sport porta a risultati eccezionali. Abbiamo diverse partnership, come con le Nitto ATP Finals. I nostri ragazzi accompagnano in campo i grandi campioni del tennis. Siamo stati scelti da Pecco Bagnaia: cinque nostre famiglie sono state sue ospiti nel paddock a Imola. Lo sport fa sentire uguali, fa stare bene. Ecco perché puntiamo tanto sullo sport. Il nostro compito è di accompagnare i nostri ragazzi anche dopo la malattia. Vogliamo entrare sempre di più nelle scuole per far presente ai giovani che ci sono loro coetanei che stanno vivendo infanzie o adolescenze difficili, per i quali bisogna avere un occhio di riguardo, senza però scadere nel pietismo". 

Con il Torino la collaborazione è sempre più stringente e punta a rafforzarsi ulteriormente."Ricordo bene la conferenza stampa allo stadio Olimpico-Grande Torino per annunciare il progetto. Da allora il progetto è cresciuto: ci sono bambini in terapia che non vedono l'ora di guarire per far parte della squadra Ugi. Le iniziative nel corso dell'anno sono tantissime. Ad esempio, prima di Natale alcuni nostri assistiti sono andati alla festa delle squadre giovanili del Torino. Si vedeva che una grande famiglia sportiva considera loro atleti i componenti della squadra Ugi, la 100% Ugi. E poi dei giocatori sono stati nei reparti dell'ospedale Regina Margherita. Hanno portato doni, sorrisi. Hanno giocato con i ragazzi. Sento molto la partecipazione del Torino Calcio. Grazie al Toro e a Infantino, siamo stati invitati a Coverciano al prossimo raduno della Nazionale. Sembra assurdo per la nostra realtà, eppure la crescita negli anni è stata davvero importante".