Nella mattinata di domani, sabato 23 marzo, si terrà a Dronero la presentazione del libro "Alfred Dick, l'uomo che inventò il Toro" di Luigi Bonomi con presentazione di Franco Ossola. È un titolo perfetto, mirabile capacità di sintesi. Eh sì, perché sarebbe riduttivo definire Alfred Dick semplicemente come un Socio-Fondatore del Foot Ball Club Torino. Quando accade, Dick ha già vinto come presidente della Juventus uno scudetto. La sua visione del mondo e del calcio però diverge con le opinioni di alcuni rappresentanti del comitato direttivo bianconero: non è tipo da scendere a compromessi, sicché perdendo la leadership se ne va sbattendo la porta. Il resto è storia che ci riporta all’anno di grazia 1906, nella sera del 3 dicembre. Dick coinvolge alcuni membri del disciolto Foot Ball Club Torinese, ultimo anello di una catena del calcio pionieristico sabaudo, aggrega altri soci, chiama in causa persino lavoratori impiegati nella sua azienda: l’obiettivo è chiaro, creare una nuova Società che possa diventare antagonista della Juventus. Così nasce il Foot Ball Club Torino, nell’ammezzato della birreria Voigt che adesso si chiama Bar Norman, nella centralissima via Pietro Micca. Per la squadra vengono scelte casacche granata: qui le interpretazioni sono tante. Fra esse che l’input lo abbia dato proprio Dick, svizzero nato a Yverdon-les-Bains, dichiarato tifoso del Servette, squadra di Ginevra dal colore sociale granata. Certo nella costituzione del nuovo Club cittadino Dick porta in dote tutta la propria esperienza, senza mai lesinare un grammo di entusiasmo. È un uomo dai molteplici interessi: come imprenditore è dapprima il promotore, poi il motore della Lega Industriale di Torino. Come sportivo, oltreché amante del calcio è arbitro e instancabile organizzatore di eventi. La passione si accompagna alla lungimiranza: assume in gestione il Motovelodromo Umberto I dove porta ad allenarsi e a giocare dapprima la Juventus, poi il Torino, comprendendo la necessità di lavorare in strutture di livello. Del Toro diventa presidente solo per breve tempo, per una parte di stagione del 1907 sino al 16 ottobre 1908: ma che sia visto come uno dei massimi esponenti della nuova rivalità sportiva con l’altra squadra di Torino è certificato anche da un aspetto goliardico, accaduto durante il primo derby della Mole, giocato il 13 gennaio 1907. Narrano le cronache di quel giorno che Dick venne chiuso a chiave da qualche buontempone juventino in un bagno dello stadio, nell’intervallo del match, e da lì costretto a sentire, a intuire l’andamento della partita per tutto il secondo tempo, per poi scoprire, una volta liberato a fine gara, quanto fosse piacevole il sapore della vittoria, con il successo per 2-1 del Toro. Dick resta una colonna nell’epopea del Torino FC. La sua è stata un’esistenza intensa e tormentata, gioiosa e tragica, cui lui stesso pose fine, a soli 44 anni. Una vita da Toro.
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“Alfred Dick, l’uomo che inventò il Toro”: ecco il libro di Luigi Bonomi
Alfred Dick, un’esistenza intensa e tormentata, gioiosa e tragica, una vita da Toro. A Dronero sabato 23 marzo la presentazione del libro
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