Valenza, provincia di Alessandria, è la capitale della manifattura orafa piemontese. Anche lì, il gioiello più prezioso è la fede granata, incastonata nella tradizione e nella passione dei tifosi. Nel ristorante delle Terme di Monte Valenza si è tenuta la cena sociale. Il giorno scelto è infelice: martedì 16 maggio, serata dedicata alla partita del “trentennale dello scudetto”, quindi nessun ospite del passato trionfale. Ma a Valenza i talenti e le glorie ci vivono e sono addirittura due: la prima, un grande, Gianni Bui, l’altra, la promessa per il futuro Andrea Gorani. Oltre ai due campioni locali, come rappresentanti della Primavera erano presenti l'allenatore Antonio Pigino e l'attaccante Paolo Bellucci, mentre della prima squadra Vryzas e Orfei, accompagnati dal dirigente Dario Mazza. Due club sono venuti a rendere omaggio agli amici di Valenza: quello dedicato a “Mamma Cairo” di Alessandria e un gruppo molto particolare gli “sbufasa group” che spiegano: “Sbufasa in dialetto locale vuol dire “scoppiato” e noi - dice il portavoce – siamo un gruppo che non ce la fa più, perché siamo tutti scoppiati. Ma adesso con la Juve in C staremo meglio”. “È bellissimo essere a casa – dice Andrea Gorani - ritrovare gli amici, la gente che conosco. Loro, a volte mi guardano in modo diverso, pensano a me quasi come un futuro protagonista del Toro, io, però non mi sento cambiato, sono sempre il ragazzo di allora. Il Toro mi è entrato dentro poco per volta, adesso sento la responsabilità di fare bene per questi tifosi, il mio futuro è nelle mani della società”.
mondo granata
A Valenza l’oro è granata
Il nobile terzino della prima squadra, detto il “barone”, pensa alla fine del campionato: “Sicuramente per noi è più difficile del Catania – sostiene Orfei - faremo delle grandi partite e cercheremo di vincere come abbiamo sempre fatto e poi…. Chissà, forse il miracolo”. Dopo parla l’attaccante greco: “Quanto sono belli i tifosi del Torino, l’affetto e l’entusiasmo che ci donano è meraviglioso!”. Il Toro club di Valenza è nato storicamente nel 1963, ma solo il 16 maggio 2006 ha deciso di affiliarsi a Torino F.C., quindi è un battesimo, seppur tardivo. “Ha 43 anni ma è nato oggi – ricorda il presidente Enrico Terzano – perché abbiamo sempre lo stesso entusiasmo, come allora siamo sempre vicini al Torino”, ovviamente il presidente ha una oreficeria, chi più di lui può trovare un metallo prezioso da paragonare alla nostra fede: “Il Toro non d’oro: è di platino. Il più pregiato, mentre la Juve è un sassolino di fiume senza alcun valore”. Sostiene Luciano Bajardi, consigliere: “Non è facile essere granata, però penso che dal punto di vista calcistico sia la cosa più bella del mondo, perché non abbiamo avuto mai regali da nessuno e abbiamo sempre vinto solo sul campo”.L’ultima testimonianza è quella di Gianni Bui: “Lo spirito che ho assaggiato e vissuto in quei quattro anni è indimenticabile, un modo di vivere che lascia il segno”. Ricorda Ferrini: “Eravamo compagni di stanza, solo con lui si imparava, non solo a giocare, ma anche a stare al mondo. Quando è mancato, mi è morto un fratello” poi fa un paragone tra il suo calcio e quello attuale “È diventato più veloce, più tecnico e ci sono più pressioni. Adesso ci sono molti più interessi ed è molto più difficile rimanere puliti. Era meglio allora”. La cena è finita, ma prima di andare via, tutti si alzano dai tavoli e all’unisono cantano: “È lui! È lui! È Gianni Bui!”.
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