mondo granata

Barcellona, il Toro e quant’altro

Diego Piovano
Blitz peloso a Barcellona. Fonte d'ispirazione per il sottoscritto. Torino e juventus. Espanyol e Barcelona. E' un parallelismo sensato? In parte sì, se non analizziamo a fondo la realtà; se ci manteniamo a livello di sensazioni...

Blitz peloso a Barcellona. Fonte d'ispirazione per il sottoscritto. Torino e juventus. Espanyol e Barcelona. E' un parallelismo sensato? In parte sì, se non analizziamo a fondo la realtà; se ci manteniamo a livello di sensazioni superficiali, le analogie tra Espanyol e Toro sembrano evidenti, così come quelle tra Barcelona e juve. In realtà, se andiamo a scavare, se ci soffermiamo a ragionare con calma, possiamo capire che ci sono differenze pesanti e, addirittura, certi concetti possono essere considerati in modo totalmente rovesciato. Cerchiamo di entrare nel dettaglio e di non pensare per qualche istante alle piastrelle, al Sassuolo, a Zampagna e ai suoi cugini (I Cugini di ZAMPAgna). Adesso vi dico.

Sono andato in giro per l'affascinante metropoli catalana, cercando di scrollarmi di dosso le invadenti ammiratrici. Come non capirle, non mi vedevano da molti anni, da quando avevo attraversato la Diagonal per recarmi a Madrid in occasione di Real-Toro; ma io non sono andato in Catalogna per farmi baciare, accarezzare e per sentire le solite urla del tipo "Ohmammaccchebelloooooooooo".  Io sono andato a Barcellona per fare un'analisi socio-calcistica e controllare che il mio staff in loco (...) fosse operativo. Ogni tanto vado a fare loro un po' di pulci, così non si rilassano troppo.Ne ho approfittato per fare una piccola riunione con alcuni dirigenti del Barça, al Palau BAUgrana, ma non posso rivelare nulla al riguardo, ovviamente. Mi è piaciuto fare la pipì sul prato del Camp Nou, che è molto meglio del Bernabau, scusate, Bernabeu che, presto, sarà ribattezzato Camp Mou.Finita la riunione con i dirigenti locali, sono uscito per fare una passeggiata… era molto tardi e... ho visto una studentessa ubriaca fare la pipì proprio davanti a me (eppure non stavo andando in trasferta a Mantova). Ho potuto notare la presenza di un sacco di trans, proprio nella zona dello stadio del Barça. Erano proprio tanti. Uno squadrone. Mi chiedo se tutto questo possa condizionare i giocatori del Barcelona; per esempio, Presi ci avrà fatto caso? No, non Presi, come caspita si chiama... ah, sì, ecco... Messi; oppure… Ibrahimovic e Piqué che cosa ne penseranno? Boh?

Dicevamo. Beh, i tifosi del Barcelona sono evidentemente una moltitudine, un po' come i gobbi... e immagino che tantissimi non capiscano nulla di calcio e siano semplicemente attratti dal fascino di una squadra vincente, potente, carismatica, dal grande impatto psicoemotivo e mediatico, con calciatori famosi, dai bei colori, ben organizzata e armata di un forte marketing a supporto. Una dose di pecoronaggine è fisiologica, in questi casi. Un po' come certi turisti distratti comprano i gadgets giubbentini a Torino, così molti comprano quelli del Barça: nel secondo caso, però, non sono colpevoli. Chissà come si sentiranno i tifosi dell'Espanyol, nel vedere i loro rivali cittadini vincere tanto ed essere così popolari... che cosa penseranno nel vedere i turisti fare incetta di gadgets del Barcelona? Io provo molto fastidio, quando vedo un turista fare acquisti gobbi a Torino. Per fortuna il nostro bellissimo colore attira e i visiTORs non disdegnano il nostro merchandising da nobile decaduta. Vero, caro John Turturro?

C'è chi dice che i tifosi dell'Espanyol siano nazionalisti (spagnoli, intendo dire), non favorevoli alla creazione di uno "stato catalano" (cosa che sembrerebbe essere gradita a molti blaugrana, invece), legati al Real Madrid, schierati in buona parte a destra (io non ne sono poi così convinto, ho sentito dire che predomina l'apoliticità). In ogni caso, quando si parla di tifoserie, è sempre difficile e rischioso generalizzare; bisogna pur sempre ricordare che anche i tifosi dell'Espanyol sono quasi tutti catalani. Pochi, rispetto alla massa dei blaugrana, ma con un bello stadio e un po' di soldini.

