A inizio millennio il Grande Fratello ha scritto pagine storiche per la nostra TV, facendo entrare nelle case di milioni di italiani personaggi che sono rimasti nell’immaginario collettivo, anche grazie alle imitazioni proposte da Mai Dire della Gialappa’s Band. Tra questi personaggi c’è stato un grande tifoso del Torino: Francesco Gaiardelli, ai più conosciuto come Medioman grazie all’esilarante imitazione di Fabio De Luigi. Anni dopo, ritroviamo Gaiardelli nel ruolo di presidente del Distretto Turistico dei Laghi, ente pubblico-privato che si occupa di promuovere e curare una grande fetta del Verbano-Cusio-Ossola. Toro News l’ha intercettato e ha ricostruito in esclusiva la sua storia che ha un filo conduttore: il Toro.
Esclusiva
Vi ricordate Medioman? A TN racconta: “Dalla Val d’Ossola il mio amore per il Toro”
Buongiorno Francesco. Da dove nasce questo amore per il granata? “Sono da sempre tifoso del Toro ed è una questione di famiglia. Mio papà fondò un club in Valle Vigezzo, una delle vallate dell’Ossola, sopra Domodossola. Non era un club con tutti i crismi di oggi ma raggruppava un nutrito gruppo di tifosi granata di quelle zone. Tra gli anni Sessanta e Settanta erano veramente tanti i tifosi del Torino. Da lì è nata la passione. Avevo anche parenti a Torino Centro. Insomma, ho mangiato pane e Toro fin dall’infanzia. E poi ho sottoscritto più abbonamenti nel corso degli anni, gli ultimi nelle stagioni di Gian Piero Ventura. Proprio per questa mia grande passione granata dico sempre una cosa”.
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Quale? “Il Toro non si critica, ma si ama sempre e bisogna volergli bene per quello che rappresenta. Io non sono un esperto e non sono un allenatore, quindi posso solo tifare e sostenere la mia squadra del cuore”.
Nei primi anni Duemila grazie al Grande Fratello e all’imitazione di Fabio De Luigi divenne un personaggio molto famoso in tutta Italia. Che ricordi ha di quel periodo? “Fu una cosa divertente inserita in anni molto belli. Vissi la mia adolescenza in quel periodo. Siccome avevo perso mio padre da molto giovane, fin da ragazzo ero stato costretto a lavorare parecchio e a rimboccarmi le maniche. In quel periodo mi presi una parentesi personale un po’ più leggera e ne è venuto fuori un momento simpatico e divertente. Tuttavia, da pragmatico abitante dell’arco alpino sono stato capace di andare oltre a quella fase sotto i riflettori tra televisione e serate. Ormai è tutto alle spalle, è quasi dimenticato. Sono tornato presto e volentieri alla mia vita di tutti i giorni”.
Cosa fa oggi? “Ho iniziato trent’anni fa con il centro culturale della Valle Vigezzo, poi la Pro Loco e il consorzio turistico. Oggi sono anche a capo del Distretto turistico dei laghi. Presto anche servizio presso il Comando provinciale dei vigili del fuoco di Verbania. Abbiamo tanta carne al fuoco”.
Medioman interpretato da De Luigi che effetto le provoca a distanza di vent’anni? “Sono cose talmente lontane che ormai sono sfumate. Furono molto divertenti e girammo anche puntate assieme. In quel periodo era tutto molto veloce e frenetico. Io sono una persona molto ironica e autoironica e quindi trovai molto simpatica l’imitazione di De Luigi. Comunque, fa parte del passato. Dopo mi sono occupato di cose più concrete. Tuttavia, ancora oggi se mi chiedono cose troppo fuori dal normale da risolvere, come battuta rispondo che faccio il possibile e l’impossibile, mi faccio in quattro ma mi hanno chiamato Medioman e non Superman, quindi ho dei limiti”.
Parliamo di Toro: come giudica la stagione granata? “Mi sembra una stagione discreta. Noi tifosi è giusto che ci possiamo aspettare qualcosa in più e attendiamo il momento in cui si alzerà l’asticella. Peccato per la Coppa Italia perché è sfumata un’occasione enorme. In questa stagione si è confermato un grande Ivan Juric”.
Secondo lei, la presidenza e la dirigenza granata hanno intenzione di alzare l’asticella? “Secondo me, sì. Il presidente Cairo si è dimostrato sempre capace e molto razionale. Da piccolo amministratore lo capisco: bisogna far quadrare i conti. So che non è facile. Credo che ci sia la buona volontà e la conferma arriva dalla prosecuzione del rapporto con Juric. Vedo della volontà e della voglia. Adesso ci auguriamo che ci sia una spinta grossa. Molte risposte le vedremo già in questa sessione di calciomercato. Entro il 17 luglio dovranno arrivare le risposte”.
Affinché non si verifichino gli stessi problemi visti l’anno scorso e culminati con la lite tra Juric e Vagnati. “Io capisco Cairo e le sue esigenze, lo rispetto per quello che fa da gestore del club da 18 anni a questa parte, però comprendo bene le esigenze di un allenatore serio e preparato come Juric che vorrebbe a inizio ritiro una rosa abbastanza completa perché in quel periodo l’allenatore forgia la squadra. In passato ho partecipato attivamente al ritiro estivo del Torino a Macugnaga e compresi tante cose sulla preparazione di una squadra. La società deve fare quello sforzo per garantire delle certezze già dal 17 luglio. Io sono fiducioso e penso che la stagione 2023/2024 possa essere quella buona per il Torino”.
Quali sono i giocatori che le piacciono di più di questo Toro? “Mi piacciono molto Buongiorno, Vlasic, Radonjic e Sanabria. Da tifoso penso che il Toro sia sempre il Toro e sono tutti bravi i nostri calciatori. Mi è spiaciuto per Adopo. Ci manca ancora il sostituto di Belotti e mi spiace che il Gallo se ne sia andato; non era più al top delle motivazioni, ma ha dato tanto al Torino”.
Oggi è a capo del Distretto turistico dei laghi. Perché un lettore dovrebbe venire nel Verbano-Cusio-Ossola? “È uno dei posti più belli del Piemonte e d’Italia. Tra lago Maggiore, d’Orta e di Mergozzo siamo la prima realtà turistica del Piemonte a livello di numeri. E poi abbiamo le valli dell’Ossola che sono veramente belle, anche se poco conosciute dai torinesi”.
Anche il Torino ha frequentato le sue zone nei ritiri estivi di Macugnaga e Omegna di qualche anno fa. “Sì e proprio per questo lancio un appello al presidente Cairo: se dovesse pensare in futuro di far tornare il Torino in ritiro nelle valli dell’Ossola, mi impegno in prima persona per l’organizzazione. A Macugnaga fui attivo in prima linea nell’organizzazione e mi ricordo ancora che un giorno giocai in porta in una partitella per beneficenza e presi gol da Pinga all’incrocio. Ora, sono contento che il Toro vada a Pinzolo ma in futuro spero che il Toro possa tornare sulle montagne del Piemonte”.
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