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1982

1982 - immagine 1
di Guido De Luca
Redazione Toro News

Una sola volta Torino-Milan rappresentò una sfida salvezza per entrambe le squadre. Accadde nel campionato 1981/’82. Il Torino dello scudetto e dei favolosi anni ‘70 era solo più un ricordo, il patron Pianelli era pronto a lasciare il testimone ad un altro presidente e nel frattempo aveva affidato la panchina all’allenatore Giacomini. Si trattava di un Toro giovane; in molte partite la formazione era quasi interamente costituita da giocatori cresciuti nel vivaio di via Filadelfia. Il Milan, allo stesso tempo, stentava a riprendersi dalla prima retrocessione della sua storia, giunta a tavolino per essere stato coinvolto nello scandalo del calcio scommesse. Era subito risalito in serie A, ma non disponeva di un organico competitivo e il presidente Felice Colombo nel corso della stagione consegnò la società all’imprenditore Giussy Farina. Il 10 gennaio del 1982 al Comunale di Torino, dunque, le due squadre si affrontarono nella penultima giornata del campionato di andata. Gigi Radice era l’allenatore del Milan e ritornava per la prima volta nello stadio che lo aveva visto trionfare con i granata. Faceva effetto vederlo impegnato a dare una fisionomia ad una squadra che era lontana parente di quello di Gianni Rivera e dello scudetto della stella. Di nomi importanti non ne erano rimasti e l’unica nota originale era rappresentata dall’attaccante scozzese Joe Jordan. Quest’ultimo veniva soprannominato lo squalo per aver perso numerosi denti dopo un contrasto di testa con un avversario quando giocava ancora in Gran Bretagna. Non era sufficiente comunque per spaventare gli avversari. La partita non regalava particolari emozioni ed era ferma sullo 0-0 sino a quando, a metà del secondo tempo,  il Torino passò in vantaggio con una bella parabola da fuori area di Giacomo Ferri. Non ci fu il tempo di godersi il vantaggio che Battistini del Milan pareggiò di testa. Un solo punto non avrebbe aiutato la classifica degli undici di Massimo Giacomini.Lo striscione riportante le infelici ed ingrate parole “Pianelli Vattene” faceva la sua bella mostra dalla tettoia della tribuna stampa. Al di là della contestazione verso i vertici dirigenziali, il Toro di quell’anno riscuoteva comunque molta simpatia proprio perché costruito in casa. Il giovane Dossena era l’anima della squadra, Zaccarelli, Salvadori e Pulici erano le chiocce di pulcini come Ermini, Cuttone e Bonesso. Facevano intravedere un radioso futuro anche Dante Bertoneri e Pedro Mariani. Era necessario solo avere un po’ di pazienza e sperare che Pianelli trovasse un serio acquirente pronto a rilevare la società. La gara proseguì ed iniziava a farsi sentire anche un po’ di  freddo sugli spalti; l’amaro Ramazzotti era l’unico in grado di scaldare i cuori dei quasi trentamila tifosi accorsi, quando, improvvisamente, l’epilogo della partita, che sembrava già scritto, prese una piega inaspettata.L’arbitro Bergamo di Livorno decise di assegnare un calcio d’angolo al Milan. Con molta probabilità si trattava dell’ultima azione dell'incontro. Tra i presenti iniziarono a sentirsi gli scongiuri affinché non giungesse la beffa finale. La difesa del Torino guidata da Zaccarelli era pronta a respingere l’assalto; in mischia, il goffo pallone messo in mezzo all’area dai rossoneri venne subito respinto per far ripartire un’azione di contropiede. Passarono frazioni di secondo e la situazione si capovolse. Come un lampo, Dossena si proiettò verso la porta avversaria e riuscì a segnare con un secco diagonale. Non ci fu nemmeno il tempo di riprendere il gioco che il direttore di gara fischiò la fine della partita. Quella vittoria permise al Torino di staccarsi dal fondo della classifica e affossò sempre di più il Milan. A fine campionato proprio i rossoneri incorsero nella seconda retrocessione nell’arco di soli tre anni, ma furono le uniche stagioni amare. Il Torino riuscì a salvarsi dignitosamente. Giunse addirittura in finale di Coppa Italia, la terza consecutiva, che perse contro l’Inter.

Inoltre, il 1982 per tutti noi tifosi granata fu significativo per i seguenti motivi:Orfeo Pianelli dopo 19 anni, uno scudetto e due coppe Italia, lasciò la presidenza del Torino.Paolo Pulici, l’idolo della Maratona, vestì per l’ultima volta il granata dopo 16 anni di gol.Beppe Dossena si laureò a luglio Campione del Mondo, con la Nazionale italiana in Spagna, pur non avendo giocato nemmeno un minuto.