Giovedì 9 febbraio 2012Caro Diario,ci sono giorni in cui tutto è fatica e mal di testa e incomprensione e male alle ossa e nostalgia e voglia di tirare pugni contro al muro e naso chiuso e gola in fiamme... poi ti passa vicino qualcuno che ti conosce bene, qualcuno con cui condividi passioni ed emozioni, ti dice: "Fratella... non ti vedo bene: vieni qui, ti do un abbraccio...", gli dici: "Sorello... forza Toro...", vi abbracciate, passano di lì altre persone, una di esse commenta: "Fratella? Sorello? Voi del Toro siete tutti matti..." e ti senti subito meglio: via la fatica, avanti la voglia di ridere, nonché un mare di ringraziamenti al Fato che ci ha fatti così.Venerdì 10 febbraio 2012Caro Diario,ieri in pausa pranzo.Tre peppie più la sottoscritta.Totale: quattro peppie.La prima: splendida e dolce creatura, una Donna con cui amo parlare del passato.La seconda: classica persona sfuggente e molto molto moooooolto snob. Incintissima.La terza: una Donna Granata, nonché amabile dialogatrice.La quarta: me medesima.Mentre la prima sorseggia il caffè, la terza dice alla seconda: "Speriamo che il bimbo sia del Toro...". Lo dice perché, in quel contesto, la seconda inibisce qualsiasi tentativo di discorso e anche perché la terza è gentile, sempre tanto gentile.La seconda risponde con tono di sufficienza: "Impossibile. Faremo di tutto per tenerlo lontano dal calcio: è uno sport che assolutamente non riveste alcuna importanza per noi, pertanto si interesserà ad altro."Gelo.Mi schiarisco la voce e, avviandomi verso l’uscita del bar, dico alla seconda: "Fai attenzione a ciò che chiedi agli Dei, perché gli Dei potrebbero dartelo. Ciao ciao..."Una mezz’oretta dopo la terza mi contattava per dirmi che ero stata grande.Io ridimensionavo la cosa dicendole che avevamo avuto la prova scientifica - se ce ne fosse stato bisogno - che si può essere gobbi nell’anima anche senza provare alcunché nei confronti del giuoco del calcio.Anche perché giuve e giuoco del calcio sono due concetti difficilmente accostabili.Cose che accadono, pensieri che si accavallano, spunti che si palesano: così, tanto per dirti quanta gente antipatica esista al mondo.Anche io sono antipatica, ma tendo ad essere sagomina: viva viva trallalà.Tra l’altro... ho appena detto ad Ale che domani non sarò allo stadio, ma guarderò la partita con una coperta sulle gambe e la bandierina piccola in mano.Si è messo a ridere perché ha detto che nella sua testa gli sembravo Snoopy.Bau, dunque, e forza Toro.Sabato 11 febbraio 2012, Torino-Nocerina 3-1, seraCaro Diario,sto tornando alla mia antica passione: gli incipit.Leggi questo:PARLA MORGANA: Ai miei tempi sono stata chiamata in molti modi: sorella, amante, sacerdotessa, maga, regina.Si tratta di Le Nebbie di Avalon. Un bel polpettone, ma leggibile.Eh, cara Morgana... ai miei tempi anche io sono stata chiamata in molti modi, alcuni preferisco tacerli per modestia, altri per lesa maestà [N.d.R. È sarcasmo. Ogni tanto è opportuno specificare] Soprattutto, ai miei tempi non sono mai stata chiamata con il mio nome. Ognuno, negli anni, ha scelto un nomignolo con cui appellarmi. Ora, invece, accade che sempre più persone mi chiamino con il mio nome di battesimo e a volte... oh sì, a volte non capisco che si stanno rivolgendo a me. Che cosa strana.E che cosa ne dici di questo?Chiamatemi Ismaele. Alcuni anni fa - non importa quanti esattamente - avendo pochi o punti denari in tasca e nulla di particolare che m'interessasse a terra, pensai di darmi alla navigazione e vedere la parte acquea del mondo. E' un modo che ho io di cacciare la malinconia e di regolare la circolazione. Ogni volta che m'accorgo di atteggiare le labbra al torvo, ogni volta che nell'anima mi scende come un novembre umido e