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Il 15 ottobre a Torino piove sempre. Come succede da diversi anni a questa parte, è sotto la pioggia che si è tenuta la breve ma sentita commemorazione di Gigi Meroni davanti alla lapide che lo ricorda, all’altezza del civico 46 di corso Re Umberto. Don Riccardo Robella, padre spirituale del Torino, ha effettuato una breve omelia ricordando il personaggio Gigi e l’importanza di custodire e tramandare la tradizione del suo ricordo anno dopo anno. Presente Alberto Barile, direttore operativo del Torino, che ha deposto la corona di fiori del club: “Gigi era vita, era arte, era cultura. Un personaggio e un giocatore unico, non a caso è raccontato da una vasta letteratura, e ritrovarci qui ogni 15 ottobre è un atto bello e dovuto”. Non è mancato nemmeno Angelo Cereser, presidente dell’Associazione ex calciatori granata Onlus: “Ritrovarci qui è bello per noi che lo ricordiamo come calciatore e soprattutto come persona”. Così Leonardo D’Alessandro, presidente del Circolo Soci che custodisce i luoghi della memoria granata tra cui anche la Lapide del Grande Torino a Superga: “Io ho visto l’ultima partita di Gigi, Torino-Sampdoria 4-2. Per il suo coraggio nello sfidare i pregiudizi e il suo estro è un simbolo dei nostri colori”.
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