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A fari spenti

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di Walter Panero Durante l'estate mi sono chiesto spesso se il titolo che contraddistingue questa rubrica avesse ancora un senso, visto che essa era nata dall'idea di paragonare la stagione scorsa con quella del 1989-90; un paragone che,...
Redazione Toro News

di Walter Panero

 

Durante l'estate mi sono chiesto spesso se il titolo che contraddistingue questa rubrica avesse ancora un senso, visto che essa era nata dall'idea di paragonare la stagione scorsa con quella del 1989-90; un paragone che, purtroppo, apparve ben presto assolutamente blasfemo.Alla fine mi sono risposto che sì, ha ancora un senso. In fondo, la scelta di quel titolo voleva anche suonare come un augurio ed una speranza che, purtroppo, lo scorso anno andarono delusi.La “Risalita”, non so in che modo e neppure quando, è, e dovrà essere, l'unico obiettivo del Toro e quindi la nostra unica e sola speranza. Quella che ancora ci spinge a seguire il Toro. A parlare, magari anche male, di Toro. Quindi che “Risalita” sia!Chiedo fin d'ora perdono per tutte le volte in cui mi staccherò dal Toro per parlare di altri sport o semplicemente di altro. Mi spiace, ma è più forte di me. Lo farò sempre e comunque attraverso i miei occhi ed il mio cuore granata. E pazienza se qualcuno resterà deluso. E oggi di cosa parliamo? Una volta tanto, ma non  consideratela un'abitudine, parliamo di Toro e di questo campionato che sta per iniziare. Con l'augurio che sia davvero quello della “Risalita” del Toro e di tutti noi.

 

Per quanti sforzi di memoria abbia fatto in queste lunghe settimane d'estate, non sono riuscito ad individuare, frugando nel nostro passato più o meno recente, un inizio di stagione che abbia qualcosa in comune con quello che va a cominciare. Lo scorso anno, per esempio, era stato facile illudersi che la discesa in B fosse stata semplicemente un incidente di percorso e che, con quell'organico che quasi tutti gli addetti ai lavori ritenevano un lusso per la categoria, il ritorno in A sarebbe stato poco più di una formalità. Le prime partite, vinte piuttosto agevolmente, avevano illuso anche i tifosi più scettici e sfido chiunque a trovare qualcuno che a settembre non pensasse ad una cavalcata trionfale verso la promozione, paragonabile a quella dei ragazzi di Fascetti nella stagione 1989-90. Io stesso mi ero illuso, tanto che proprio dal parallelo tra la stagione scorsa e quella di vent'anni prima era nata l'idea per questa rubrica. Ora la situazione è piuttosto diversa. Non solo nessuno si illude che questa sarà una stagione facile, ma tutti sono consapevoli delle difficoltà che ci attendono. Alcuni, i soliti pessimisti o sarebbe più opportuno dire disfattisti o gufi, pensano che con questa dirigenza non si andrà da nessuna parte. Che sarebbe meglio retrocedere in C e toccare il fondo, perché solo così il Toro potrebbe finalmente rinascere. Non si limitano a disertare lo stadio, ma arrivano addirittura a sperare che il Toro vada male, visto che a loro dire quello sarebbe l'unico modo per togliere di mezzo Cairo & Company. Facciano pure. Io appartengo ad un'altra scuola di pensiero. Il Toro è una parte di me. E io non tifo e non tiferò mai contro me stesso. Sarebbe davvero sciocco. Questo, sia ben chiaro, non vuol dire difendere l'operato di Cairo sempre e comunque, ma rendersi conto che in questo momento non si vedono all'orizzonte alternative credibili. Che in questo momento, per fortuna o purtroppo, le cose stanno così e non c'è aria che possano cambiare a breve. Quindi non vedo alternative a tifare per questo Toro. Che è e rimane il Toro. Punto e basta. Confido di non essere l'unico a pensarla in questo modo.