piovigginoso, ogni volta che mi accorgo di fermarmi involontariamente dinanzi alle agenzie di pompe funebri e di andar dietro a tutti i funerali che incontro, e specialmente ogni volta che il malumore si fa tanto forte in me che mi occorre un robusto principio morale per impedirmi di scendere risoluto in istrada e gettare metodicamente per terra il cappello alla gente, allora decido che è tempo di mettermi in mare al più presto. Questo è il mio surrogato della pistola e della pallottola. Con un bel gesto filosofico Catone si getta sulla spada: io cheto cheto mi metto in mare. Non c'è nulla di sorprendente in questo. Se soltanto lo sapessero, quasi tutti gli uomini nutrono, una volta o l'altra, ciascuno nella sua misura, su per giù gli stessi sentimenti che nutro io verso l'oceano.Si tratta di Moby Dick, di Herman Melville, traduzione di Cesare Pavese (Cesare Pavese!).Caro Ismaele... sai qual è il mio surrogato della pistola e della pallottola? Il Toro.Il Toro, la fotografia, la Luna: i miei oceani. Sì, pure io, nella mia misura, sperimento l’oceano ed è la mia salvezza.Sai come ho reagito al goal di D’Ambrosio? Con la rabbia. Non so spiegartene bene il perché... o forse sì.Sì, sì, dai... era la rabbia del "ca§§o, allora sai fare le cose per bene". Quella cosa che mi suscitava anche Rosina... ti ricordi Rosina? Io l’ho quasi dimenticato - ingrata - ma ricordo bene la rabbia che mi faceva venire quando lasciava intravedere quei guizzi che me l’avevano fatto tanto apprezzare.Passiamo oltre.Il gol di Vives: bene, ho pensato ed ho gridato GOAL!!! Con voce gracchiante e facendo cadere a terra la coperta che avevo in grembo.Già... ero a casa con ‘st’influenza balorda che, avvinta come l’edera, mi ha relegata davanti alla tivvù a vedere la partita.E poi il terzo goal, il goal di Steva, ha spento definitivamente rabbia e altri retropensieri con cui, talvolta, amo torturami e ho fatto del tavolo tamburo e della mia residua voce ho perso le tracce: buon per tutti, via.Anche il Toro è stato chiamato in tanti modi... invincibile, indomito, inafferrabile, istrionico, indecente, indecoroso... perché mi vengono in mente solo parole che iniziano con la i? Boh, forse è meglio che per oggi lasci perdere le domande e mi dedichi ad altri incipit. Uh, anche incipit inizia con la i... Lunedì 13 febbraio 2012Caro Diario,tra una settimana si gioca di nuovo.Contro i Ciclisti.Ricordi com’era andata all’Andata? (sic)Eravamo finiti sotto di un gol e si era pensato che non avrebbe potuto andare diversamente.Avevamo pareggiato e si era pensato che, in fondo, se la potevano giocare.Infine avevamo vinto e si era pensato che non ce ne sarebbe più stato per nessuno.Mai equilibrio, vero?Vabbe’, anche questo fa parte del gioco.La mia regola preferita rimane quella di badare ai fatti miei.Trovo noioso ed inutile, financo dannoso, sbeffeggiare chi naviga in cattive acque... soprattutto dal momento che non ci siamo ancora scrollati di dosso tutta la mucillagine del nostro navigare in acque fetenti.E quindi chi se ne frega chi andremo ad incontrare lunedì prossimo: si pensi a vincere indipendentemente. Punto.In ogni caso ribadisco che non ho ancora capito come ca§§o si faccia a tifare la Samp.Martedì 14 febbraio 2012Caro Diario,San Capitano: auguri!Io festeggio sempre San Valentino e lo faccio ricordando te, mio Capitano, ricordandoti ancora di più.Che poi... questo è il bello di essere del Toro: conoscere il di più e, quindi, essere in grado di andare oltre, [Star Trek mode ON] dove nessuno è mai giunto prima [Star Trek mode OFF].Poi ti devo raccontare di quelli che preferiscono tifare contro quelli che hanno affrontato, affrontano, affronteranno il Toro piuttosto che per il Toro, ma non adesso, non adesso...
mondo granata