mondo granata

Bentornati, Amici…

Redazione Toro News
di Silvia LachelloGiovedì 1° settembre 2011, ieri: Torino-Cittadella 1-1Caro Diario,uffff.Vabbe'... intanto è stato come tornare a casa.Tolgo il 'come' e riscrivo: è stato tornare a casa.È stato tornare a casa...

di Silvia LachelloGiovedì 1° settembre 2011, ieri: Torino-Cittadella 1-1Caro Diario,uffff.Vabbe'... intanto è stato come tornare a casa.Tolgo il 'come' e riscrivo: è stato tornare a casa.È stato tornare a casa lasciando a casa le aspettative: è il mio modo per vivere più serenamente.E serena la sono stata finché non è successa una cosa, ma te la racconto dopo.Si va, si parte, ci si sfrega le mani per la contentezza, un po' si saltella, invece di camminare, perché la gioia, quella gioia bambina che regge i miei movimenti e le mie azioni, quella gioia lì mi sta sempre addosso, così come la nostalgia che mi attanaglia perennemente la gola.Un gusto sia dolce sia amaro, un equilibrio che, quando sconfina verso uno dei due sapori, mi rende incontrollabile, ma ieri sera... era tutto sotto controllo: che pace.Si va, si parte e si arriva lì.Ci sono dei simili, quanto meno nel vestire, talvolta diversi nel sentire, sempre simili sono.Ecco, ecco! Ecco il primo volto familiare: ci eravamo lasciati tre mesi fa con il cuore infranto e le balle girate, ci abbracciamo rassegnati, un po' ci viene da ridere, e tessiamo insieme il filo forte di quella gioia bambina di cui ti dicevo prima.Poi c'è William che fa gli onori di casa: che bello, William, che bello ritrovarti, che bello ritrovare il tuo sorriso che condisce occhi malinconici, ma sempre pronti a guardare e a vedere. Anche tu osservi il mondo come lo osservo io, lo so, lo sento. Trovarti lì, sempre al solito posto, è come rientrare a casa dopo una vacanza e lasciare che gli occhi cadano sul disordine lasciato prima della partenza: sarà anche disordine, ma è il proprio disordine, è rassicurante.E poi Samu (mi sta venendo il torcicollo a guardarti in faccia: dov'è finito il gagnetto di qualche anno fa?) e Sabrina e Alessandro e Paolo e Pino e Walter e Nives e il Polacco (viva la trasversalità) e la signora con i capelli bianchi e gli occhi verdi e la Stefi e la Nonna Olga.Sì, tornare a casa.Tornare a casa e vedere il gol del Toro sotto al mio naso, battere le mani felice, veder esplodere in mille pezzi l'anello di ematite che porto (portavo) al mignolo destro, cercarne i frammenti, trovarne uno, raccoglierlo, sentire e non vedere, poiché gli occhi erano ancora tuffati sugli scalini, che anche gli altri segnano.Il mio anello di ematite...Gli altri che segnano...Il mio anello di ematite in mille pezzi... questo è l'evento che mi ha tolto un po' di serenità, non la partita.Quella mi ha solo annoiata.Uffffffff.Simbolica, simbolica la rottura di un anello.Se è di ematite, poi... ematite. Significa pietra di sangue.Uffffffff.Vabbe'.Venerdì 2 settembre 2011Caro Diario,io mi ricordo che una volta sono andata a Liverpool e non ci dovevo andare, ma forse sì: era scritto.Eravamo sulla M6, direzione South West, ed erano comparsi i primi cartelli che indicavano la deviazione per la M58. Non c'era scritto solo M58, c'era scritto Liverpool.- Vuoi che andiamo a Liverpool?- No, vai avanti.Dopo qualche chilometro, altro cartello.- Vuoi che andiamo a Liverpool?- No, vai avanti.Dopo qualche chilometro, altro cartello, stessa indicazione.- Vuoi che andiamo a Liverpool?- No, vai avanti.Dopo qualche chilometro, altro cartello, sempre la stessa indicazione.E più che un cartello era la voce della mia coscienza e la voce della mia coscienza mi diceva: "Ma sei deficiente???"- Vuoi che andiamo a Liverpool?- Ca**o, sì! Vai, vai, vai!!!Succedeva due settimane e tre giorni fa.E due settimane e un giorno dopo Liverpool, sarei tornata a casa.In una delle mie case.Sono tante le case in cui tornare, alcune sono accoglienti, alcune meno, alcune nuove, alcune odorano di stantio, sono tante le case in cui tornare e io... io mi sento ricca.Domenica 4 settembre 2011, mattina, questa sera: Torino-VareseCaro Diario,almeno piove.Ciò non attenua la calura, ma quanto meno distrae dallo spettro dei ricordi varesotti dello scorso campionato.Ci sono spettri che si incidono profondamente e finiscono per corrompere il momento."La storia si ripete", dicono."