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Anita

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di Mauro Saglietti
Redazione Toro News

di Anita Saglietti

 

Ciao a tutti,per cominciare vi chiedo scusa se per questo venerdì occupo lo spazio di solito curato da mio papà, ma non temete! Scrivo assai meno di quel pazzoide e ce la caviamo in cinque minuti.Mi chiamo Anita, peso due chili e 600 grammi e sono nata il 16 giugno alle ore 8:43, sotto il segno dei Gemelli, proprio come mio papà.

Giusto di mio padre volevo parlarvi.Quando sono nata, ovviamente mi hanno portato da lui.Ecco, cosa credete che possa dire un padre, quando vede la figlia per la prima volta?Ciao tesoro?Amore?Neanche una parola, vinto dall’emozione?Niente di tutto questo, signori.Mi guarda come se avesse visto la luna per la prima volta e mi dice:- Ma tu come fai ad essere così piccola?E invece tu come fai ad essere così pirla?, mi è venuto da rispondergli, cosa credeva che uscisse? Mazinga? Poi mi sono resa conto che non erano le parole più belle da dire appena nati a un genitore, così ho pensato di dirgli qualcosa che sapevo potesse fargli piacere.Mettiamoci un po’ di buona volontà e partiamo con il piede giusto.- o-a - o-o! Sta per “Forza Toro”, ma quel testone mica ha capito. Così sono stata più esplicita:- ju-e e-a!Avreste dovuto esserci! Gli si è illuminato il volto e ha cominciato a tempestarmi di baci!- Gioia di papà tuo! – ha gridato cominciando a farmi ballare la rumba. Tale era la sua gioia che mi ha subito perdonato per quella brutta parola.La brutta parola non è “e-a”.E’ “ju-e”

 

- Tu sei quello delle parolacce? – gli ho chiesto dopo un po’.- Ebbene sì – ha confessato lui con aria colpevole – Però si dà il caso che io sia anche tuo papà…- Ah…! Finalmente ti vedo, oltre che averti sentito!Che fatica è stata, ragazzi, sopportare mio padre per tutti questi mesi!Sentivo benissimo all’interno del pancione materno i suoi improperi contro questo e contro quello.E fortuna che la mamma non è mai andata allo stadio con lui quest’anno, altrimenti chissà quante ne avrei sentite in più!Più che il ciclo del giorno o della notte, ho imparato a distinguere le domeniche dagli altri giorni, a giudicare dal numero di improperi e paroloni che volavano al suo ritorno a casa dallo stadio, o durante la diretta delle partite.E una volta ce l’aveva con un portiere che prendeva sempre gol su punizione, e l’altra volta con un pelato che non segnava mai, e la volta dopo ancora con uno che non correva, e poi con l’arbitro, con questo e con quello, insomma non finiva più.Per non parlare di quando in televisione compariva un certo uomo politico...Lì veramente ne ho sentite di tutti i colori.In questi mesi ho imparato ben 736 imprecazioni diverse, alcune in lingue ormai credute morte da secoli.

 

Che tipo, poi! Lui non lo sapeva, ma io potevo leggere la sua mente.E guarda un po’, ho letto chiaramente che lui avrebbe veramente fatto piacere andare ad un concerto a Milano il 13 di giugno (il furbastro aveva il biglietto in tasca da mesi).Io ero già in rampa di lancio come uno shuttle, ma vuoi non fare un regalino al tuo genitore? Così ho deciso di nascere 60 ore dopo il suo concerto, di cui sicuramente vi parlerà un’altra volta.Lui dice che gli ho fatto un gran regalo.Ma anche i vostri papà sono così storti, o solo a me è toccata questa fortunaccia sfacciata?

 

Tifo Toro, ovviamente.Comunque, ragazzi e ragazze, bimbi e bimbe, la situazione che ho trovato, riguardante la nostra squadra è veramente pessima.Dobbiamo darci da fare.Forza, tutti su le mani, anche là in fondo! Che cavolo siete venuti a fare? Grrr… se avessi la forza salirei sulla balconata e fai roteare l’asta della bandiera come dico io.Forse è ancora un po’ presto…

 

IL PRIMO PANNOLINOMio padre crede che io non capisca, ma io me lo mangio in insalata.Ieri ha sussurrato a un amico presente all’ospedale - Adesso facciamo la prova del nove…Lui credeva non sentissi, ma io ho ascoltato alla perfezione, così mi sono incuriosita.Si è avvicinato e mi ha piazzato di fronte agli occhietti la foto di una squadra dalla maglia bianconera.Sarà stato il caso, sarà stato il destino, fatto sta che in quel momento lo stimolo è arrivato irrefrenabile.Sono diventata tutta rossa e ho riempito il mio primo pannolino!Mio padre se ne è accorto e me lo ha sfilato via.Non per cambiarmi, il disgraziato, ma per controllare se la foto aveva fatto effetto.Ha sollevato il pannolino come un trofeo e mi ha riempita di baci.Poi si è messo a saltellare nel corridoio portando in trionfo il pannolino, gridando felice:- Ha fatto la cacca!  Ha fatto la cacca! Vede signora? Non ha resistito e ha fatto la cacca! Guardi quanta cacca ha fatto mia figlia signora…! Odori, signora…

Allora.Me lo spiegate si o no se sono solo io ad avere il padre demente?

