mondo granata

Bast… ia!

Redazione Toro News
di Mauro Saglietti

Questa è la storia di un piccolo dramma.Di quattro minuti densi di insegnamenti.Di gioia, sorpresa, gelo, rabbia.E gelo, tanto gelo.Tutto in quattro minuti? Possibile?Possibile eccome, amici. Possibilissimo.Del resto la storia del Toro non ci ha insegnato che basta anche meno per sconvolgerci l’esistenza?Qualcuno si ricorda cosa stava facendo trenta anni fa? Esattamente trenta anni fa, il sette di dicembre alla stessa ora, proprio in questo momento, mentre queste righe scorrono?Io sì.Stavo guardando la neve, pensando alla serata.Ci sarebbe stata Torino-Bastia.

 

 

Bastia, ricordo allucinante, notte maledetta.Storia di persone che si incrociano.E’ stata una vicenda innominabile, per lungo tempo cancellata dalla memoria.Probabilmente quella partita sarebbe rimasta nella cantina dei ricordi ancora per chissà quanto.Ma la tecnologia rende possibile ciò che fino a pochi anni fa era fantascienza.

 

E’ la prima settimana del dicembre del 1977.Fa freddo a Torino. Sono ancora anni nei quali gli inverni non scherzano e avvolgono nel gelo al mattino la massa di lavoratori verso le industrie.La neve poi non si fa certo pregare, anzi.Andiamo con ordine. In settimana ci si è svegliati senza i rumori che provengono dalla strada.Niente tram, niente motori, niente gente che smadonna perché la macchina non parte.Ci siamo svegliati sotto la neve.I bambini la raccolgono dai tetti delle auto e, lungo tutto il tragitto verso la scuola, è tutto un susseguirsi di lanci e di tiri, più o meno precisi.A scuola gli sguardi sono tutti verso l’esterno, mentre la giornata prende il colore del riverbero e la voce della maestra parla di argomenti strani.Una delle prime occasioni nelle quali si vorrebbe essere da un’altra parte.Capiterà molte altre volte.

 

Sono i giorni che precedono il 7 dicembre 1977.Ci sono solo due canali in televisione, il primo e il secondo programma.La Rai ha cominciato da poco a trasmettere a colori, ma la stragrande maggioranza dei televisori è ancora in bianco e nero.Anzi, in scala di grigi. Suona meglio che quei due colori appena nominati.I telecomandi in quel dicembre sono popolari quanto le alluvioni nel deserto.Carosello è morto da un anno.Il giovedì in prima serata Mike Buongiorno conduceScommettiamo?, ma per i bambini è un bel pasticcio perché alla stessa ora, sul secondo canale, c’è Supergulp – Fumetti in TV, che trasmette strisce di Alan Ford e il gruppo TNT, dei Fantastici Quattro, dell’Uomo Ragno e soprattutto di Nick Carter, alle prese con Stanislao Moulinsky, genio del crimine e asso dei travestimenti.Le Veline, Letterine o Letteronze ammiccanti non ci sono ancora. Anzi. Qualsiasi embrione di donna-oggetto è bandito non solo dalla tv, ma anche dalla coscienza e da un briciolo di dignità.In testa alla classifica dei 45 giri ci sono i Santa Esmeralda con Don’t let me be misunderstood, seguiti dai Matia Bazar con Solo tu e da Umberto Balsamo conL’angelo azzurro. Poi i Pooh con Dammi solo un minuto.Nei 33 giri nel corso dell’anno Edoardo Bennato ha venduto più di tutti, con Burattino senza fili, poco più di Lucio Battisti e Donna Summer.Il Papa è ancora Paolo VI e si sta per entrare nel vivo di una delle stagioni più buie della storia d’Italia.A Torino i tram sono ancora verdi, ma stanno cominciando a circolare quelli arancioni, che altro non sono che quelli vecchi ristrutturati.Per le strade si riesce ancora a circolare e se a qualcuno venisse in mente di abbattere il cavalcavia di Corso Mortara o il ponte di via Breglio, come minimo verrebbe fuori una rivoluzione e tutti riderebbero per la genialata.

