Rieccoci, cari lettori,con lo speciale estate della rubrica Mi RiTorni in mente.Se ricordate bene, lo scorso anno, avevamo ripercorso insieme le sessioni di calciomercato del Torino Calcio dal lontano 1978 sino ai giorni nostri. Eravamo partiti dalla curiosa notizia apparsa su di un quotidiano sportivo torinese dell’interessamento dei granata, allora allenati da Gigi Radice, per un giovanissimo Diego Armando Maradona () ed avevamo concluso con un’immagine sfumata sul potenziale della neo-promossa squadra granata se non fosse giunto come un fulmine a ciel sereno il fallimento societario del 2005 ().Quest’estate, con la tristezza ancora nel cuore per un’inaspettata retrocessione, riprendiamo il discorso da dove l’avevamo interrotto. Ripartiamo con un approfondimento sulla prima delle due stagioni in cui Renato Zaccarelli e Roberto Cravero ricevettero il compito di rimettere insieme i cocci di un Torino disastrato. Siamo al penultimo anno della gestione targata Franco Cimminelli. Il primo gravoso impegno di Zaccarelli è quello di rifondare una squadra senza alcuna possibilità economica. Si gioca il campionato di serie B 2003/2004 e si decide di assegnare la panchina ad un altro ex granata, Ezio Rossi, che tanto aveva fatto bene con la Triestina un anno prima. Sul campo si riparte dalle colonne portanti della squadra: Marco Ferrante su tutti. In attacco gli si affianca Tiribocchi, rientrato alla base dopo anni di prestiti in varie società, mentre lo svedese Osmanovski è ai margini della squadra. Quest’ultimo verrà sostituito come rincalzo del reparto offensivo da Fabbrini, attaccante cresciuto nel Pinerolo e affermatosi nel Modena, e a gennaio dall’arrivo di Rubino, altra giovane scommessa che mosse i primi passi nel Bari. A centrocampo trova spazio il compagno ideale per De Ascentis; è belga e si chiama Walem. Di ruolo regista, proveniente dallo Standard di Liegi e con un passato nell’Udinese, fa intravedere sin da subito delle ottime potenzialità, salvo poi spegnersi cammin facendo. A completare il pacchetto di mediana i reduci del campionato precedente: Conticchio e Vergassola (costui chiederà poi di essere ceduto nella pausa invernale a causa di forti contestazioni ricevute dalla tifoseria) e il veterano Fuser, accasatosi di nuovo in granata per concludere definitivamente la sua carriera. Il fantasista della squadra è il brasiliano Pinga, al suo rientro dal prestito al Siena. La mossa più azzeccata della coppia Zaccarelli-Cravero consiste comunque nella scoperta del congo-belga Mudingay. Arriva dal Gent a campionato in corso e fa innamorare subito di sé i tifosi granata per il suo spirito di sacrificio e per la sua atleticità.Le note dolenti sono, invece, rappresentate dalla difesa. Ad affiancare, in mezzo alla difesa, un discontinuo Fabio Galante, giunge dal Portogallo (esattamente dal Beira Mar) l’argentino Mariano Antonio Fernandez, dalla chioma fluente, ma dallo scarso rendimento. Gioca meglio di lui Mandelli, rientrato al Torino dopo due stagioni al Siena, mentre non lascia il segno il difensore Adami, che sino ad allora aveva sempre giocato in Veneto tra Treviso, Vicenza e Venezia. Alle loro spalle, tutti i giovani cresciuti nel vivaio granata che tanto faranno bene poi negli anni a seguire. Da Balzaretti a Marchese, dall’ormai affermato Mezzano a Daniele Martinelli.Un capitolo a parte merita, invece, l’acquisto del marocchino Abdelilah Saber, considerato un eroe in patria. Dopo una stagione al Napoli, passa al Torino. Non rimarrà impresso nella centenaria storia granata per le sue prestazioni, ma fino ad oggi vanta il primato di essere stato l’unico giocatore del Marocco ad aver vestito i nostri colori.
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