mondo granata

Al di là

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di Silvia Lachello Domenica 27 marzo 2005Caro Diario,sono felice.La piccola Giulia cresce serena e sorride al risveglio, il grande Davide sta imparando ad essere un fratello.Però... però. Però mi manca qualcosa.Mi manca...
Redazione Toro News

di Silvia Lachello

 

Domenica 27 marzo 2005

Caro Diario,sono felice.La piccola Giulia cresce serena e sorride al risveglio, il grande Davide sta imparando ad essere un fratello.Però... però. Però mi manca qualcosa.Mi manca la vita da stadio.Ma non è neppure questo.Quello che mi manca di più è tutta la 'liturgia' che si innesca la mattina del giorno della partita.L'evento 'partita' non nasce nel momento in cui i giocatori entrano in campo ma quando l'arbitro fischia una, due, tre volte.Cioè... oh, è così difficile da spiegare...L'arbitro fischia tre volte ed immediatamente dopo, proprio in quel momento, inizia ad esistere la prossima partita in embrione.Si esce dallo stadio, si commenta, si scuote la testa, a volte (raramente, eh? Sigh...) si corre come bambini all'uscita dalla scuola, si torna a casa, si discute con gli amici, “Sì, ciao, ci vediamo tra due domeniche...”, un po' di tivù.Ha già avuto inizio la 'liturgia'. Non ne siamo consapevoli ma è già iniziata.Passano i giorni e si dichiara tutto il disamore per una situazione che ci sta stretta (noi siamo il Toro, il Toro, il Toro! Noi dobbiamo/vogliamo essere grandi! Non si può più andare avanti così!).Il mercoledì il disamore è già scemato... trasformato, direi, in un sentimento di cazzoquantomifaistarmalemanonpossofareamenodite.Il venerdì è amore totale.Il sabato è unghie rosicchiate perché la domenica sembra tanto lontana.E poi sorge.Non una domenica normale e neppure una domenica bestiale: la domenica della partita.Chi c'è c'è e chi non c'è ciccia.Quando andavo alla partita da piccola si mangiava un po' prima del mezzogiorno e poi seguivano baruffe preparatorie... nel senso che ognuno si vestiva e si bardava con le sciarpe del caso, sciarpe di cui ognuno aveva personale responsabilità.“Hai preso la bandiera?”“Non la trovo...”“Come non la trovi??? Dove l'hai messa due domeniche fa???”“Lì...”“E allora cercala LI'!”Poi ci si cacciava in macchina e si arrivava allo stadio e si salivano i gradini di corsa e si  apriva quel rettangolo verde, improvviso e gigantesco, e si ritrovavano sempre le stesse facce ed entravano i giocatori in campo e c'era la partita, LA PARTITAAAAAAAA!!!, e poi finiva quando l'arbitro fischiava per una, due, tre volte e noi non lo sapevamo ma stavamo già per prepararci alla partita successiva.

Mi manca tutto questo. Ma come posso allontanarmi da casa per un pomeriggio intero? La piccola galattovora morirebbe di fame... be', crescerà.Ma mi manca tutto questo.

 

Martedì 9 agosto 2005

Caro Diario,mamma mi ha telefonato questa sera: non ci siamo più. Il Toro non c'è più.Sono totalmente smarrita.

 

Mercoledì 10 agosto 2005

Caro Diario,ero seduta davanti all'oceano questa mattina e non lo vedevo neppure.Davide faceva volare il suo aquilone a forma di gabbiano, Giulia era in braccio a me e sorrideva. Ha aperto la boccuccia e mi sono persa nel bel momento in cui le si nutre di me e da me.Sono scese senza che le chiamassi.Lacrime.In quella nebbia liquida ho visto un bastone, un pezzo di legno.Ho realizzato in un attimo che cosa dovevo fare.Mi sono alzata con la bimba attaccata a me: con un braccio la sostenevo, con l'altro braccio afferravo il bastone e scrivevo sulla sabbia  FORZA VECCHIO CUORE GRANATA.E sono poi rimasta lì, mentre il vento mi asciugava le lacrime, a guardare l'oceano divorarmi.Il mio personale funerale al sogno defunto.Non c'è nulla come un sogno rubato che possa scavare voragini dentro l'anima di una persona.Quando ero piccola avevo un desiderio: che durante un derby si aprissero improvvisamente voragini sul campo che inghiottissero gli asini in pigiama. Ci pensavo e ridevo, ridevo, ridevo.Ieri mi si è aperta dentro una voragine incolmabile.Sì, lo so... non è morto un essere vivente. E' solo morta una parte di me. Una parte che mi accompagna da sempre, una parte che è me.Incolmabile, anyway... da qualunque parte la di veda.

 

Sabato 10 settembre 2005

Dopo pranzo

Caro Diario,ieri Giulia ha compiuto un anno, io oggi andrò allo stadio.Ho predisposto tutto: mi sono tirata il latte e l'ho messo in freezer, in fondo è una bimba grande: ce la può fare con il biberon per una volta.Sai, ho tirato fuori dall'armadio i pantaloni e la t-shirt granata e li ho messi sul letto.Incantata, ancora una volta bambina, li ho guardati a lungo.E poi è iniziata la vestizione.Come mancare dalla liturgia per anni ed anni e ritrovare la spontaneità dei gesti e dei pensieri.Sto aspettando che vengano a prendermi.E' buffo: saremo in undici. Io, mamma, papà, otto fra colleghi ed amici.Siamo una squadra.Ed abbiamo una squadra.Il sogno è di nuovo vivo.Non è tornato dall'aldilà, è semplicemente andato al di là.Poi ti racconterò. Vado!

Dopo cena

Caro Diario,sì: sono tornata.Allo stadio, a casa, alle origini, a me.Poi ti devo raccontare di come non sono quasi riuscita a spiaccicare parola fino all'inizio della partita e poi mi sono sciolta e son tornata a casa senza voce e mi son persa negli occhi dei miei bimbi a raccontar loro di che cosa è il Toro e perché è bello essere del Toro soprattutto ORA che il Toro c'è di nuovo ma non adesso, non adesso...

(dedicato alla memoria di M., Grande Cuore Granata, grande cuore che non batte più ma che allora c'era)