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mondo granata
di Walter Panero
Domenica 15 giugno 2003. Tardo pomeriggio. Stadio “Silvio Piola” di Novara.
“Ragazzi....scusate....io me ne vado...” dice il giovane con la sciarpa azzurra al collo mentre, agitatissimo, tende la mano verso le nostre a mo di saluto.
Intanto, suo fratello Stefano scuote la testa e sorride e noi, cioè l'amico gobbo ed io, lo guardiamo increduli.
“Ma come te ne vai? Proprio adesso che iniziano i supplementari?...” gli dico mimando con le mani tutto il mio stupore.
“....Sì....sì....me me vado....soffro troppo e se resto ancora qui mi viene un infarto....mica voglio rimanerci secco!...” mi risponde ancora il ragazzo di prima.
Credo si chiami Paolo. Non l'avevo mai visto fino ad oggi: mi è stato presentato solo un paio d'ore fa quando l'amico gobbo ed io abbiamo messo piede in questo minuscolo stadio di provincia. Uno stadio che non sembra abbastanza capiente per contenere tutta la gente che c'è dentro. Gente al tempo stesso festante ed impaurita. Gente che suda per la tensione, come se non bastassero i quaranta gradi e forse più che ci sono in questa scatola di cemento. Un caldo che manco in un tappone pirenaico del Tour de France, quando i corridori sfiniti ti chiedono acqua e ancora acqua e tu, che magari ti sei riparato all'ombra fino a poco prima, rinunci alle tue scorte pur di regalare a chi cuoce sui pedali qualche attimo di effimero sollievo. Eppure in campo si sono dati battaglia per oltre novanta minuti, che tuttavia non sono bastati per stabilire chi tra Novara ed Alto Adige, o Sud Tirol per chi volesse usare la loro lingua, il prossimo anno giocherà nella categoria superiore, ovvero la C1. In campionato, i Novaresi sono arrivati davanti di tre punti in classifica e all'andata di questa finale dei play off, tra i monti Alto Atesini, è finita 0 a 0. Alla luce di questo agli azzurri allenati da Mister Foschi basterebbe un pareggio che però, stranezze del regolamento, dovrà essere conservato anche nei tempi supplementari.Una vera, immane sofferenza che spero di non dover provare mai nella mia “carriera” di tifoso (1). E davvero non riesco a biasimare chi, come il ragazzo di prima, non ce la fa e decide di gettare la spugna andando a seguire la partita a casa, o in qualche angolo nascosto di questa città in attesa che sia il ruggito della folla a dare l'annuncio della vittoria. Oppure il suo silenzio a rendere nota la sconfitta.
Cosa c'entro io con questa marea azzurra rumorosa ed agitata? Davvero molto poco. Cosa ci faccio qui in compagnia di un gobbo e di un novarese milanista? Beh...abitando a Torino succede, a volte, di avere degli amici gobbi. Succede che ci si trovi in un'assolata domenica di inizio estate a gironzolare senza meta per le strade della periferia cittadina. Succede che il campionato di A sia finito da qualche domenica ormai, con la loro vittoria e la nostra retrocessione con ultimo posto e record negativo di punti realizzati. Succede anche che il Giro d'Italia sia finito da un paio di settimane e il Tour debba ancora iniziare. Succede che l'elenco di ragazze che sono disposte a trascorrere questo pomeriggio d'estate con noi sia desolatamente vuoto. Succede che ci si annoi a morte e che, all'improvviso a uno dei due, non ricordo chi, venga un'idea luminosa:
“Potremmo andare a trovare il nostro amico Stefano a Novara....”
“Ma cosa dici?....con 'sto caldo....che ci andiamo a fare fin là?...”
“Stupido! Oggi c'è lo spareggio che vale la C1....si potrebbe....”
“Ma dai! Che me frega di....uhm....però....a pensarci bene non sarebbe male.....”
Telefonata. Macchina. Ed ora eccoci qui immersi nell'azzurro e grondanti di sudore. Tutto sommato non ce ne frega più di tanto di come andrà a finire. Però....insomma....a questo punto sarebbe proprio brutto se il Novara perdesse....se i nostri amici, se tutti quei bambini, tutta la gente che abbiamo intorno se ne tornassero a casa piangendo.
E allora vai Novara! Un ultimo sforzo! Tieni duro che ce la puoi fare! Ci sono ancora tutti i supplementari, ma se ne esci vivo puoi coronare il tuo sogno dopo ben sette anni di C2.Mannaggia, però! Questi Alto Atesini sono davvero tosti, non c'è che dire. Ma non lo sentono il caldo? Eppure loro stanno in montagna, mica in questa pianura gelida d'inverno, ma torrida e piena di zanzare d'estate. Più il tempo trascorre e più sembrano tirar fuori energie non si sa da dove. Sono allenati dall'ex terzino dell'Udinese Attilio Tesser (2), e tra essi si mette in evidenza un capellone che si chiama Lomi ed è il padrone assoluto del centrocampo; poi c'è un certo Bertani, un giovane di cui dicono un gran bene, che davanti dà proprio l'impressione di saperci fare (3); e ancora un tale Bachlechner, che a me ricorda una figurina di fine anni '70, il quale nel finale dei supplementari si divora letteralmente due clamorose occasioni da gol.
