mondo granata

Auguri a Elvis Abbruscato

Redazione Toro News

Compleanno in ritiro per il centravanti più caro della squadra granata. Oggi il giovane emiliano spegnerà le sue 26 candeline stando in ritiro con i compagni, cercando la concentrazione e la calma...

"Compleanno in ritiro per il centravanti più caro della squadra granata. Oggi il giovane emiliano spegnerà le sue 26 candeline stando in ritiro con i compagni, cercando la concentrazione e la calma per arrivare a farsi il regalo più gradito: segnare almeno un gol pesante in una partita delicata quanto fondamentale per il futuro del Toro.E’ stato lui stesso a rivelarlo, all’indomani dell’unica doppietta della sua carriera in serie A: "Mi piacerebbe segnare due, tre gol pesanti da qui a fine stagione. La doppietta contro l'Udinese non la considero proprio, è coincisa con una sconfitta per cui l' ho rimossa".

"Sì perché questo massiccio lungagnone (è alto 182 cm per 77 kg) è ancora alla ricerca di un rendimento costante, pur avendo dimostrato di avere una certa dimestichezza con il gol. Dall’inizio della sua carriera professionistica, nel 2001, ne ha segnati 58, con uno score personale da fenomeno in serie C1 (20 in 34 partite nel 2003-04).

Sarà per questo che la conferma avuta nei due anni successivi (13 e 15 gol, 5 dei quali con i granata) ne ha fatto crescere a dismisura la quotazione fino ad arrivare a quasi 10 miliardi del vecchio conio. Una valutazione che lui stesso è il primo a ritenere eccessiva: “E' stato anche pesante il fardello del costo del mio cartellino, forse esagerato perchè sono stato equiparato a dei grandi campioni e per questo c'era molta aspettativa su di me”.

"Eppure tutti i suoi compagni sono pronti a scommettere sull’esplosione di questo giovane padre di famiglia, un po’ introverso e molto sensibile, che ha trovato fra le mura domestiche e nella fede la forza di affrontare un’annata sin qui balorda. ("Ho la fortuna di essere sposato, mia moglie e i miei figli mi sono stati vicini. Sì, ho fede, per chi ci crede aiuta"). I tifosi lo hanno adottato fin da subito e forse le eccessive pressioni ne hanno condizionato il rendimento, quando invece, forse, più delle parole gli basterebbe una silenziosa pacca sulle spalle e un gesto di incoraggiamento.

"Il Presidente Cairo ha scommesso forte su di lui, riscattandone la metà in estate e rifiutando le offerte giunte a gennaio, anche per volere dello stesso giocatore che non ha voluto seguire l’esempio del suo “compagno di banco” Stefano Fiore, tornato agli onori della cronaca sportiva a Livorno, città magica per gli ex-granata (oltre a Lucarelli e Fiore hanno fatto bene l’anno scorso De Ascentis, Coco, Galante e Grandoni). “Voglio rimanere a Torino e segnare sotto la Maratona, almeno altri 2 o 3. Se poi me ne dovessi andare lo voglio fare da vincente, dopo aver segnato dei gol pesanti. Non sarei mai andato via così, sarebbe stato un fallimento".E’ testardo e coriaceo il giovanotto, che vive questi momenti con la giusta dose di nervosismo, comprensibile per chi si impegna tanto, ma non riesce a far entrare una palla che però finora ha pensato più ad appoggiare ai compagni che a scaricare, con rabbia, verso il portiere di turno. Gioca da attaccante unico nel modulo di De Biasi, il ruolo che predilige, anche se in molti lo vedrebbero meglio da seconda punta o con alle spalle un rifinitore con il piede e la testa di Stellone. Un ruolo gramo che lo porta a sbattere, spesso e volentieri, contro almeno due difensori che però riescono difficilmente a buttarlo giù. Quando succede però, capita in area e la squadra vince come con la Sampdoria all’andata. Ammette di aver partito il salto di categoria per una questione “non di gioco, di manovra, ma di testa". A vederne i numeri sfoderati in estate in ritiro e i risultati di quest’anno ricorda Quagliarella: l’anno scorso 3 gol ad Ascoli, quest’anno un fenomeno anche perché lui per primo ammette: “Ho due anni in più in questa categoria e li sento tutti”.E allora forza Elvis, il gol è il tuo destino.