In Catalogna esiste un forte sentimento di identità popolare: la stragrande maggioranza tifa per il Barça, eletto simbolo di una certa "cultura" in senso ampio. In fondo si può dire che Barcellona città e squadra ben rappresentano un certo modo di andare contro poteri straripanti, anche da un punto di vista storico. Sarà che la juve e il Real Madrid mi sono sempre sembrati simili (mi scuso sentitamente con i madridisti), molto più somiglianti tra di loro di quanto possano esserlo juve e Barcelona. Forse i barcelonisti riescono in quello che a noi Granata non riesce più di fare. I grandi mezzi e i grandi successi del Barcelona, le decine e decine di migliaia di soci (centosettantamila?!), lo stadio spettacolare, il merchandising di successo mi fanno pensare ad un Toro... che ce l'ha fatta, non alla juve. Mi fanno pensare ad una rottura potentissima, tanto da essere dominante. D'altra parte, alcuni esperti di questioni spagnole sostengono che l'Espanyol sia una sorta di ramo franchista-castigliano-madridista infiltratosi in Catalogna. Chi ha avuto modo di conoscere meglio la realtà dell'Espanyol, insomma, sostiene che non abbiamo nulla a che vedere con i biancazzurri a righe.Forse, come me, state pensando che sarebbe bello se noi potessimo essere tutti soci del Torino. Fantastico: versare una quota e votare per eleggere il presidente, niente rischi di finire in mani assassine ecc. Poi, però, rifletto amaramente… 18.000 paganti circa per una partita fondamentale come quella con il Sassuolo, con prezzi dei biglietti molto bassi… altro che 170.000 soci, nonostante l'anima della città, la leggenda, il vero spirito popolare e tradizionale ci appartengano. Sarà un fattore legato alla città stessa, che ha perso la sua intima essenza indigena, da tempo. Barcellona, invece, conserva gelosamente la sua. Però il progetto Toro Mio lo sto annusando con attenzione. Vedremo. Date a me il Toro e ne combiniamo di ogni, divento Sindaco, facciamo fare un film a Spielberg sulla nostra Storia, vendiamo magliette e gadgets Granata anche in Turkmenistan e in Papuasia, guadagniamo e ricostruiamo il Fila e spostiamo lì il nostro Museo, radiamo al suolo l'Olimpico e lo rifacciamo in un mese, inventiamo i Supermarket Torinisti (dove venderemo di tutto), occupiamoci della sana educazione dei bimbi con cartoni animati dove la parte del cattivo la facciamo fare a Bettega, organizziamo il fine settimana del Toro e vendiamo il pacchetto turistico ai giapponesi. Solo per iniziare. Con i soldi guadagnati spacchiamo tutto. OK, la smetto. Torniamo al tema.

Se giro per Torino vedo tanti simboli gobbi e almeno altrettanti simboli Granata; se n'è già parlato, non è dimostrata scientificamente la nostra prevalenza torinese, ma si vede eccome che ci siamo, eccome eccome eccome. I nostri colori non saranno straripanti come quelli del Barça, ma guardate un po' di passanti e/o un po' di auto, per farvi un'idea. Provate a girare per Barcellona. Se vedete qualcuno che indossa una maglietta dell'Espanyol... vi prego, fotografatelo e mandatemi l'immagine. Si vedono solo due colori, famiglie intere blu e granata (in questo caso la lettera "g" è minuscola). Se a Torino i gadgets torinisti sono ben in vista, diffusi e abbastanza facili da trovare, a Barcellona, riguardo all'Espanyol, potrete trovare agevolmente solo qualche bandiera nei negozi di souvenirs o in certe edicole-shop. Sì, una bandiera dell'Espanyol e dieci del Barcelona. Forse c'è un po' di spocchia da parte dei blaugrana nei confronti degli altri? Questo sì, mi ricorda qualcuno che si crede superiore, dalle nostre parti. Il Barcelona è veramente superiore, però, altri no. C'è qualche analogia, insomma, ma la situazione calcistica di Torino è ben diversa da quella di Barcellona. Il Toro un po' assomiglia al Barça e un po' assomiglia all'Espanyol. Lo stesso vale per la juve. I parallelismi tra Torino e Atletico Madrid, o tra juve e Real mi sembrano più azzeccati, semmai. Sì, d'accordo, magari fossimo come l'Atletico.

Certo che se ne vedono di italiani vagabondanti per Barcellona. Ho visto più romani al Parc Güell che a Roma Termini. Non ho visto simboli Granata in giro ma, per fortuna, neanche simboli gobbi. Stavo zampettando per la Rambla, spiegando a un mio collaboratore che ero rimasto molto ben impressionato dall'accoglienza ricevuta a Roma dai tifosi della Lazio, quando ho visto il primo simbolo calcistico italiano: un ragazzo con la maglia della Lazio, appunto. Che coincidenza. Poi ho incontrato un Viola con la maglia di Gilardino. Tutto qua.

Ecco il link per vedere le foto della mia missione a Barcellona, non perdetevele:

Dedico questo pezzo al distinto nonnino che - con sorprendente agilità - ha scavalcato la barriera che separa i distinti dalla zona raccattapalle, al termine di Torino-Cittadella. Si è sempre fatto, al termine del campionato, no? Vagli a spiegare che non si può più. Gli stewards che l'hanno fermato (anche se a me pareva già fermo) potevano essere più rispettosi dell'età, eh? Si vedeva lontano un miglio che non avrebbe fatto nulla di male e che voleva solo stare lì a guardare. Si poteva e si doveva allontanare il settantenne usando bel garbo, anche al fine di evitare di innervosire gli spettatori che hanno assistito alla scena. Cari stewards, vi sareste risparmiati un bel po' di insulti: fatevi spiegare dai vostri colleghi più esperti come si gestiscono certe situazioni. Sì, va bene, lo so che non si deve scavalcare, avete ragione, ma insomma! Anche con il Sassuolo si sono verificati episodi spiacevoli: ci vorrebbe senso della misura e ragionevolezza da parte di tutti. Tifosi compresi: non scavalcate, rischiate di ficcarvi nei pasticci e di provocare un ritorno al passato, con barriere alte alte alte fino al soffitto!

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Dottor Puzzetto (Percival Ulrico Zoroastro Zacintus Ermenegildo Theodor Theophilus Orson)Presidente Toro Club Amici a 4 zampe