Ma intanto il tempo passa. Troppo in fretta a Bolzano. Troppo lentamente da queste parti. Intorno a noi è un fiorire di persone che guardano disperatamente gli orologi. I minuti, i secondi sembrano eterni. Che incredibile e meraviglioso contrasto di emozioni, il calcio. Meno dieci. Meno cinque minuti alla fine del secondo tempo supplementare. Tre, due....
“Quanto manca?” mi domanda un signore alla mia destra, con la maglia prima azzurra ma ora resa blu scuro dal sudore e con la faccia rubizza non so se per via della calura o delle troppe birre bevute per cercare di scacciarla.
“Pochi secondi....” gli rispondo dopo aver consultato il mio cronometro, lo stesso che da anni guardo nervosamente quando manca poco alla fine delle partite del Toro.
“Quanti?” mi dicono all'unisono il signore di prima e il mio amico Stefano, col viso a sua volta deformato dalla sofferenza.
“Quindici.....dai che è finita!” esclamo.
Un urlo sovrumano riempie le mie orecchie. In campo, i biancorossi si buttano a terra distrutti dalla fatica e dalla delusione, mentre gli azzurri si abbracciano trionfanti in un delirio di urla e di colori. La gente si abbraccia. Felice. Ci abbracciamo anche noi. E chi se ne frega se io sono del Toro, quello è gobbo, quell'altro Milanista e quello chissà. Questo è uno stadio felice in una città felice. Una città in cui i clacson suoneranno per tutta la notte e non si parlerà d'altro per giorni.
“Tutti a Genovaaaaaaa....tutti a Genovaaaaaa.....” urla qualcuno. Si riferisce al fatto che il Genoa quest'anno è retrocesso in C e il Novara vivrà dunque il sogno di giocare al grande Luigi Ferraris (4). Ma io lo conosco questo qui che urla, penso. E' Paolo, cioè il fratello del mio amico Stefano, quello che al termine dei tempi regolamentari ci aveva salutati e se n'era andato. Io non so, e non saprò mai, dove si fosse ficcato nel frattempo: se in un altro settore dello stadio, a casa, o sotto una pianta a ripararsi con una bella birra in mano. Quello che so è che ora è qui. E abbraccia tutti quanti. Non so se li conosce tutti, ma li abbraccia lo stesso. Da questo momento, quando cercherò di immaginare una persona felice, non potrò fare altrimenti che pensare a lui.
Sono le sette passate quando abbandoniamo quello che oggi, per circa tre ore, è stato il nostro forno e il nostro teatro di sofferenze e di gioie. Attorno a noi solo gente felice. Alla faccia di tutto e tutti. Poi magari il prossimo anno sarà durissima e si dovrà lottare per salvarsi. Ma questo non è il momento per pensarci. Questo è il momento di godersi il momento. E di festeggiare. Per tutta la sera. Per tutta la notte. Magari per giorni e giorni.
“Andiamo a farci una birra?” propone Stefano rivolgendosi a me ed all'amico gobbo.
Guardo l'ora. E' tardi. Mi piacerebbe, ma vorrei anche cercare di andare a votare per il referendum.
“Ma no, dai, se mai la prossima volta...” gli rispondo.
“Chissà....magari la prossima volta verrai qui a vedere il tuo Toro....” mi dice lui scherzando, ma forse non troppo, mentre l'amico gobbo se la ride.
“...ah beh...allora potremmo fare direttamente quando giocherete in A contro la Juve e verrò a tifare per voi...o magari saranno i gobbi a finire in B per illecito....” ribatto ancora col sorriso furbetto di chi la sta sparando grossa. L'amico gobbo, intanto, continua a ridere....
Non so quando ci vedremo, penso mentre me ne torno a casa. Forse in occasione di qualche concerto. O magari per una bella pedalata lungo il lago d'Orta, come quella volta in cui cercò di staccarmi in salita e quasi gli venne un infarto. Ma certo non in occasione di una partita. Va bene che il Toro è messo male, ma adesso non esageriamo. Il prossimo anno si torna subito in A e penso che questi minuscoli stadi di periferia continuerò a vederli solo in cartolina. O al massimo nelle domeniche di giugno in cui non avrò niente di meglio da fare che venire sin qua.
Sette anni e mezzo dopo....
