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mondo granata
Alcuni giorni fa, esattamente il 23 marzo, ha compiuto 80 anni un grande della storia del calcio, che agli inizi degli anni Settanta, per l'esattezza tra il 1971 ed il 1974, ha guidato il Toro riportandolo a respirare l'aria buona dell'alta classifica. Sto parlando di Gustavo Giagnoni, l'”uomo col colbacco”. Quando al suo posto si insediò sulla panchina granata Gigi Radice, alla domanda del giornalista:“Cosa può fare lei, per migliorare questa squadra?”il mister di Cesano Maderno rispose:“Prendo una squadra dove il purè è già stato fatto da Giagnoni.”Effettivamente “don Gustavo” (per imitare il quale molti tifosi andavano allo stadio col colbacco), era stato voluto dal presidente Pianelli, proprio per essere l'uomo del rilancio granata.Alla quarta giornata del campionato '71-'72, dopo la vittoria sul Cagliari di Gigi Riva, il Toro tornò in testa alla classifica. Era la prima volta dalla tragedia di Superga. Il destino non fu benevolo in quel campionato, che resterà nei ricordi dei tifosi granata per il famigerato gol di Genova annullato ad Agroppi. Ma la squadra era stata caricata da Giagnoni in un rinnovato spirito agonistico che rinforzò nei giocatori l'odio sportivo verso i gobbi, tanto che il derby di ritorno fu vinto per 2-1 il 26 marzo del 1972.Ma ad un altro derby, quello che si disputa al Comunale il 9 dicembre del 1973, è legato il ricordo più intenso dell'uomo col colbacco.Gustavo Giagnoni, granata nell'anima, esasperato dagli sfottò di Causio, non ci vede più e gli sferra un pugno che lo lascia a terra. Non gli andava giù di essere sbeffeggiato dai gobbi, non poteva sopportare le angherie di chi si crede più forte. E reagì da Toro.Lui stesso raccontò, anni dopo, che a seguito dell'episodio fu preso e portato in trionfo da centinaia di tifosi granata che gli urlavano:“Questo è il Toro!” Certo, da uomo d'altri tempi qual era, non si è mai dichiarato contento di quel gesto. E ciò gli fa onore. Ma questo episodio, come tanti altri legati alla maglia granata, testimoniano di come il vero problema del calcio di oggi sia la mancanza degli uomini di ieri.Auguri mister Giagnoni.
Giacomo Serafinelli
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