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mondo granata
La notizia è giunta ieri pomeriggio e le telescriventi sono state immediatamente intasate di agenzie.All’inizio anche noi abbiamo pensato ad uno scherzo, poi ci siamo dovuti arrendere alla veridicità della notizia.Dunque Jack lo squartatore, il micidiale boia che ha fatto fiorire la letteratura criminale di mezzo mondo, lasciando dietro di sé una scia spaventosa di delitti, è stato arrestato.
Gli è bastato transitare in via Garibaldi proprio di fronte allo juventus store per essere individuato, immobilizzato, impacchettato e infilato in una camionetta delle forze dell’ordine, il tutto nel giro di soli tre minuti.
- Ma come? Io sono Jack lo squartatore! Sono venuto per incontrare un medico del CTO, mio seguace!- Ecco, appunto, reo confesso.
Dove hanno fallito i migliori investigatori di mezzo mondo e le indagini durate centinaia di anni, ha trionfato l’ineffabile macchina difensivo-organizzativa dello store, capace di spedire nelle patrie galere i peggiori individui della storia del crimine ed archiviare così con estrema rapidità qualsiasi genere di delinquenza con giustizia solerte ed efficace.
- Volevate prevenire dal male una giovane vita? Temevate che Jack stesse per colpire anche in Italia, vero? - ha domandato il cronista ad uno dei responsabili dell’arresto.- No, volevamo salvaguardare le vetrine e le maglie, non si sa mai che avesse usato il suo rasoio contro i vetri… E poi c’era il pericolo fondato che volesse squartare qualche scudetto. Sa, già non capiamo nemmeno noi quanti ne abbiamo, se poi ce li fanno anche a fettine…
Mal ne ha incolto anche al boia di Milwaukee, in vacanza a Torino per rilassarsi, che si è incautamente concesso una passeggiata rilassante in via Garibaldi per dimenticare il proprio passato.L’aver abbassato la guardia gli è stato fatale, in quanto il sistema anti delinquenza presente nei dintorni dello store ha permesso di individuarlo e condannarlo all’impiccagione con rapidità impressionante.La polizia americana ringrazia e archivia così una indagine che la stava ridicolizzando da anni.
Ammettiamolo, abbiamo avuto una prova del giusto, giustissimo livello di protezione della zona domenica pomeriggio, quando a sacrosanta difesa del luogo è stato schierato un notevole contingente di Forze dell’ordine.L’imponente schieramento è stato come ricordiamo rinforzato dall’arrivo dei Marines, della VI armata del generale Von Paulus di ritorno da Stalingrado, dalle riserve siberiane e da William Wallace con i suoi seguaci, ai quali si sono uniti, alle ali dello schieramento, Rambo e Chuck Norris, aiutati dai Panzer Tiger e dalla ricognizione dei Messerschmitt 262.Peccato che si sia dovuto fare a meno di Charles Bronson e Lee Van Cleef, ma si è fatto di necessità virtù, Ovviamente, lo ripetiamo per i benpensanti e quelli che sono già lì pronti a dire ovvietà, difesa sacrosanta (la gente ama annegare nei luoghi comuni e non avete idea di quante persone abbiano preso spunto dalla notizia rimbalzata di terza mano per poter finalmente prendersela contro gli ultras in generale, contro il fatto che gli stadi andrebbero chiusi, asserendoche gli stadi fanno paura e bla bla bla - chiudessero loro quella dannata ciabatta una buona volta).
Dicevamo, livello di protezione adeguato.Ed è un vero peccato che la strenua resistenza opposta al Toro Store non abbia altresì funzionato, essendo stati subito spazzati via i soldatini Atlantic in scala HB che erano stati posti, tenaci baluardi della legalità, lungo tutto il perimetro del locale, durante il doppio assalto al Granata Store del buon Carlin Testa.
Anche la catena di comando sembra non aver funzionato a dovere e gli imperiosi ordini (Ritirata!) non sembrano aver sortito un effetto sostanziale.
Diciamo però la verità, il livello di legalità del primo isolato di via Garibaldi è immenso, esemplare ed immediato.In molti sostengono che il livello di attenzione e prevenzione subitanea che si può incontrare allo juventus store, avrebbe potuto prevenire crimini e disastri che hanno insanguinato la storia.Ad esempio, se il tristemente famoso iceberg si fosse trovato a transitare di fronte allo juventus store, sarebbe partita una immediata procedura di emergenza che avrebbe avvisato il Titanic.La nave quindi avrebbe potuto virare quindi in tempo e deviare lungo via Garibaldi.