 

E poi c’è il Toro. Negli ottavi di Coppa Uefa.Facciamo un breve passo indietro.Si viene dal torneo meraviglioso-terribile dei 50 punti. L’ambiente però ha risentito della mazzata.In campionato l’avvio è stato stentato, subito una sconfitta a Roma.Abbiamo cominciato a percorrere la “Lunga strada fuori dall’Eden”, come direbbe qualcuno giusto 30 anni dopo.Solo che ancora non lo sappiamo.Tutti i tifosi, giovani o anziani che siano, pensano che il nostro ciclo non sia ancora concluso, la squadra è forte diamine, solo un anno e mezzo prima ha vinto lo scudetto.Lo dimostra in Europa, eliminando facilmente al primo turno i ciprioti dell’Apoel Nicosia (3-0 in casa, 1-1 a Nicosia) e gli jugoslavi della Dinamo Zagabria (3-1 al Comunale, 0-1 in terra slava).E’ un risultato quasi storico per noi, quasi sempre fermati ai primissimi turni delle competizioni europee.L’urna che ci assegna l’avversaria per gli ottavi di finale è benevola, si dice.Ci ritroviamo di fronte la squadra corsa del Bastia, formazione semisconosciuta, giunta sorprendentemente al terzo turno dopo quattro vittorie contro Sporting Lisbona e Newcastle.L’ambiente è euforico, già si intravede la possibilità di arrivare ai quarti con una certa facilità.Per giunta si gioca la prima gara in Corsica, cosa vuoi di più dalla vita?La trasferta è relativamente vicina, qualcuno parte.C’è il fratello maggiore di un nostro compagno di classe, la famiglia mangia pane e Toro.Si dice faccia parte degli Ultras, per noi è un mito comunque.

 

Si gioca il 23 novembre 1977, due settimane prima della nevicata protagonista del nostro racconto.Uscire da scuola è sempre una festa. C’è ancora l’abitudine di urlare il nome della propria squadra in coro.Un po’ per farsi sentire dai genitori. Un po’ per orgoglio. Un altro po’ perché la parola “Toro” ti riempie la bocca di gioia e soddisfazione.Qualcuno in classe è dell’Inter. Ci si allea con loro per gridare più forte contro la gobba.E’ mercoledì, alla sera ci sono le coppe. Il Bastia non è il Borussia, ma quando gioca il Toro è sempre una grande emozione.I gobbi ci guardano storto. I soliti due banfoni insopportabili che parlano, parlano e parlano…I soliti due che nei temi di Italiano è già tanto se fanno una riga senza errori. I soliti due che 3 + 5 ci devono pensare, e molte volte fa 7.Loro sanno che quella sera non dovremmo avere problemi e masticano amaro.

 

Il tifo si mobilita, ma l’impianto del Bastia, il Cesari-Furiani, è uno stadietto e ha pochi posti, solo 12000. Uno grande il doppio non basterebbe.Sembra un impianto della nostra serie C, capienza ridotta ma tifo da bolgia.I Corsi non scherzano, sono gente tosta e non provate a chiamarli Francesi.La squadra di casa gioca con un fastidioso completo, che dovrebbe essere blu e invece tende al viola.Non ci sono grandi nomi a parte Johnny Rep, olandese al quale il pubblico granata guarda ancora con gratitudine.Un suo gol cinque anni prima, quando ancora militava nell’Ajax, ha sottratto a Belgrado la Coppa dei campioni dalle grinfie bianconere.E poi c’è Larios, diventerà nazionale francese.Poco altro, tanti sconosciuti.Lacuesta, Felix, Cazes, Papi, Orlanducci, Weller, De Zerbi, Mariot.Tanti orgogliosi sconosciuti.

 

Comunque il Toro gioca e perde 2-1.Perde inaspettatamente, anche se il risultato è comodamente ribaltabile al Comunale.I Corsi galoppano, pressano. Sembrano fare quello Radice ha insegnato al Toro.Eppure tutto sembra mettersi per il meglio, dopo soli 24 minuti.Palla sulla destra, Claudio Sala in fondo verso il centro dell’area.Pulici spalle alla porta, se la alza.Gol, in semirovesciata.Meraviglioso, uno dei gol più belli che abbia mai fatto.Passa un quarto d’ora e Claudio Sala perde palla a centrocampo. La recupera Claude Papi, che avanza totalmente indisturbato. Quando la squadra granata prova a contrastarlo, è già tardi. Vince un rimpallo, trova il triangolo con Larios al limte dell’aria, resiste a una carica ed è solo di fronte a Castellini. Non ha difficoltà a batterlo. 1-1.Il piccolo stadio esplode. Purtroppo.