Non immaginavo che con Stefano, da allora, ci saremmo visti una volta sola in occasione di un concerto a Torino qualche anno fa. E soprattutto non potevo sospettare quanto da quel momento sarebbe successo alle nostre rispettive squadre. Come sappiamo, dopo la retrocessione di quell'anno, ce ne siamo rimasti in B per ben tre stagioni, ovvero fino alla gloriosa estate del 2006. Pensavamo che, con l'avvento di Cairo, l'agonia fosse finita, e invece....eccoci qua: tornati al punto di partenza senza che si riesca a vedere il fondo di questo oscuro tunnel.Il Novara, da par suo, si stabilizzò in quella che all'epoca si chiamava C1 e adesso è la Prima Divisione di Lega Pro. Fino alla promozione dell'anno scorso ed al campionato fenomenale della stagione tuttora in svolgimento.Quando ero ragazzino e il lunedì la striscia sportiva del telegiornale regionale trasmetteva i servizi dall'allora innominato stadio di Viale Kennedy, mi faceva sorridere quel minuscolo stadietto: mai e poi mai avrei pensato che un giorno, in quello stadietto, sarebbe sceso in campo il mio Toro. E non per un'amichevole estiva, ma per un match di campionato.A dirla tutta, se in quel pomeriggio torrido di quella torrida estate del 2003 qualcuno mi avesse detto che di lì a qualche anno sarei effettivamente tornato in quello stadio per seguire il Toro, gli avrei dato del gobbo col cervello bruciato dalla canicola e dalle troppe birre ingurgitate. E se quel qualcuno avesse aggiunto che il Novara ci avrebbe preceduto di tredici punti, avrei immediatamente chiamato i Carabinieri per farlo rinchiudere alla neuro.
Non so come andrà a finire la partita di lunedì prossimo, ma so per certo che farà molto meno caldo che in quella domenica lontana. Inoltre, potrò finalmente riabbracciare il mio amico Stefano, perso anni fa e ritrovato a settembre per telefono proprio alla vigilia della partita d'andata. Gli ho promesso che al ritorno sarei stato presente ad ogni costo. E, al di là di tutto e a dispetto di tutti i divieti, lunedì ci sarò!Comunque vada, al termine del match, due ex ragazzi con le sciarpe dai colori diversi si allontaneranno insieme dallo stadio per assaporare finalmente quella birra sfumata tanti e tanti anni fa. Alla faccia del Toro, del Novara, della serie B, e soprattutto di coloro che queste cose non le sanno e che impediranno allo stadio di dipingersi almeno in parte di granata come invece sarebbe stato giusto e bello.Ma questa questa è un'altra storia. Ora pensiamo alla partita. E alla birra che probabilmente mi verrà pagata, visto che di solito, in questi casi, paga chi vince. A meno che, per miracolo, il Toro non si svegli dal torpore e si ricordi di essere il Toro. Sveglia ragazzi! Non è ancora finita! Affronteremo una squadra molto forte, ma di sicuro non il Barça; e il Piola pur stracolmo, con tutto il rispetto, non è il Camp Nou. Ricordatevi che all'andata, almeno per un tempo, li avete messi sotto. Tredici punti sono un'enormità e non ci facciamo certo grandi illusioni. Ma quei pochi che saranno presenti allo stadio, e quei tanti che vi seguiranno da casa vi chiedono una sola cosa: lottate fino alla fine e uscite dal campo a testa alta dopo aver dato tutto quello che avete dentro.
Forza Toro sempre, comunque ed ovunque!
Domenica 15 giugno 2003
Novara. Stadio “Silvio Piola”
Novara – Alto Adige/Sud Tirol 0 a 0
Novara (All. Foschi): Bini; Polenghi, Colombini; Braiati, Cioffi, Ciuffetelli; Brizzi (91' Morganti), Monza, Eghedi (52' Carlet), Palombo, Bresciani (96' Bigatti)
Alto Adige/Sud Tirol (All. Tesser): Servili; Mallus (56' Merzek), Frau; Fabris, Lomi, Gervasoni; Fimognari (50' Odair), Zecchin, Sinato (58' Bachlechner), Nardi, Bertani.
Arbitro: Romeo di Verona
Spettatori: 5.220 per un incasso di 72.525 euro
Ammoniti: Bini, Colombini, Palombo, Braiati (Novara); Frau, Mallus, Nardi e Gervasoni (Alto Adige)
Corner: 3 a 3
(1) Speranza vana, come purtroppo abbiamo imparato sulla nostra pelle negli anni successivi. (2) Sì, sì: proprio quel Tesser. Cioè questo Tesser.
(3) Sì, sì: proprio quel Bertani. Cioè questo Bertani.
(4) In realtà, il Novara non ci andò a giocare al Ferraris, almeno non quell'anno, visto che i rossoblu genovesi in estate vennero ripescati in B per “meriti sportivi” in seguito al cosiddetto “caso Catania” che portò l'allargamento della serie cadetta a 24 squadre. A far incontrare Genoa e Novara in C nella stagione 2005-2006 pensò poi Preziosi con la sua valigetta.
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