Sta di fatto che, per la prima volta nella storia, il Toro che sta per schierarsi ai nastri di partenza della serie B non viene considerato dagli esperti come la favorita del torneo. Per motivi anagrafici non ricordo i tempi della prima retrocessione di fine anni Cinquanta, ma, purtroppo, ho ben in mente tutte le tante, troppe, stagioni cadette disputate dal Toro a partire dalla fine degli anni Ottanta ad oggi. Ebbene, non c'è stata una volta, una sola, in cui sui giornali il Toro non fosse indicato come la squadra favorita del torneo (fatta forse eccezione per la stagione 2005-2006, ovvero quella post fallimento). Previsioni a volte azzeccate (1998-99 con Mondonico, 2000-2001 con Simoni e poi Camolese), più spesso deluse. A parte la stagione scorsa finita come tutti sappiamo, il caso più eclatante fu probabilmente quello dell'anno 1996-97, quando il Toro di Sandreani partì tra mille squilli di tromba, salvo poi impantanarsi presto dando vita alla peggiore stagione della nostra storia.Quest'anno no. Quest'anno tutti parlano di Atalanta, Siena e Livorno come delle favorite del torneo. Soprattutto i nerazzurri bergamaschi vengono visti come i sicuri dominatori del campionato, per organico e tradizione. Il Toro viene dopo. Una cosa che fa arrabbiare molti di noi, che giustamente vorrebbero vedere sempre e comunque il Toro in prima fila. Ma che, paradossalmente, potrebbe anche tradursi in un vantaggio. Partire a fari spenti, o semi accesi, potrebbe significare meno pressione sul Mister e sui ragazzi. Quella stessa, a volte esagerata, pressione che è stata una delle cause principali dello scarso rendimento interno della scorsa stagione. Peraltro, sono convinto che questa sia una squadra con risorse notevoli. Abbiamo alcuni giovani molto interessanti come Goro, Angelino e D'Ambrosio che si sono già distinti (pur tra luci ed ombre) nella scorsa stagione. Ne abbiamo acquistati altri come Stevanovic e Lazarevic. Abbiamo alcuni onesti mestieranti come i “vecchi” Morello e Garofalo e i nuovi Iunco, Obodo e Sgrigna. Abbiamo soprattutto il nostro grande, immenso bomber e Capitano che, a dispetto di tutti i gufi che lo davano per sicuro partente, è pronto nuovamente a gonfiare le reti avversarie. Abbiamo, finalmente (quante volte lo abbiamo invocato negli anni scorsi?), un Mister giovane, motivato, pieno di idee fresche e anche, cosa che non guasta, Piemontese e granata nel cuore e nelle ossa. Non ci resta che lasciarli lavorare. Senza avere fretta. Senza mugugnare al primo tocco sbagliato ed alla prima partita storta. Se anche all'inizio le cose dovessero andar male, cerchiamo di non iniziare a mettere in discussione il Mister e chi lo ha scelto. Facciamo in modo di non contribuire a creare quel clima di tensione che lo scorso anno è stato deleterio per una parte del campionato. Tutti noi, indipendentemente che abbiamo deciso di fare o non fare l'abbonamento, cerchiamo di tornare ad essere uniti. Sosteniamo la squadra. Diamole credito.Questi ragazzi hanno, avranno molto bisogno di noi. Soprattutto all'inizio. Avranno bisogno di sentirci vicini fin dalla partita di esordio col Varese, che qualche furbone ha piazzato di lunedì, tanto per fare un favore a chi, come il sottoscritto, abita lontano da Torino. Io penso che i nostri ragazzi, alcuni dei quali sono quelli della cavalcata del girone di ritorno dello scorso anno, ci daranno grosse soddisfazioni. Divisi siamo nulla. Nient'altro che una tifoseria normale di una squadra normale. Uniti siamo tutto. Cerchiamo di sovvertire insieme un pronostico che non ci vede favoriti. Insieme ce la possiamo fare. Forza Toro sempre, comunque ed ovunque! Buon campionato a tutti i cuori granata!

(Foto: M. Dreosti)