mondo granata

Belle persone

Belle persone - immagine 1
di Marco Peroni
Redazione Toro News

Lunedì sera il mio Telepass ha fatto biip verso le otto, sotto il casello di Padova con il tergicristallo che si provava a ipnotizzarmi. Mi sentivo bene e sul serio. Non so perché saluto da sempre l’autunno con entusiasmo, mi piace tornare a mettere maglie e giubbotti, guidare aprendo il cielo bagnato come uno spazzaneve. E in quel momento avevo tutti questi piaceri assieme, più quello assai più grande di un amico lì vicino a me. Ecco. Era da un po’ che volevo dirvi qualcosa dei ragazzi di Beccogiallo, piccola tenace casa editrice padovana che si è gettata con entusiasmo fra le braccia del fumetto civile. Sono contento di farlo ora che li ho conosciuti, e che ogni buona impressione è stata più che confermata. Se mi consentite l’ennesimo parallelo, trovo il loro impegno decisamente “granata”. Il fumetto (Tex e poco altro a parte) è ancora genere di nicchia, ma i nostri lottano e producono una decina di lavori all’anno, di autori e disegnatori spesso giovanissimi, e rischiarano con serietà e rigore alcuni momenti oscuri della nostra storia, così come le vicende biografiche di uomini e donne fuori dall’odinario. E così hanno fatto cose bellissime, come i libri sulla Grande Guerra, su Porto Marghera, su Ilaria Alpi, Pasolini, Tenco e De Andrè. Insomma, è una bella idea quella del fumetto civile, che ha fortuna soprattutto in Francia ma pare che anche qui possa mettere più solide radici. "Vogliamo lavorare seriamente sulla storia e la memoria del Paese, sul territorio. Quello che fanno Marco Paolini e Ascanio Celestini con il loro teatro civile, noi tentiamo di farlo attraverso il fumetto".Sono le parole di Guido Ostanel, uno dei due ragazzi con cui ho passato il pomeriggio. Da lettore di romanzi e saggi storici (ma senza fanatismi, quando qualcosa non mi piace lo mollo in tempo zero) trovo che il fumetto civile abbia grandi possibilità, possa portare contenuti a molte persone che magari per il saggio storiografico di trecentocinquanta pagine non hanno tempo e voglia. E volendo segnalarvi uno fra i loro bellissimi libri (li trovate o li potete ordinare ovunque, sono ottimamente distribuiti) vi raccomando quello sulla vita di Peppino Impastato (“Un giullare contro la mafia”, di Marco Rizzo e Lelio Bonaccorso): ragazzo di Cinisi che la mafia uccise col tritolo in una notte del 1978, perché denunciava speculazioni e affari legati al boss Badalamenti. Alla mafia, Peppino si ribellava con le armi che i boss odiano di più (non sapendole usare, piccoli, tragici e crudeli come sono): l’ironia e lo sfottò.Insomma, se avete voglia di una serata diversa eccovi questo bel libro, piccolo mattone del muro che ci separa dai prepotenti, e anche una maniera per dare una mano a gente giovane e che sta facendo le cose per bene. Un abbraccio a tutti, Marco