Quattro domande, tre pareri in merito. Le nostre opinioni, a volte concordi e a volte discordanti tra di loro. Ecco ToroPreview: tre dei nostri giornalisti risponderanno alle domande della redazione, dicendo la loro sull’anno appena cominciato. Opinioni personali a volte agli antipodi, per cercare di dare una visione più completa possibile al lettore sull’argomento trattato. Questa settimana, dall’altra parte del microfono ecco i nostri Davide Bonsignore, Nancy Gonzalez Ruiz e Luca Sardo.
LE VOCI
ToroPreview, benvenuto 2025: “Cairo venderà il Toro?”
Si chiude un 2024 caratterizzato dalla contestazione. Nell’anno nuovo vi aspettate che Cairo venda il Toro?
Bonsignore - Sì. Cairo negli ultimi mesi ha parlato molto, e nel corso delle varie interviste ha cambiato la propria opinione riguardo alla cessione. Prima si diceva sicuro di non vendere il Torino, poi ha aperto al dialogo con "qualcuno più ricco e più bravo", oltre tutto dicendo che non avrebbe scommesso un euro sulla sua permanenza come presidente del Toro nell'anno successivo. Io credo che certe cose non si dicano tanto per dire o senza niente in mano, e se ha cambiato così tanto il proprio stile comunicativo ci sarà un motivo. Per altro la contestazione ha raggiunto livelli di volume e veemenza discreti, se non ha intenzione di rimanere presidente a vita, credo che questo sia il momento giusto per vendere.
Gonzalez Ruiz - La frattura tra Urbano Cairo e la tifoseria del Torino sembra ormai insanabile. A sancirne l’irreversibilità è stata una sequenza di eventi culminati con la cessione di Raoul Bellanova, che ha scatenato un plebiscito da parte della piazza granata. Neppure il momentaneo primato in classifica ad inizio stagione dopo 47 anni era bastato a placare gli animi. Cairo, consapevole del clima ormai ostile, ha compiuto un passo indietro rispetto alle sue posizioni iniziali: dalla categorica negazione di un’eventuale cessione della società, si è arrivati a un’apertura significativa, con il presidente dichiaratosi disponibile ad ascoltare proposte. Ora il futuro del club è appeso a un filo: tutto ruota intorno all’arrivo di un’offerta concreta. A mio avviso, è realmente plausibile pensare che questa possa materializzarsi e che il 2025 possa essere l’anno dell’addio di Cairo al Torino.
Sardo - Mi aspetto che Cairo venda il Torino nel nuovo. Il patron granata nelle ultime settimane sta parlando molto di una possibile cessione e - visto e considerata la spaccatura ormai a parer mio insanabile con la tifoseria - credo che nel 2025 Cairo potrebbe cedere la società. Ovviamente tutto ciò avverrà soltanto se a Cairo verrà presentata un’offerta che lui riterrà adeguata.
Contestatissimo anche Vagnati dopo un mercato da horror. È al capolinea la sua avventura granata?
Bonsignore - Non credo che la "colpa" principale del mercato da horror sia di Vagnati. Se non se ne hanno le disponibilità non si può andare a far la spesa all'Esselunga. Va anche detto però che altri con un budget minore hanno fatto rose migliori (si guardi il Bologna), e che i rimpiazzi delle stelle dell'anno scorso (Buongiorno e Bellanova) non hanno reso abbastanza per non far sentire la loro mancanza. Insomma, neanche lui ha fatto benissimo, questo va riconosciuto. Se ci dovesse essere un cambio di gestione, allora credo che anche lui si troverebbe nella condizione di dover cercare una nuova sistemazione.
Gonzalez Ruiz - Una parte significativa delle difficoltà del Torino sul mercato, sia in entrata che in uscita, è imputabile alla gestione di Davide Vagnati. Al di là del budget disponibile, l’operato del direttore sportivo non ha risposto alle esigenze della squadra, lasciando lacune importanti in entrambe le fasi. L’attuale incertezza sul rinnovo di Vagnati potrebbe proprio voler indicare un possibile cambio di direzione ai vertici della società. Con Cairo pronto a considerare la cessione del club, è lecito pensare che anche il destino del ds sia legato a questo passaggio di consegne. Un cambio di proprietà segnerebbe quasi certamente la fine dell’era Vagnati e il Torino oggi ha bisogno di una svolta radicale.
Sardo - Credo che a fine stagione - nel caso in cui Cairo dovesse vendere il Torino - Vagnati molto probabilmente lascerebbe il club. Con Cairo ancora presidente qualcosa potrebbe cambiare, ma molte scelte sbagliate di questa estate a livello di organico - nonostante il budget fosse ridotto - sono principalmente colpa sua.
Passiamo al campo, chi vi aspettate sia l’uomo di copertina nel 2025?
