Mirko Valdifiori oggi gioca in Serie C Now. Ha 37 anni e milita nella Vis Pesaro, storico club del nostro Centro Italia inserito nel girone B. Valdifiori vive insieme alla sua famiglia a Ravenna e ogni giorno si sobbarca 180 chilometri per svolgere l’allenamento, 90 all’andata e 90 al ritorno. “Non posso che essere spinto da una grande passione per farlo” dice il regista ex Torino con il sorriso. Valdifiori ha vissuto due stagioni in granata, quelle di Sinisa Mihajlovic. La prima estremamente positiva, la seconda un po’ meno, soprattutto dopo l’avvicendamento in panchina tra il compianto serbo e Walter Mazzarri. Valdifiori, tuttavia, lega il proprio nome soprattutto all’Empoli, prossimo avversario del Torino di Ivan Juric. Con i toscani ha giocato per sette stagioni, togliendosi diverse soddisfazioni. È dunque il più classico dei doppi ex e in esclusiva su Toro News ci parla a 360° del mondo Toro.
Esclusiva
Valdifiori a TN: “Ilic? Raccordo perfetto tra mediana e attacco. Credo in lui”
Buongiorno Mirko. Come vede il Torino?“Ha alti e bassi. Sta cercando con molti elementi nuovi di entrare nei meccanismi. Juric punta sui due attaccanti. Il Torino resta difficilissimo da affrontare. Deve trovare più continuità, ma riflette sempre le richieste di Juric. Tutti danno il massimo per quello che richiede il mister: quest’aspetto si percepisce da fuori”.
Il cambio di modulo può aiutare a lungo termine Samuele Ricci?“Sì, può essere avvantaggiato perché deve coprire meno campo in fase di non possesso e può stare quindi più centrale. Può concentrarsi maggiormente nello smistare i palloni. Ricci è uno dei centrocampisti della Serie A più completi: non solo qualità ma anche dinamismo”.
Leo Junior ai nostri microfoni ha dichiarato che il giocatore più interessante del Torino è Ivan Ilic. Concorda?“Sì, sono d’accordo. Ilic ha grandissime doti qualitative. È il raccordo perfetto tra centrocampisti e attaccanti. In chiave assist è molto creativo e fantasioso. Deve continuare a lavorare e deve credere in lui: è davvero forte”.
Che partita si aspetta da Torino-Empoli?“Sono due squadre che hanno bisogno di punti. Quando si affrontano Torino e Empoli mi trasformo in tifoso neutro. Sono sue formazioni che guardo sempre con affetto e attenzione. L’Empoli con Andreazzoli concede poco, è chiusa ma con il campo aperto può far male. Il Toro stia attento ai due laterali Cancellieri e Cambiaghi. I granata cercheranno di fare la partita e se saranno in serata come contro l’Atalanta, allora sarà difficile per l’Empoli venirne a capo”.
Ha già idee per il suo futuro post campo?“Quando ero rimasto a casa a Pescara ho partecipato al primo corso per fare l’allenatore, ma sentivo che non era il momento perché sapevo di poter dare ancora qualcosa da giocatore. A Pesaro ho trovato l’ambiente giusto per tornare in carreggiata. Ho a che fare con molti giovani ragazzi e questo mi dà tanti stimoli perché per loro sono un punto di riferimento dentro e fuori dal campo. Cerco di trasmetterli un po’ di esperienza di vita. Vedremo come andrà il futuro. A giugno farò nuove valutazioni. L’età si fa sentire, ma mi aiuto sempre mentalmente”.
Un esempio potrebbe essere Emiliano Moretti, suo ex compagno. Si poteva intuire il suo futuro dirigenziale?“Sì, me l’aspettavo perché anche dentro allo spogliatoio era un leader e sapeva prendere delle decisioni. So quanto amasse Torino e il Torino. Aver smesso e aver subito iniziato una carriera da dirigente nel Torino è una grande opportunità e Moretti la sta sfruttando. Dietro a Cairo e Vagnati c’è certamente la sua mano”.
A Torino è ricordato per essere stato un grande uomo spogliatoio. Conferma questa voce di popolo?“Credo molto nel gruppo, credo nell’andare a cena dopo gli allenamenti con i miei compagni perché ciò si riflette in campo. Se si sta bene fuori, si sta bene anche dentro al rettangolo verde. In tutte le mie esperienze ho cercato di portare positività. I due anni al Torino sono stati belli e intensi. Lego il ricordo di Torino a Sinisa. Arrivavo da un anno con poche partite a Napoli, mi ha voluto al Toro, mi ha aspettato dopo le iniziali difficoltà e mi ha dato tanto spazio. Molto spesso parlo ancora di quella stagione. Eravamo un bel gruppo di amici. Mi sento tutt’oggi con Baselli e Iago Falque. Nella seconda stagione le cose sono andate meno bene. Mazzarri preferiva davanti alla difesa un centrocampista diverso da me e quindi a giugno le strade si sono separate. Tuttavia, i due anni al Torino restano molto piacevoli”.
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