 

Nella ripresa gli altri mantengono l’iniziativa.Ci prova Larios, ha un bel tiro da fuori. Bisognerà ricordarsene.Noi non stiamo a guardare. Pecci si libera e prova in diagonale. Parato.Poi il Bastia passa di nuovo, questa volta su azione lineare. E’ Johnny Rep a freddarci.Ci facciamo sottrarre la palla al limite, cross, sponda volante a centroarea di Felix e diagonale al volo dell’olandese.La palla passa tra il palo e Castellini, che forse si aspettava il tiro dall’altra parte.All’ultimo minuto il Bastia ha addirittura la palla del 3-1, ma Papi, solo davanti a Castellini, spara fuori. Finisce così, basta vincere per 1-0 al ritorno.Sarà stata una giornata storta. Ne parlo col vicino di casa, il ragazzo che va sempre allo stadio e che vedo dalla finestra tornare dallo stadio tutto imbandierato.Sì, sarà sicuramente stata una giornata storta.

 

Ma torniamo ai giorni della nevicata, all’inizio di dicembre.La neve continua a cadere, sempre più difficile seguire la maestra.In classe ci fanno leggere il giornale ad alta voce. Commentiamo gli avvenimenti di cronaca, per quanto ci sia possibile e poi finalmente si arriva anche allo sport.Ci sono delle vignette con delle caricature, una per noi, una per i gobbi.Nella nostra la caricatura di Pulici dice “Adesso facciamo fuori i pirati corsi, poi pensiamo al derby”. Sì, perché la domenica c’è il derby e nessuno pensa ad altro. I titoli sui giornali danno la questione Bastia praticamente scontata.Lo dice anche il fratello del nostro compagno, l’Ultras. - Dì ai tuoi amici di stare tranquilli - ha detto al fratellino - Stasera si vince, è sicuro.

 

E’ mercoledì 7 dicembre, 30 anni fa giusti.Fa un freddo polare al Comunale. Non nevica più ma su Torino c’è una lastra di gelo.I teloni sul campo hanno fatto il loro dovere e la neve è stata radunata a bordo campo.Lo stadio è strapieno. Di colore granata naturalmente, ma ci sono anche tanti, veramente tanti tifosi del Bastia. Forse 10000, forse di più, assiepati nei Distinti Centrali.Si parte e via, l’inizio veloce degli ospiti spiazza chi si aspettava che i Corsi impostassero il loro gioco sulla difensiva.Ma il Toro è Toro con la T maiuscola e comincia a caricare.

 

Il mercoledì delle coppe è intasato di competizioni in quegli anni. Coppa Campioni, UEFA e Coppa delle Coppe. Tutte il mercoledì.La Rai fatica a starci dietro.C’è l’abitudine delle partite “in differita”, ovvero trasmesse con leggero ritardo, per permettere alle telecronache principali di terminare.Manco a dirlo, il Toro non è la partita principale quella sera, ma non importa.Cosa fai quando non hai nessuno che ti porta allo stadio? Deciso. Un ascoltino alla radio e poi il piacere di gustarmi la mia squadra che gioca in casa in tv.Finalmente. Il Toro in casa non sbaglia quasi mai. Ha perso solo col Borussia, ma per sfortuna.Il Toro è il Toro.

 

Accendo la radio al ’30 del primo tempo. Ognuno ha le sue manie e a tifare Toro te ne vengono tante, anche se hai 9 anni.Raggelo: 1-1.Come 1-1? Come è possibile? Che è successo?

