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Bei tempi granata

Redazione Toro News
 di Giacomo SerafinelliBuongiorno Toro...una settimana fa ho fatto accenno a quanto sia bello incontrare fratelli granata in giro per l'Italia. Bastano poche frasi e ci si sente già amici, come se si fosse condivisa una serie di eventi...

 

di Giacomo Serafinelli

Buongiorno Toro...una settimana fa ho fatto accenno a quanto sia bello incontrare fratelli granata in giro per l'Italia. Bastano poche frasi e ci si sente già amici, come se si fosse condivisa una serie di eventi nel corso degli anni. Ed è proprio così, non è un caso che si faccia riferimento alla fratellanza, e che la Casa si chiami Filadelfia. Non è un caso che, anche senza conoscersi, si siano fatte esperienze comuni di stadi, ritiri, trasferte. Non è un caso: e' il Toro.

Gli argomenti non mancano, e non è raro che si parta dalla birreria Voigt, per arrivare alla finale di Amsterdam, soffermandosi, come doveroso, sul Grande Torino

Quando si parla di Superga ognuno di noi ha contemporaneamente un moto di orgoglio nel cuore ed un velo di malinconia sugli occhi, e la mente serba lucidamente il ricordo di quando siamo saliti per la prima volta sulla Collina. L'ascesa, ineluttabile e metaforica, ci ha portato di fronte agli Invincibili, e un pezzo del nostro cuore, è rimasto con loro.

E' facile trascorrere le ore con degli amici granata, anche se appena conosciuti, rivivere azioni e gol come se fossimo alla moviola, raccontare le gesta di Pulici (chi ha avuto la fortuna di vederlo giocare), le parate di Castellini, la fantasia “concreta” di Junior, la sedia alzata di Mondonico (a proposito: forza Mondo!), fino ad arrivare a Ferrante ed ai suoi centodiciassette gol in granata.

Certo, guardare indietro è più facile per i fratelli che hanno voglia di passare un po' di tempo parlando di Toro. Il presente è amaro, e regala delusioni da troppo tempo.

Chi è del Toro e ne conosce la storia, sa di meritarsi di più, sa che la dimensione in cui ci troviamo è assolutamente inadatta al blasone ed alla tradizione.

Ma blasone e tradizione sono parole, mentre per rivedere un Toro vero ci vogliono fatti e voglia di spendere da parte della dirigenza. Le premesse sono desolanti, ma nessun granata che possa definirsi tale si abituerà mai a questa mediocrità.