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Addio Belotti? Parola ai club: “Ci aspettavamo un comportamento diverso”

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Tre domande a settimana sulla situazione in casa granata, dall’altra parte del microfono tre presidenti di Toro Club in giro per l’Italia

Beatrice Andreello

Tre domande, tre pareri e un dibattito tra il pareggio nel della Mole ed uno sguardo al futuro. Torna “Parola ai Club”: il format pensato da Toro News per dare voce ai Club granata sulla prima e più importante testata giornalistica online dedicata al Torino FC. Tre diversi presidenti di tre Toro Club sparsi in giro per l’Italia sono i protagonisti di questo format. Per questa puntata parola a Aldo Cappon (Toro Club Veneto Granata "Aldo e Dino Ballarin"), Lorenzo Pistamiglio (Toro club Sauro Tomà) e Manuel Possetti (Toro Club Macello Granata).

L’addio di Belotti è ormai sempre più probabile: giusto che le strade si separino dopo sette anni?

Cappon - Dopo 7 anni è purtroppo una cosa che può accadere, non sarà facile trovare un altro giocatore che lo possa rimpiazzare e che possa raggiungere i suoi numeri in poco tempo. Dispiace perché dopo tutti questi anni era diventato una bandiera per la squadra e per i tifosi, e anche un punto di riferimento per molti bambini. Queste decisioni prese a metà lasciavano un po’ intendere che alla fine avrebbe cambiato squadra, e tra le motivazioni principali non c’è tanto la questione economica, quanto la squadra competitiva, che la società non è riuscita a costruirgli attorno.

Pistamiglio - Logicamente, tutti i tifosi ormai, me compreso, hanno Belotti nel cuore. È un bravo ragazzo, sempre disponibile, ma ciò che secondo me gli è mancato è stato il sostegno del presidente. Non ha avuto una persona dietro che lo sostenesse, come lui stesso ha dichiarato, con una squadra competitiva, perché Belotti stesso aveva precisato che non era una questione di soldi, ma semplicemente la squadra con cui avrebbe dovuto giocare sarebbe stata da organizzare in modo diverso. Adesso è in piena carriera, ed è normale, anche per le motivazioni citate prima, che lui voglia cambiare. Se alle spalle ha un presidente che non partecipa, senza strategie economiche e che non concretizza, ma che si comporta nel modo in cui sta facendo adesso, ovvero tutte le cose raggiunte all’ultimo minuto (anche in riferimento al mercato, dove molte volte alla fine altre squadre ci hanno preceduto) e che infonde solo odio nei tifosi, è normale che il ragazzo dopo tanto tempo si stufi e voglia cambiare.

Possetti - Penso che sia giusto che dopo 7 anni un giocatore voglia cambia squadra e aria. Alla sua età, a 30 anni è normale che ora che ha più esperienza voglia anche cercare di vincere qualche trofeo o competizione in più. Sono d’accordo sulla sua possibile scelta di andare via, ma non sul metodo con cui ha affrontato tutto questo: il suo comportamento nel gestire questa situazione l’ha portato a trasmettere una persona che lui in realtà non è. Avrei preferito, da tifoso, che dopo la partita contro la Roma avesse fatto il giro del campo, avesse salutato e nessuno avrebbe potuto dirgli niente, e invece è semplicemente, come dire, scappato nel silenzio, senza esprimere opinioni e pareri. In questo modo ha dimostrato di non avere diciamo rispetto verso i tifosi e soprattutto verso la maglia, quando negli anni passati ha dimostrato tutto il contrario.

 

Molti tifosi non hanno capito il silenzio del Gallo: vi sareste aspettati più chiarezza da parte del capitano?

Cappon - Da capitano mi aspettavo un comportamento un po’ diverso: dopo l’ultima partita di campionato contro la Roma mi sarei aspettato che si esprimesse, o che almeno salutasse i tifosi a fine partita. E invece l’unico risultato è stato che ha temporeggiato per diverso tempo, magari anche per mancanza di coraggio nel dire ai tifosi ciò che sarebbe stata la sua decisione.

Pistamiglio - Ma come ho detto prima per Belotti non è mai stata una questione di soldi, per quanto mi riguarda lui è stato chiaro fin da subito è quello che doveva dire l’ha detto: se avesse avuto una squadra competitiva al suo fianco, sarebbe rimasto. Esattamente come Juric ha dichiarato che i giocatori che deve avere a disposizione devono essere del Toro, se non rinnovano non vengono considerati del Toro. Non deve riempire i giornali con dichiarazioni o cose varie, tutto quello che aveva da dire l’ha detto anche in anticipo a volte. Mi stupisco che abbia aspettato così tanto, in queste circostanze, per andare via.

Possetti - Sì, mi sarei aspettato che avesse affrontato la questione in maniera diversa: ad esempio, se avesse fatto come Insigne, che già con le idee chiare di voler andare via è andato a salutare tutti i tifosi al termine della partita, o se avesse fatto come Moretti quando ha deciso di ritirarsi dal calcio, che ha indotto una conferenza stampa spiegandone i motivi e salutando i tifosi, si sarebbe guadagnato anche il rispetto di quei tifosi che adesso lo guardano con occhi diversi. Dal mio punto di vista non è concepibile che un giocatore come lui, così attaccato alla maglia, diventato una bandiera per la squadra e i tifosi, e che a Superga ha letto tutti i nomi dei caduti, si sia comportato in questa maniera.

 

A livello tecnico, quanto pensate che possa pesare la perdita di un giocatore come Belotti?

Cappon - Sicuramente influirà sulla squadra, come ho detto prima trovare un altro giocatore che riesca a raggiungere i numeri di Belotti non è facile, anche considerando i gol. Se qualcuno riesce poi a fare tanti gol come il Gallo ben venga, ma sarà difficile. Adesso bisogna però vedere quali giocatori sono i 10 che ha chiesto Juric, e decidere poi se possano essere all’altezza o meno.

Pistamiglio - Certo, ma alla fine è stato tutto un errore del presidente. Su questo ragazzo ci si poteva investire in modo diverso, e in tempistiche diverse. Se avesse cercato di rinnovare anticipatamente, avrebbe anche risparmiato sull’ingaggio, mentre adesso si trova con un giocatore in meno, uno da comprare e a cui pagare l’ingaggio. Il presidente, come ho ribadito prima, avrebbe dovuto gestire tutta la situazione meglio di come è stato fatto, e Belotti si è solo adeguato alle conseguenze. Se non hai un presidente alle spalle che ti sostiene, è come se non avessi niente in mano.

Possetti - Sicuramente sì, a livello tecnico la squadra ne risentirà parecchio. Ma non tanto per il numero dei gol, per questo basta trovare qualcuno che riesce a concludere un po’ più del Gallo. Nel Toro abbiamo Sanabria, e adesso c’è anche Pellegri che ha appena rinnovato, e magari l’anno prossimo potrebbe essere, spero, l’anno del suo riscatto. Però come attaccamento alla maglia, trovare un altro giocatore che si affezioni così tanto e che lasci il segno in questa maniera è molto difficile.

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