 

Il Toro comincia a caricare, ma al ’19 il Bastia parte in contropiede, palla a Rep che scatta sulla destra. E’ velocissimo, i nostri faticano. Per tutta la partita l’olandese sarà una spina nel fianco sinistro della nostra squadra. Entra in area, la difesa rinviene, palla indietro a Lacuesta, appoggio ancora indietro a Larios, che arriva di corsa.PUM! Battuta al volo di collo pieno.In Italia si tira poco da fuori. In Europa invece sì. Per questo è stato coniato il termine “Eurogol”.Pum dunque.Nove volte su dieci il pallone va in orbita. O il giocatore va a gambe all’aria scoordinato.Pum! Saremo a 25 metri.Gol, quel pallone doveva entrare a tutti i costi. Come il tiro di Jonk molti anni dopo.Una calamita inesorabile attira quel siluro imparabile alla sinistra di Castellini.Chi se lo aspettava? E adesso?

 

Il Toro di quegli anni non cede tanto facilmente.Altro che tanti ti-tic e ti-toc inconcludenti e timorosi.Tre minuti e si è già pari.Patrizio Sala mette al limite, Orlanducci svirgola, Graziani accarezza la palla in girata di sinistro.Angolino e gol.Maratona che viene giù: 1-1.Il Toro si scatena, vuole stringere i tempi e comincia un forcing che dura tutto il primo tempo.Ci prova il Poeta, ma Weller dice di no.Poi è il turno di Graziani, dopo un’azione arrembante, niente.Ma la rogna ci mette lo zampino.I Corsi giocano durissimo, l’arbitro lascia correre.Ne fa le spese Zaccarelli, serio infortunio. Al suo posto entra Gorin.

 

Guardo dalla finestra la neve sui tetti.A quest’ora la partita è finita da un pezzo.Ancora cinque minuti e comincerà la differita. Chissà come è andata a finire? Ci saremo fatti valere nel secondo tempo?E’ una decisione da pazzi non averla ascoltata per radio, ma vogliamo mettere con la sorpresa e l’emozione nel vedere la rete avversaria che si gonfia?Non c’è niente che mi possa avvisare. Niente sms, niente Televideo, niente Internet. Niente.Solo la città gelida lo sa.Lo saprà il fratello ultras del mio amico, lo saprà il mio vicino di casa, che è andato alla partita.Tutto è silenzioso là fuori. Forse anche troppo.

 

Il telecronista è Pizzul. Sono in poltrona davanti al video. Il tempo di vedere una rapidissima sintesi del primo tempo e la ripresa parte.Toro in avanti.Sala sulla destra, palla sul sinistro, traversone, torre di Pulici, Graziani solo, stop, zampata in diagonale… RETE!Sveglio la casa con un urlo, 2-1!Volevo ben dire! Il risultato dell’andata è ribaltato.Squilla il telefono in quell’istante.E’ tardi, chi può essere? E’ mio padre, da casa sua. Non ha una bella voce, ma non ci faccio caso più di tanto. Ho gli occhi inchiodati al video.- Ciao… hai sentito che…- No no no no no no no no no no no no no! Non dirmi niente, non voglio sapere! - Ma guarda che…- No! Non rovinarmi la sorpresa. Ci sentiamo dopo, ti chiamo io, ciao ciao ciao ciao ciao!Click.Le immagini vanno avanti. Siamo a centrocampo.Sento una porta che sbatte. Getto furtivamente l’occhio verso il cortile. E’ il mio vicino che torna dallo stadio. Quindi non sono andati ai supplementari, penso. Strano, non è bardato di vessilli come al solito…Rimessa laterale per loro… che facciamo? Dormiamo?Cazes si infila in area approfittando di una distrazione generale.Castellini esce, forse in anticipo, mentre Danova tenta di chiudere.Si scontrano tutti e tre, ma un attimo prima il giocatore del Bastia riesce a mettere in mezzo.A porta sguarnita Krimau, un “negretto”, come lo chiama Pizzul, mette in rete a porta vuota, nonostante Patrizio Sala cerchi di recuperare.Sono immagini di gelo. Non riesco a crederciIl “negretto” va ad esultare sotto la tribuna.Sono un blocco di ghiaccio, ho lo sguardo fisso. E forse spaventato.Non dico una parola, non ne dirò più per quella sera.Hanno pareggiato.Non solo. Castellini non si rialza, si è spaccato nello scontro.Lo portano fuori a braccia. Entra il secondo, Terraneo.Sono passati solo quattro minuti dal gol di Graziani.La gioia, la telefonata, il vicino. Il gelo.In soli quattro minuti.

