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interviste
di Valentino Della Casa - Sei mesi in una squadra di calcio possono sembrare pochi. Ma se la squadra non è qualunque, trattandosi del Toro, riesce comunque a lasciare il segno. Parola di Alessandro Grandoni, attualmente...
di Valentino Della Casa - Sei mesi in una squadra di calcio possono sembrare pochi. Ma se la squadra non è qualunque, trattandosi del Toro, riesce comunque a lasciare il segno. Parola di Alessandro Grandoni, attualmente allo Sporting Terni e con un futuro da allenatore tutto da costruire. L'ex difensore granata, oltre ad aver giocato anche a lungo tra le fila del Livorno, vanta anche una curiosissima statistica: è “doppio ex” sia di Novellino, sia di Ventura, che lo hanno entrambi allenato alla Sampdoria. Contattato in esclusiva da Toro News, Grandoni ci racconta tutte le sue emozioni e tutti i suoi ricordi all'ante vigilia di Torino-Livorno.Alessandro Grandoni, la permanenza a Torino pensavi che potesse durare così poco?Devo dire la verità, no. Non me l'aspettavo, anche perché venivo sì da una squadra blasonata come la Samp, ma quando vai al Toro non pensi mai di essere di passaggio. Poi, ero molto giovane, e quell'anno ci fu anche il cambio di proprietà. Giocai molto (17 presenze e 1 gol, ndr) e fu per me un passaggio importantissimo nella mia carriera: mi permise di capire cosa vuol dire affrontare le difficoltà e saperle prendere di petto. Purtroppo non riuscimmo a salvare la baracca, e alla fine la nuova dirigenza optò per altre strade. Quell'anno comunque non mi impedì di partecipare agli Europei dell'Under 21, anche per questo, nonostante il fallimento sportivo, devo dire grazie al Torino.Quel fallimento sportivo, rispetto a quello finanziario di qualche anno dopo, sembra quasi una sciocchezza.Vero e proprio non mi aspettavo che potesse finire in quel modo l'avventura di Cimminelli al Toro. Era arrivato in pompa magna, con tante dichiarazioni, con mille promesse. Purtroppo nel calcio esistono anche questi personaggi, che parlano molto e concludono poco. Non ci potevo credere quando lessi che la società rischiava il fallimento, mi lasciò completamente di stucco. E anche amareggiato. Fortunatamente, il Toro non è scomparso dal panorama calcistico.Parliamo invece del Livorno, tutta un'altra cosa.Sì, ma a nessuno venga in mente di dire che sia una piazza molto più tranquilla! I tifosi sono molto passionali, e pronti a contestare molto duramente quando le cose non vanno bene (come per esempio l'anno in cui salimmo “soltanto” con i play off, nonostante lo squadrone). A Livorno ho giocato per ben 5 anni, e ho avuto l'onore di indossare la fascia di capitano, oltre al fatto che abbiamo pure potuto giocare in Uefa. Diciamo che senza il Toro, probabilmente non avrei potuto affrontare in maniera così matura i momenti difficili passati in amaranto.Come vedi le due squadre, quest'anno?Molto diverse. Il Torino è stato costruito per vincere, ha giocatori importantissimi ed ha un gruppo solido, a differenza della Samp. Il merito è di Ventura, che ha saputo creare tutti i presupposti perché la squadra riuscisse a girare da subito. Il Livorno, invece, ha deciso di optare per una squadra giovane, e di affidarla a Novellino, che con i giovani ha sempre lavorato molto e bene. Il loro obiettivo primario non è la A, anche se ovviamente un pensierino lo fai. Ora devono far crescere la squadra.Non è un caso che parli da esperto conoscitore dei due allenatori.Li ho avuti entrambi: due bei martelli! In allenamento sudavamo tantissimo, entrambi sono dei grandi lavoratori. Le differenze? Tante, soprattutto dal punto di vista di approccio con la squadra. WAN è un allenatore sanguigno, duro, qualche volta la sua estrema schiettezza può essere fraintesa e ci possono essere delle tensioni. Ventura invece è più pacato, pur mantenendo molto l'autorità sul gruppo. Di Ventura ho sempre ammirato l'intelligenza tattica e il fatto di saper cambiare modulo, adattandolo ai tempi: una volta con lui si giocava con la difesa a tre, ora con quella a quattro, per esempio. Anche Novellino resta un grande organizzatore di gioco, ma il suo calcio è più “muscolare”.Un allenatore sanguigno, in una piazza sanguigna come Torino, dovrebbe riuscire a fare bene. Secondo te come mai Novellino non ce l'ha fatta in granata?Non sposo la filosofia dell'allenatore troppo coinvolto perché tifoso. Io penso che WAN non sia riuscito a raggiungere gli obiettivi perché non hanno funzionato tutti gli ingranaggi. A partire dalla società, per arrivare fino ai giocatori. È una mia impressione da esterno, ma io sono dell'idea che non sempre l'acquisto di un giocatore titolato equivalga al successo. Poi, forse, c'è stata troppa poca calma nei confronti dell'allenatore. Un'altra cosa da non sottovalutare.Ci puoi dire un pronostico per la partita? Tiferai per qualcuno in particolare?Credo che il Toro abbia più qualità del Livorno, e quindi partirà sicuramente favorito. Poi il calcio è bello perché non è una scienza esatta, per cui può succedere di tutto. Non ho preferenze, voglio godermi la partita: i granata dovranno sudare molto, con le squadre di Novellino è sempre così. Sarà una bella gara anche per come la imposteranno i due allenatori.Grazie mille, Alessandro.Grazie a voi e un saluto a tutti i tifosi del Toro!
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