Giuseppe Vives resta ancora oggi uno dei calciatori più amati degli ultimi due decenni di storia del Torino. Un ragazzo in grado di affermarsi con il sudore e la determinazione, tanto da indossare anche la fascia da capitano del club. In esclusiva su Toro News il doppio ex di Torino e Lecce analizza il momento granata e in particolare le prestazioni di Karol Linetty; inoltre, parla di un suo desiderio per l’avvenire.
Esclusiva
Vives a TN: “Linetty, che valore aggiunto. Il mio desiderio? Tornare al Toro”
Buongiorno Giuseppe. Come vede il Torino dopo la vittoria contro il Bologna?
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“Il Torino sta giocando bene, anche contro la Juventus fino a un certo punto ha giocato bene. Vedo una squadra solida e la vittoria contro il Bologna è stata importante perché permette di avere lo stimolo per le prossime gare”.
Autore di un’eccellente prestazione è stato Linetty: concorda?
“Lunedì ha fatto una grandissima partita e può dare una grande mano a Ricci e Ilic, due ragazzi giovani ma di prospettiva. Linetty sarà fondamentale nella crescita di Ricci e Ilic e aiuterà sicuramente il Torino per un finale di campionato di alto livello”.
Perché Linetty ha faticato a incidere nei suoi primi due anni al Toro?
“Bisogna capire i giocatori, analizzare le motivazioni per cui un’annata va meno bene di quanto ci si aspetta. Penso, ad esempio, a Lobokta del Napoli. Io abito a Napoli e tutti in città ne parlavano male. Oggi Lobotka ha stravolto le gerarchie e tutti lo lodano; è diventato un perno del centrocampo di Spalletti. Insomma, troppe volte si affrettano i giudizi sia in positivo sia in negativo e perdiamo facilmente l’equilibrio”.
La parabola di Linetty ricorda un po’ la sua, anche lei dovette sudare per affermarsi...
“Io arrivavo dal Lecce in Serie A, ma erano i miei primi anni in Serie A. Poi, sono sceso in Serie B con il Torino e abbiamo ottenuto la promozione. Fu merito mio ma anche e soprattutto dell’intero ambiente. Mister Ventura ci ha permesso di crescere giorno dopo giorno; anche le scelte della società permisero alla squadra di migliorare. Solo così si può spiegare la conquista dell’Europa. Le mie prestazioni migliorarono perché l’intero gruppo stava crescendo. Se il collettivo funziona, allora tutti hanno l’opportunità di migliorare e di emergere”.
Ritrova dei punti in comune tra la sua crescita e quella del polacco?
“Sì, la crescita di Linetty si può accomunare alla mia. Però, Linetty quando arrivò al Torino aveva un curriculum superiore al mio e le aspettative iniziali erano più alte”.
Prime impressioni su Ilic?
“Siamo all’inizio, è un ragazzo giovane. Se Juric l’ha voluto, ci sarà una ragione. Ha ancora bisogno di un periodo di adattamento per conoscere sempre meglio i compagni. Sono certo che con Ricci sarà un valore aggiunto nel finale di stagione granata”.
Il Torino può veramente ambire all’Europa?
“Juventus e Fiorentina hanno qualcosa in più. Ma se si formano gruppi forti, ci sono sempre opportunità. Il Torino dovrà restare agganciato al gruppo per l’Europa. Il Torino ha il merito di giocarsela con tutte e quindi può ancora pensare all’Europa”.
Infine, una domanda un po’ più personale: le piacerebbe rientrare un giorno nel Torino?
“È sempre stato il mio desiderio. Sono stato sei anni e mezzo nel Torino e il club granata è diventato la mia famiglia. Vivevo più la squadra che la mia famiglia e la mia casa. Tutto il mondo Toro è rimasto nel mio cuore. Quando l’ho lasciato, è stato come lasciare per la seconda volta casa mia. Anche i miei figli si erano perfettamente ambientati. Purtroppo, non c’è stata per ora l’opportunità ma nella vita non si sa mai”.
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