 

Ci ributtiamo in avanti, loro giocano in contropiede.Rep è velocissimo. Chi lo prende? Scappa sulla destra e semina Mozzini, Caporale cerca di placcarlo, niente. Siamo al limite dell’area. Rientra Mozzini velocissimo. Rep lo vede con la coda dell’occhio è gli piazza una gomitata in testa, mentre il nostro giocatore arriva a tutta velocità.Poi si butta per terra anche lui. Ricorda qualcuno questo sportivissimo atteggiamento?I biondini di oggi hanno imparato dai biondi di allora.Fuori anche Mozzini, commozione cerebrale. E sono tre.Si possono effettuare al massimo due sostituzioni. Questa sarebbe la terza. Si rimane in dieci.Tutti in avanti, anche se dentro di me so che è andata male. Il vicino senza bandiere non mi lascia scampo.Corner di Sala, testa, tiro al volo di Graziani, Weller si tuffa, la palla resta lì, rinvio, testa.Da Papi a Larios.Larios vede Krimau. Da solo. Il lancio passa tra mille gambe.E lo raggiunge laggiù, dove non c’è più nessuno.

 

Krimau non doveva neanche essere della partita. Il Bastia era in emergenza, è il sostituto di Felix.Parte dalla propria metà campo e corre verso Terraneo.Tutto solo.Una metà campo da cavalcare. Caporale lo insegue, ma è tardi, troppo tardi.Sono attimi terribili.Pare che il tempo rallenti. Fa freddo, sembra che stia nevicando anche lì, di fronte al televisore.Nelle vene scorre ghiaccio.Krimau è ormai al limite dell’area.No no no no noRicordo la nuvoletta di fiato di Terraneo che aspetta il tiro. No no no no no non puòKrimau tira rasoterra. Segna.3-2 per loro, a casa nostra.Non mi muovo neanche più.Krimau corre di nuovo sotto la tribuna a esultare.E’ finita ragazzi.Mancano ancora 25 minuti ma stavolta è proprio finita.

 

I discorsi di Pizzul da lì in avanti sono per me confusi, faccio fatica a seguirli. Parla di Toro generoso, sfortunato. Dice che il tabellone mostra il primo nome di Krimau, Abdelkrim. Dice che i tifosi del Bastia fanno un gran fracasso.Diventa tutto confuso.Finisce, il Comunale scompare dallo schermo.Fisso il tubo catodico, grigio.

 

Come ci si sente dopo? Quando si resta soli?Il Toro non può perdere in casa. Non può. Eppure è successo.Ora capisco la telefonata di mio padre. Voleva dirmi di non guardare.Mi muovo come un automa.Guardo la neve sui tetti quella sera.Domani conoscerò gli sfottò, la rabbia che ti cova in corpo, momenti che vorresti evitare.Aprirò gli occhi e appena prenderò coscienza di quello che è successo mi sentirò male.Sarà una lunga notte.Non sono abituato, ma ho fatto la mia scelta di vita e ora devo pagarla.E’ dicembre. E’ il sette di dicembre del 1977.

 

 

Per la cronaca, il Bastia proseguì la sua favola e arrivò fino alla finale della Coppa Uefa.Fece fuori nei quarti il Carl Zeiss di Jena, 7-2 in casa (!), 2-4 fuori, ed in semifinale riuscì a ribaltare il 3-2 subito in Svizzera dal Grasshoppers, vincendo per 1-0.Nella doppia finale, la corsa di quella squadra si arrestò contro il forte PSV di Eindhoven (0-0 a Bastia in un Pantano, 3-0 per gli olandesi al ritorno, primo gol di Willi Van De Kerkov, chi lo ricorda?)Noi dopo quattro giorni pareggiammo il derby per 0-0, con una squadra stanca e largamente rimaneggiata.

 

Per i Corsi quell’annata è rimasta motivo di orgoglio.Onore a loro. Un po’ meno a quello che combinarono quella sera, giunti in massa a Torino sulle gradinate del Comunale.Ci fu chi ebbe veramente paura, i coltelli brillavano sotto la luce dei riflettori.Altro che tornelli e biglietto nominativo.Ci fu gente che ebbe veramente paura quella sera.