Bonsignore - Vanja Milinkovic-Savic. In questi mesi di difficoltà tutta la squadra è calata di rendimento: dall'infortunio di Zapata anche quelli che sembravano essere i migliori, da Ricci, ad Adams, Coco, Ilic, sono tutti calati e di tanto. L'unico faro ad essere rimasto costante in questi mesi è il portiere serbo, che ha mantenuto sempre un alto livello di rendimento e in molte occasioni ha salvato la squadra. Se, come dice, ha veramente trovato la serenità che gli mancava negli anni di Juric, allora può essere veramente il punto fisso in porta di cui il Toro aveva tanto bisogno, in grado di dare sicurezza alla difesa e a tutta la squadra (e ai tifosi, che non guasta).
Gonzalez Ruiz - Il nome da tenere d’occhio è quello di Che Adams. Lo scozzese sta mostrando una crescita importante e, a differenza di altri compagni, sembra possedere quella capacità di trascinare il gruppo nei momenti difficili. Forte mentalmente, dedito al sacrificio e con un importante senso del gol, Adams ha già fatto ampiamente intravedere il suo potenziale. L’assenza di Duván Zapata, leader assoluto sia di campo che di spogliatoio, ha aperto uno spazio importante per Adams, che potrebbe prendersi la responsabilità di guidare i granata nella seconda metà di stagione. In un campionato complesso come la Serie A, tatticamente distante dalla Premier League, lo scozzese ha tutte le qualità per affermarsi e fare la differenza. Con continuità e fiducia, Adams può diventare un grosso punto di riferimento.
Sardo - Io dico Samuele Ricci. Il centrocampista granata lo vedo in crescita continua e con Vanoli sta facendo molto bene: il gol segnato nell’ultima partita con l’Udinese è stata la ciliegina sulla torta. In questo 2025 penso che Ricci potrà fare il salto di qualità definitivo prendendo le redini del centrocampo granata: unico fattore da migliorare è la maggiore presenza in zona gol.
Vanoli riuscirà a gettare le basi di un progetto che riporti il Toro in Europa in questo biennio?
Bonsignore - Difficile dirlo. Negli ultimi anni il Toro è andato in Europa soltanto due volte, prima con Ventura e poi con Mazzarri, entrambe le volte per demeriti altrui. A me, personalmente, Vanoli piace, credo che abbia un bello stile tattico, tanta voglia di fare e una grande capacità di adattamento. Penso anche che se ci fosse stato un sostituto di livello di Zapata, il Toro non sarebbe calato così tanto negli ultimi mesi. Tanto dipenderà dalla rosa che la gestione (attuale o futura) sarà in grado di costruire tra gennaio e la prossima estate; e ovviamente un altro grande tema sarà la capacità di Vanoli di costruire un organico in grado di adattarsi e riconoscersi al meglio nelle sue indicazioni tattiche. In 18 partite si sono cambiati 3 moduli, questo dato secondo me indica alla perfezione la capacità di Vanoli di adattarsi ai propri giocatori in base alle necessità del momento. Sono convinto che in futuro, se sarà supportato, potrà dare alla piazza granata tante soddisfazioni.
Gonzalez Ruiz - In una stagione di incertezze, se c’è una figura da consolidare come punto fermo del Torino, quella è Paolo Vanoli. Il tecnico varesino incarna alla perfezione lo spirito granata, dimostrandosi uomo di campo e leader schietto e onesto. A fine ottobre, Vanoli ha lanciato un messaggio chiaro, parlando apertamente di mediocrità e della necessità di un cambio di passo: “Per raggiungere livelli alti, ogni area deve fare uno step. Gli errori sono umani, ma voglio di più, da tutti, compreso me stesso. Le partite si vincono anche nei dettagli”. Oggi, il Torino, come club, deve rispondere a questa chiamata, ritrovando la propria identità e compiendo quel passo in più che negli ultimi due anni ha impedito l’accesso all’Europa. A mio avviso, questa evoluzione richiede un cambiamento strutturale ai vertici. Solo con un progetto chiaro e rinnovato il Torino potrà tornare a sognare. Per ora, l’unico obiettivo realistico rimane la salvezza.
Sardo - Penso che il Torino debba ripartire con Paolo Vanoli. L’ex tecnico del Venezia in questa prima di campionato a mio parere ha dimostrato di meritare la panchina del Torino: la sua personalità ed il suo carisma sono positivi per tutto l’ambiente granata. Quello che è mancato al tecnico granata a il mio modo di vedere è stato un mercato adeguato in estate: se a quello, aggiungiamo anche i vari infortuni (su tutti quello di Zapata) rimediati in queste prime giornate, si può dire che Vanoli non abbia mai potuto lavorare con la squadra al completo. L’Europa in questo momento la vedo molto lontana come obiettivo per i granata, ma nel calcio mai dire mai. Una delle certezze però per me è proprio Paolo Vanoli.
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