I criminali più incalliti e smaliziati, inutile negarlo, evitano la zona come la peste.Kaiser Soze si è sempre guardato bene dal passare in via Garibaldi, prediligendo per le proprie scorribande la zona dei portici di Piazza castello, più o meno davanti alla Feltrinelli.Persino l’entità che infestava la casa di Amityville si ruppe grandemente le scatole quando andarono ad aprire uno juventus store in Ocean Avenue, a Long Island, emigrando in fretta e furia ed andando ad infestare un negozio del centro di Torino, che si trova svoltando a sinistra in Piazza Castello da via Po.
Proprio la scarsa e singolare protezione di cui gode e ha goduto invece una zona abbastanza vicina, diciamo quella Est di piazza Castello, in particolare la zona sotto i portici nei pressi del Cinema Romano, insomma, la zona del Toro Store, ha scatenato gli storici che, in breve tempo, sono riusciti ad arrivare a scoperte sorprendenti.La zona prospiciente il Granata store sarebbe infatti stata storicamente sede di efferati crimini e delitti rimasti totalmente impuniti, nei quali gli autori hanno spesso trovato modo e tempo per svignarsela senza essere individuati.Sembra quindi inutile nascondere che nell’antichità Giulio Cesare venne pugnalato sì di fronte alla statua di Pompeo, che tuttavia si trovava proprio di fronte al Toro Store (e sembrava indossasse la maglietta di Bianchi, ma gli storici divergono sul nome del giocatore).Da lì, e soltanto da lì, i congiurati poterono poi dileguarsi lungo le vie laterali senza timore di essere individuati.Una pagina triste. In fondo è sempre triste essere pugnalati, soprattutto da tante persone contemporaneamente.
Il corpo martoriato di Cesare dopo la fuga dei congiurati non fu dunque lasciato lì, in un luogo esposto alla delinquenza incontrollata, bensì venne trasportato di fronte allo juventus Store, posto sicuro e controllato.Lì, e sempre soltanto lì, Marco Antonio pronunciò il suo discorso di giustizia su Bruto e Cassio, sugli “honorable men”, inscindibili dall’opera di Shakespeare.
L’omicidio di Cesare non fu certo l’unico atto delinquenziale, rimasto poi a lungo impunito, perpetrato di fronte alle vetrine del povero Carlin.Recenti traduzioni di geroglifici incomprensibili, hanno portato gli storici ad ipotizzare che il Faraone Tutankhamon possa essere stato avvelenato da ignoti proprio di fronte alla Feltrinelli, e guarda caso del Toro store.Il Caffè Baratti ha già pubblicamente negato il proprio coinvolgimento nella spinosa questione, resterebbero quindi un negozio di bomboloni ed una gelateria poco distante, ma la sensazione è che anche in questo caso i colpevoli siano riusciti a farla franca.E’ poi comunque necessario sgombrare il terreno storico da equivoci e ricostruzioni errate.
Tralasciando esempi altisonanti e un po’ blasfemi, ci basti poi ricordare che mano ignota nel 1914, non certo quella dello studente serbo Gavrilo Princip, attentò alla vita dell’Arciduca Francesco Ferdinando d’Austria e di sua moglie Sofia,Ma non a Sarajevo, come le fonti erroneamente riportano.La vettura di Francesco Ferdinando venne fatta transitare proprio sotto i portici di Piazza Castello, più precisamente di fronte al Toro Store, luogo che si riteneva ottimale per un attentato proprio grazie alla scarsità di controlli e di sicurezza.Decisiva per stabilire la veridicità del fatto, la testimonianza di Carlo Testa, che stava assistendo alla scena dalle vetrine.
Il fatto ebbe ripercussioni tragiche, come lo scoppio della Prima Guerra Mondiale e viene davvero da chiedersi quale infausta serie di eventi avrebbe potuto essere evitata se soltanto la zona all’epoca fosse stata presidiata e gli attentatori immediatamente arrestati.E questo senza contare che un uomo pugliese si autoaccusò dell’attentato, senza essere preso sul serio.
Altri atti efferati ebbero luogo lì di fronte (turbando non poco il sistema nervoso del povero Carlin), quali l’attentato a Reagan (che stava guardando una sciarpa in vetrina), gesto criminale che per fortuna non andò a buon fine.Mark Chapman inoltre poté muoversi con tutta la calma del mondo, dal momento che John Lennon abitava sopra al Toro Store.