 

La nostra storia potrebbe finire qui. Ma c’è un seguito.Il dispiacere sembrava sepolto. Un ricordo col quale è sempre stato difficile convivere, una macchia nella storia dei tuoi supereroi, che credevi invincibili. Una lontana amarezza insomma.Poi però è capitato qualcosa che ha risvegliato un insieme di sensazioni.Quelle immagini, quelle maledette immagini, ragazzi.Le ho riviste, quando credevo fossero perse per sempre in qualche lontano archivio.Internet fa miracoli. Anche se non sempre con la “m” maiuscola.

 

Sono immagini tratte da una cronaca francese, puoi capire, ci mancava pure il cronista felice.Rivedere quei video fa un effetto strano, stranissimo.Un po’ come quando torni a vedere un posto dove hai vissuto da piccolo. Ci torni dopo molti anni e ti senti smarrito.Possibile che tutto possa essere vicino e lontano?La prima sensazione è stata di incredulità. Il granata così intenso, il Comunale stracolmo, la neve a bordo pista.

 

Ma volete sapere la cosa più strana e curiosa?La nuvoletta di Terraneo. Quella di fiato, mentre usciva incontro a Krimau.Possibile che in quei momenti di shock sportivo, che avrei voluto sotterrare, io sia riuscito a ricordarmi di una nuvoletta di fiato? Di un particolare tanto banale?C’è davvero, sapete?Il tiro del “negretto” finisce sempre in gol, ma mi piace più rivedere quella nuvola di fiato, quasi fosse stata un sospiro che accennava alla fine di un sogno.

 

Ancora oggi quando sento parlare di “vittoria facile” e di “partita ampiamente alla nostra portata (sembra incredibile ma c’è ancora qualcuno che la spara grossa prima di qualche match, forse per autoconvincersi di qualcosa in cui non crede) mi vengono i brividi. Non c’è peggior segnale di sconfitta annunciata nel mondo granata che fare proclami a vanvera.La nostra società non può permetterseli.E forse è meglio così.Quei quattro minuti di Torino-Bastia sono stati un dolore veramente difficile da cancellare.Ma anche un insegnamento.Mai dare nulla per scontato. Ti devi sudare qualsiasi cosa, senza arroganza o supponenza.Ancora una volta, quanto ci ha insegnato il Toro? Mi vengono in mente gli scapaccioni presi da bambino, quando ne facevi una delle tue.Quella partita di tanti anni fa fu qualcosa di molto simile, purtroppo.

 

Questa era la storia di Torino-Bastia, amici, di un ricordo lontano e di una strana ricorrenza.Ora riponiamo la scatola nell’armadio dei ricordi.Badate però, questa non è solo una storia, questo è un grido di allarme.C’è bisogno di ricordi, di nuovi storie, non di anonimato e banalità.E’ necessario che chi ha preso la Grande Decisione di tifare Toro possa ricordare qualcosa di questo periodo che sta vivendo, che non siano solo ti-tic e ti-toc e lanci lunghi per lo Stellone o il Ventola di turno.Senza nuovi risultati l’armadio dei ricordi resterà vuoto.Fine del filmato, ragazzi. Fine di quell’amarezza lontana in un tempo glorioso.Che, proprio per quello, la rese meno amara.

 

Il Bastia del 1978 è rimasto un mito per i tifosi corsi.Sul web si può addirittura trovare un sito interamente dedicato a quella squadra, in lingua francese e corsa. Ci sono immagini relative a quella sera sfortunata, con foto dei tifosi corsi assiepati nei Distinti. Claude Papi, l’autore della prima rete del Bastia all’andata, è scomparso improvvisamente nel 1983, a soli 34 anni per un aneurisma cerebrale. Viene ricordato come uno dei più grandi di quella squadra.Anche Fabrizio Gorin, che nella gara di ritorno prese il posto di Zaccarelli, come sappiamo ci ha lasciati da qualche anno.Larios invece è stato recentemente implicato in uno scandalo del calcio francese, ed è stato condannato a due anni di reclusione.Come detto su YouTube si possono reperire i video delle due gare. Non sono ricordi piacevoli, ma dopo trent’anni possiamo conviverci.In fondo fanno parte della nostra storia. Mauro Saglietti