Questo è un autunno anomalo. Al Parco Valentino, sulle rive del Po, sono state notate ancora splendide farfalle in quest'ultima settimana, la seconda di ottobre. Fatto raro, rarissimo per il periodo e la latitudine di Torino. Sotto la Mole, però, la presenza di una farfalla aleggia dal 15 ottobre 1967, non è mai volata via. Risiede nei cuori e nelle menti di chi ha vissuto quel calcio, quei brividi, quelle giocate. Non è una farfalla qualsiasi. Non è tinta di tanti colori. Gliene basta uno: il granata. Oggi, 15 ottobre 2023, si celebra il 56° anniversario della scomparsa di uno dei più grandi talenti della storia del Toro: Luigi "Gigi" Meroni. Le farfalle di questo autunno anomalo lo rendono più vicino noi, ce lo fanno immaginare ancora qui nel nostro mondo. Chissà cosa avrebbe potuto fare, chissà dove sarebbe potuto arrivare. Sono quesiti che un po' tutti gli appassionati di calcio si sono posti da quel terribile 15 ottobre 2023 in avanti. Quesiti senza risposta, nei quali però inserire la componente della fantasia, quasi della fantasticheria. Del resto, è stato proprio Meroni a insegnare a un'intera generazione a utilizzare la fantasia: l'ha fatto sul rettangolo verde, con il pallone tra i piedi, grazie a giocate sublimi, a idee visionarie. Vedeva quello che avversari e compagni faticavano a vedere.
Ricordo
15 ottobre 1967, 56 anni senza Gigi Meroni. Ma la leggenda continua a vivere
Dalle giocate del pomeriggio all'incidente di corso Re Umberto: l'ultimo giorno di Meroni
—Anche il 15 ottobre 1967 regalò sprazzi di grande calcio. Quel giorno si disputò la quarta giornata del campionato di serie A. Allo stadio Comunale era in corso il match fra Torino e Sampdoria. In seguito, il roccioso difensore della Sampdoria Giorgio Garbarini sarebbe stato soprannominato Custer – per lo spirito combattivo che mostrava nel lottare come ultimo baluardo della difesa – ma in quel pomeriggio ottobrino di mezzo secolo fa, una farfalla con la maglia numero 7 lo stava facendo ammattire. L’allenatore blucerchiato, Fuffo Bernardini, aveva raccomandato a lui e a tutta la difesa di prestare molta attenzione ai numeri dell’ala granata. “Occhio, ragazzi”, aveva detto il tecnico, “ché quello lì è forte, forte per davvero”. Fino all'ultima giocata è stato uno spettacolo Gigi Meroni, fino all'ultimo giorno (la sera stessa si è verificato il drammatico incidente di corso Re Umberto). A 24 anni e qualche mese Meroni se n'è andato lasciando un vuoto intorno a lui e tante domande. Da calciatore promettente si è trasformato ben presto leggenda, è diventato un Invincibile in più. Anche lui ha contribuito a rendere il Toro un club dannatamente diverso da tutti gli altri. E ancora oggi, a distanza di 56 anni, basta una farfalla, anche fuori stagione, per ricordare quel numero 7 tanto speciale.
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