 

Sarà anche un po’ strano, ma io credo che mi voglia molto bene.Oggi non sono stata molto bene e mi hanno portata insieme agli altri bimbi.Lui ha aspettato di rimanere da solo e mi ha detto con gli occhi un po’ rossi:- Sei la cosa più bella che abbia mai visto…Mi ha baciato sulla testolina ed è andato via.Ma che papà crapone!Chissà perché ha aspettato che non ci fosse nessuno per dirmelo…Forse ha il cuore tenero e non vuole che gli altri lo sappiano… mah.Dicono che scriva. In questi mesi ho sentito il ti-tic della tastiera come una colonna sonora interminabile.Chissà se sarà capace di scrivere una bella favola anche per me.Una storia nella quale io viva una vita il più possibile felice…So che lui si chiede spesso se ne sarà capace.Il mio papà!

 

Nel frattempo pare sia sua intenzione dedicare a me (e a tutti i bambini appena nati) una poesia in piemontese, inviatagli dal suo amico Carlo Ellena.La poesia è stata scritta nel 1946 da Pinin Pacòt e, per quelli come che non conoscono ancora alla perfezione il piemontese (le uniche parole che capisco sono gli improperi recitati da mio padre, meglio sorvolare) c’è la traduzione al fondo.

 

Ciao amici!O-a o-o!E ju-e e-a!

Anita

                     

- It ses na speransa cita -

It ses ancora na speransa citatuta sospèisa lì an brova dla vita,ò cheur stërmà, che i sento mach a bate,coma che a bat mè cheur che a l’ha ciamate,mè fieul, che i speto e it ses pa ancora nàe it ampinisse già tuta mia ca,e it ampinisse già tuta mia vita,ti, che it ses mach una speransa cita.

E mi it ë-strenzo ant l’ànima pi ancreusacoma un bochèt ëd carnin-e tënnre e reusa,e mi it ë-strenzo fòrt ansima al cheur,e i tramolo piorand për ël boneur.

E it guardo ant j’euj, coma ant un’eva bleuva,eva tranquila e ciàira ant soa lus neuva,an doa che l’ànima a së spécia e a nijaperdua an tanta frësca maravija.

E it carësso pian pian an sla testin-a,an sla testin-a bionda e rissolin-a,e a tramolo, sfiorand sò bel tesòrij dij, che a fongo ant le pajëtte d’òr.

Boton che it deurbe ant un rosé d’amor,mi i speto mach lë s-ciode ross dla fior,mi i speto mach lë s-ciòde dla fragransa,che am përfuma la vita dë speransa.

E peui, mè fieul,- che a ven-a col moment! - a-i sarà pi gnun al mond, gnun pi contentche cost gran masnajon ëd tò papà,che mach për vëdd-te a rije, at poseràsoe pi bele ilusion an sla toa cun-a,për che it gieughe e it jë s-cianche un-a për un-a,che tant adess it ij ses ti sla tèra,e ij mè bei seugn a son na còsa vèra.

                                - Tu sei una piccola speranza -

Tu sei ancora una piccola speranza tutta sospesa lì, all’inizio della vita,o cuore nascosto che io sento soltanto a batterecome batte il mio cuore che ti ha chiamato.mio figlio! che aspetto e non sei ancora nato,ma che già riempi tutta la mia casa,e riempi di già tutta la mia vita,tu, che sei ancora una piccola speranza.

E io ti stringo nel più profondo dell’anima miacome fossi un piccolo fiore dai petali teneri e rosa,e io ti stringo forte sul mio cuore,e tremo piangendo per tanto amore.

E  io guardo i tuoi occhi, come nel profondo di un’acqua blu,acqua tranquilla e chiara con una luce nuova,dove l’anima si specchia e annegacome persa in tanta fresca meraviglia.

E io ti accarezzo pian piano sulla testolina,sulla testolina bionda e ricciolina,e tremano, sfiorando il suo bel tesoro,le dita, che affondano in quelle pagliuzze d’oro.

Bottone che ti apri come in un roseto d’amore,io sono qui in attesa dello sbocciare rosso del fiore,e io aspetto soltanto lo sbocciare della fragranzache profuma la mia vita di speranza.

E poi mio figlio, - che venga quel momento !-non ci sarà nessuno al mondo, nessuno più contentodi quel ragazzone del tuo papà,he soltanto per vederti ridere, poseràle sue più belle illusioni sulla tua culla,perchè tu possa giocare, e strapparle una ad una,perchè adesso ci sei tu sulla terra,e i miei più bei sogni sono una cosa vera. Mauro Saglietti

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