È proprio così scontato?", dico io.Si tratta, come sempre, di scegliere se lasciare che uno spettro (impalpabile) incida solchi (e come, visto che è impalpabile?) nell'anima (anch'essa non propriamente concreta), oppure lasciare andare.Lasciare andare.Niente schemi, niente piani, niente di niente, solo vedere come andrà a finire.Quanto meno si sa, già in partenza, che può finire in tre soli modi: uno, ics, due.La mia passione per i numeri dispari mi fa propendere per il primo caso, fra quelli elencati, ma a dirla tutta... non mi piace essere triste troppo a lungo e bla bla bla.Dai, questa sera è... adesso: manca poco.Lunedì 5 settembre 2011, ieri sera: Toro-Varese 2-0Caro Diario,non mi piacciono i numeri pari, ma i risultati all'inglese sì.Non mi piace veder giochicchiare il Torello, ma veder giocare il Toro sì.Non mi piace arrivare allo stadio per beccarmi secchiate di pioggia, ma... ma che cavolo sto dicendo? Bella la pioggia di ieri sera, bella la pioggia quando scivola dai sorrisi e non nasconde lacrime, bella la pioggia che mi arriccia i capelli oltre il loro limite di arricciatura, bella la pioggia. Sì.Bella la pioggia che vedevo cadere dalla copertura dello stadio e, per uno strano gioco di luci, sembrava una pioggia di stelle.Belle le stelle nei nostri occhi quando i Ragazzi caricavano.Bella la Maratona.Oh sì: bella la Maratona.Bella quasi come la pioggia.Bella la mia Squadra quando è così (è bella anche quando non è così... anzi, no: quando non è così è diversamente bella, ma è tutto un altro discorso).Bello uscire dallo stadio e filosofeggiare sul "machecazzomenefregadeivaresottiilTorohavinto".Bello sentire la voce roca, la mia voce roca, la tua voce roca, la nostra voce roca.Bello cercare di far capire alla Stefi, per telefono, la partita di ieri e bello capire che lei, in un modo o nell'altro, c'era.Bello incontrare Eros, dopo esserci sfiorati – questione di poche miglia – in Inghilterra, e piegarmi in due per le sue barzellette in piemontese.Bello vedere uno sguardo diverso negli occhi di Samu, Samu che ha quattordici anni e non ha visto nulla, ma nulla nulla nulla, eppure c'è sempre e vedessi COME c'è.Bello godere del momento e promettere a se stessi che è un momento che si può ripetere, che non necessariamente è tutto catrame e fango per sempre, che il per sempre è un'altra cosa, che... che il Toro ha vinto e ha vinto bene.E quindi... ho dimenticato tutto? Messo in un cantuccio il passato? Macché: quello lo porto sempre con me... assurdo è pensare alla mer#a ingoiata in passato, se in bocca ho un bel tocco di cioccolato fondente.Quando è il momento della mer#a, mer#a sia (ahimè), ma quando è il momento del cioccolato fondente... gaudeamus, popolo, gaudeamus e basta.Martedì 6 settembre 2011Caro Diario,c'era un'altra cosa bella domenica sera.Era il sesto senso.No, non quella roba che fa vedere i fantasmi o prevedere gli eventi: no.Era il senso dell'"Ancora! Ancora!".Ma non "Ancora!" di gol, bensì di gioco.Grinta, sudore, schemi, fede e divertimento.Che bello.E poi c'era Eleonora, dieci anni, in balconata. Aveva un fischietto. Ci soffiava dentro e poi, con gli occhioni chiari, cercava approvazione: la riceveva.C'era anche Laura, Laura con il suo pancione.C'era... il Toro.Non importa se poi non ci sarà, domenica c'era e fanculo a tutto il resto.Poi ti devo raccontare... ti devo raccontare che ne vale sempre la pena.Nel bene e nel male.E quando è bene... io lo so: ogni tanto viene voglia di scappare, ma non adesso, non adesso...NOTE:1) Il titolo di questo articolo fa riferimento a "Welcome back, my friends, to the show that never ends", EL&P, 1974: sentitelo.2) Questa è la quarta stagione di "Caro Diario": non mi sembra ancora vero. Adoro l'incredulità: è la mia compagna di viaggio preferita. Anche allo stadio...silviatoronews@gmail.com