Singolare è tuttavia quanto emerso dal riesame di alcune carte top secret emerse dagli archivi dell’FBI, riguardante il tristemente noto omicidio Kennedy.Contrariamente a quanto si continua ad asserire da anni, il corteo presidenziale non girò sulla Dealey Plaza, di fronte al famigerato deposito di libri.Venne invece deviato lungo una strada non convenzionale, e questo avvalorerebbe la tesi del complotto.La limousine di Kennedy venne fatta passare sotto i portici di Piazza Castello e, somma dei colmi, di fronte al Toro Store, dove Lee Harvey Oswald poté appostarsi e attentare alla vita del Presidente in tutta tranquillità, per poi dileguarsi nella più assoluta impunità.Soltanto quando l’improvvido ebbe la bella pensata di allontanarsi passando lungo il primo isolato di via Garibaldi, venne fermato dagli agenti del FBI, che presidiavano (e presidiano costantemente la zona).Se avete dei dubbi a riguardo, il video di Abraham Zapruder sotto questo punto di vista, è eloquente.Al momento dell’inizio degli spari che porteranno alla morte del povero Presidente, si vede chiaramente sullo sfondo a destra, il povero Carlin che si getta sotto il bancone del Toro Store, per proteggersi dai colpi.
Che quell’angolo di Piazza Castello sia un luogo che sfugge a qualsiasi tipo di legalità e cosa nota a molti, ormai.Lo stesso Carlin infatti non si è mai stupito più di tanto di quel signore con la barba e col turbante che si nascondeva nel magazzino dello Store, e che spesso si faceva videoregistrare da alcuni amici mentre lanciava comunicati in arabo.
La cinematografia sembra sempre essere stata particolarmente attratta dalla zona.Originariamente Alfred Hitchcock non aveva in mente l’inquietante ma un po’ scontato Bates Motel come ambientazione per la sua celeberrima scena di violenza, quando Marion Crane viene accoltellata sotto la doccia ad un terzo di Psycho.Dagli appunti della sceneggiatura originale di Joseph Stephano, sembra che i due avessero passato molto tempo nella ricerca di una location che potesse soddisfare i requisiti di crimine impunito e l’avessero trovata, guarda un po’, nel Toro Store, salvo poi dover ripiegare su altro per problemi burocratici.Se ci pensate però, tutto quadra e tracce della sceneggiatura originale possono ancora essere ritrovate nella versione finale del film.Tutto il capolavoro era stato pensato per essere girato nella zona attorno a piazza Castello.Norman Bates infatti commette i propri omicidi impunito (Toro Store) e viene finalmente fermato nella scena in cui indossa una vistosa parrucca.Ora, in quale posto di via Garibaldi si può trovare un luogo dalla ferrea legalità, nel quale abbondano anche le parrucche?Pensateci un po’. Io mi sono fatto un’idea.
Ricordate poi il terribile agguato nel quale cadde Santino Corleone, figlio di Don Vito, nell’indimenticabile capolavoro “Il Padrino (parte prima)”?Ebbene, la scena non fu girata ad un casello autostradale, o meglio, il casello venne allestito sì, ma davanti al negozio di Carlo, come espressamente richiesto da Coppola, un regista che aveva problemi a rinviare con i piedi.Se ci fate caso, al minuto 1:11, si intravede una delle vetrine sullo sfondo e la testa del buon Carlin che guarda preoccupato.
Spulciando qui e là tra i giornali, mi sono imbattuto negli articoli del 1974 riguardanti la realizzazione di Profondo Rosso, il cui infernale ascensore non fu ricostruito in studio, come si credeva, ma era ed è in realtà il montacarichi del Toro Store, e mette in comunicazione il piano terra con il seminterrato.Lo stesso Carlin ha rischiato, al primo utilizzo, di farne le spese, rimanendoci impigliato dentro con un medaglione che portava incautamente al collo.Ora ha preso le opportune precauzioni, del resto un Testa decapitato è una sorte di ossimoro.
Non fatevi ingannare dalla finzione cinematografica.Sean Connery negli Intoccabili? Stava guardando un pallone esposto in vetrina.Il Commissario Cattani? Massacrato di fronte alla Feltrinelli.La scena di Pulp Fiction in cui John travolta spara involontariamente a Marvin il “negretto”, in macchina?Girata a bordo della macchina dello stesso Carlo (che si incazzò moltissimo per il sangue).
Questa la nuda e scomoda realtà dei fatti, amici, per come è stata ricostruita.Da segnalare infine che il Presidente Cairo, una volta comunicatogli sul pullman scoperto l’insicurezza del Toro Store, ha commentato - Ah sì? Bè, è una cosa bellissima, avete chiesto a Petrachi? - prima di allontanarsi preoccupato per il fatto che sul pullman non riuscisse ad individuare Pestrin e Barusso.
Si ringrazia:Carlo Testa per essere stato al gioco.Gli amici Marco Ravera Ajra e Maurizio Ferrarotti per le loro idee confluite nell’articolo finale.
Elio e le storie tese per la citazione su quanto sia tristo essere non solo pugnalati, ma anche da tante persone contemporaneamente.
Mauro Saglietti
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