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mondo granata
Buongiorno Toro...ti voglio raccontare una storia, ma devi avere un po' di pazienza, perché sarà una storia in due puntate. Tempo fa mi trovavo al Filadelfia perché mi era venuta voglia di casa, e perché ogni tanto c'è bisogno di ritemprarsi con un po' d'aria pulita. Mi sedetti sul frammento di una gradinata e cominciai a riflettere.
Ero assorto nei miei pensieri mentre il mio sguardo si posava ora sulle porte, ora sulla scritta Forza Vecchio Cuore Granata, ora sull'erba del campo; pensai che era della lunghezza giusta per poterci giocare. Tutte le volte che vengo al Fila mi sento onorato e non posso credere di avere il privilegio di calpestare quel terreno che vide le gesta degli Invincibili.
È un qualcosa di indescrivibile, di enorme, che solo chi ha il Toro nel sangue può capire: è un'esperienza dell'anima.
D'un tratto mi sentii toccare una spalla: mi girai e vidi un vecchio che mi sorrise. Non mi ero accorto della sua presenza e non capivo da dove fosse venuto fuori, ma mi diede subito una sensazione di tranquillità e giovialità.
“posso sedermi accanto a te?” mi chiese.
“certo.”
“Sei anche tu qua per loro?”
“loro?”
“si. Sei qua per la partita degli angeli?”
“non...non so....io sono venuto qua per sentirmi a casa”
mi sorrise.
“lo sai che Mazzola aveva sempre un sorriso per tutti?”
chiusi gli occhi e mi immaginai il capitano con i suoi capelli ricci molto chiari ed un sorriso sincero e rassicurante.
D'un tratto fui scosso da un boato assordante che mi circondò. Aprii gli occhi e rimasi sbigottito nel vedere che il Filadelfia era di nuovo in piedi nella sua bellezza ed eleganza, ed era pieno di una enorme folla urlante. Di fronte a me la bellissima tribuna in legno e dietro ad una delle porte il tabellone con scritto: “Torino-Lazio”.
Non potevo credere ai miei occhi: lo stadio era tornato a vivere, ed era pieno in ogni suo posto.
Quasi tutti gli uomini portavano il cappello, ed erano vestiti con uno stile inconfondibile; mi sembrava di essere finito in un filmato d'epoca.
Mi girai. Accanto a me c'era ancora il mio insolito vicino che mi diede una pacca sulla spalla:
“tranquillo, tra un po' escono.”
ed infatti di li a poco, tra il tripudio generale, ecco scendere in campo i giocatori: le squadre stavano uscendo dagli spogliatoi.
Fine prima parte, a domani per la seconda.
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