Il 10 giugno 2001 il Torino si reca a Salerno per l’ultima partita del campionato. E’ una gara ininfluente ai fini della classifica. La Salernitana è già salva, non corre rischi di retrocessione, mentre i granata, allenati da Camolese, sono ormai matematicamente promossi da due giornate. E’ una di quelle partite che vorrebbero evitare tutti di giocare. Serve solo da passerella finale per salutare il pubblico e augurarsi una buona estate. Il Torino, però, ha ancora un obiettivo da raggiungere: il record di punti totalizzati in un campionato di serie B. Fa caldo e il campo di Salerno è sempre insidioso; in attacco i campani hanno anche un giocatore del calibro di David Di Michele. Nonostante questo, la squadra granata onora l’impegno e chiude la partita nel primo tempo. Segnano Riccardo Maspero e Ciccio-gol Artistico. In 38 giornate, il Toro totalizza così 73 punti, una media di quasi due punti a gara. La squadra granata gioca in modo sciolto, i compagni si trovano a memoria. Il merito è stato di Mister Camolese subentrato a Gigi Simoni dopo poche giornate dall’inizio del campionato. Senza aver mai avuto esperienze in una prima squadra, Camola appare da subito una scommessa azzardata. Lascia la squadra Primavera che stava allenando e in punta di piedi ricostruisce uno spogliatoio sfiduciato e senza nerbo. Affida le redini del gruppo al veterano Maspero e trova in Antonino Asta un formidabile corridore e trascinatore della squadra. Rinuncia anche all’esperienza in attacco di Marco Ferrante, che a gennaio va in prestito all’Inter. Per sua fortuna, i gol giungono da Schwoch, un po’ meno da Corrado Colombo, che comunque risulta essere una buona spalla del primo attaccante. Camolese riesce anche a sistemare la difesa con i centrali Galante e Delli Carri che giocano la maggior parte delle gare da titolari. Solo qualche apparizione per il Pelato Mauro Bonomi. Il centrocampo è in mano a Diego De Ascentis e a Brambilla; al loro fianco si ritaglia spesso un po’ di spazio Tricarico, giocatore di grinta e agonismo, ma dalla classe non cristallina. Oltre ai già citati Asta e Maspero, è sovente l’estro di Pinga a deliziare la platea, mentre Scarchilli non riesce a recuperare dall’operazione al menisco della stagione precedente e gioca solo 3 spezzoni in tutto il campionato. E’ un Torino che fa del collettivo la sua forza e appare una squadra felice di giocare. Avrebbe ricominciato il campionato dalla domenica successiva alla partita di Salerno. Questo spiega come mai anche in una partita apparentemente senza significato, il Toro abbia giocato una gara con concentrazione e determinazione pur schierando diverse riserve. A Salerno, per esempio, giocò in porta il terzo portiere Nista; in difesa trovò spazio un esordiente giovane del vivaio: Daniele Martinelli. Entrò a partita in corso anche un giovane argentino di proprietà dell’Inter, Raimundo Sixto Peralta, che aveva da poco segnato la sua prima rete in granata nella partita con il Cosenza di appena sette giorni prima. Quel Toro era una squadra già pronta per il massimo campionato, che si sarebbe liberata durante l’estate di qualche giocatore in scadenza di contratto o poco utile alla causa, ma che avrebbe conservato lo spirito gagliardo per raggiungere una tranquilla salvezza mettendo alle corde l’altra squadra di Torino in entrambi i derby.
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