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di Walter Panero
Manca un quarto d’ora alla fine. Il Toro sta giocando male. Molto male. Troppo male. Dov’è la novità? La novità è che stavolta la...
"di Walter Panero
"Manca un quarto d’ora alla fine. Il Toro sta giocando male. Molto male. Troppo male. Dov’è la novità? La novità è che stavolta la gente ci crede: da qualche minuto, il tabellone luminoso ha comunicato il risultato di Bologna. Il Siena ha segnato il gol del 3 a 1 mettendo al sicuro il risultato. I nostri principali avversari per la lotta per non retrocedere stanno perdendo tutti. E’ un occasione da non sprecare assolutamente. Manca ancora un quarto d’ora, ma bisogna assolutamente vincere. Già, vincere. Che parola difficile per il Toro quest’anno: ci siamo riusciti soltanto cinque volte. Ma ora è il momento di buttarsi alle spalle ogni paura e di trovare il coraggio per vincere. “Oooo per restare in A, bisogna vincere, bisogna vincere, bisogna vincere!” grida la Maratona! “Oooo per restare in A, bisogna vincere, bisogna vincere, bisogna vincere!” risponde la Primavera. Tutto lo stadio compatto cerca di spingere il Toro, questo povero Toro, verso la vittoria. Il Toro sembra scuotersi. Sembra quasi che la gente sia riuscita, per una delle prime volte quest’anno, a trasmettere tutta la propria carica ai giocatori.Mister Camola si agita come un forsennato. Ed è in quel momento che succede qualcosa. Dal cielo che va sempre più oscurandosi si ode un tuono fortissimo. Saranno gli dei del calcio che si ribellano allo spettacolo mediocre finora offerto dalle due squadre. Saranno capitan Valentino e i suoi compagni che esprimono la loro disapprovazione o che vogliono dare a loro volta la carica.Sta di fatto che il Toro, per qualche minuto, sembra dimenticarsi di tutto quanto successo finora. Punta la preda e torna ad essere Toro. Sulla destra, lo spirito di Gigi Meroni sembra essersi impossessato di Diana che, appena entrato, pennella finalmente un cross perfetto al centro. Bianchi, fino a quel momento molliccio, sembra trasformarsi in Pupi e la sbatte dentro da bomber vero.Gioia enorme, ma effimera. In difesa siamo i soliti pasticcioni e riusciamo a resuscitare immediatamente il Catania.Rassegnazione. Il Toro, ancora una volta, è riuscito a farsi fregare. Ancora una volta, l’ennesima, abbiamo perso una grande occasione per tirarci fuori dai pasticci.Guardo l’orologio: mancano ancora tre minuti. Si può fare, penso. Mi rivolgo a mia moglie che sta alla mia destra e le dico convinto: “dai che non è finita, crediamoci ancora!”Credici ancora Toro. Credici ancora Meroni….ehm Diana. Non arrenderti Pupi….ehm Bianchi. Vai su Castigliano….ehm Natali! Vai su Natali! Non è finita! Non è finita! Manca un minuto e il Toro, questo Toro, ci crede ancora. Ancora Diana, girata di Natali e tripudio nella grandine! Stavolta non ci prendono più. Stavolta non abbiamo sprecato l’occasione. Finalmente prendiamo un po’ di respiro!Esultano e si abbracciano tutti. Esultiamo e ci abbracciamo in curva. Tutti. Esulta chi fino all’ultimo era indeciso se andarsene in montagna o venire qui. Esulta chi ha scelto di andare al mare o in montagna e forse ora si pente alla notizia del risultato. Esulta chi “Il Toro non ce la farà mai”. Esulta chi “Camolese non lo posso vedere”. Esulta Laura che stanotte ha lavorato, ha dormito tre ore, si è fatta due ore di viaggio pur di esserci e poter esultare. Esulta l’amico inglese che è venuto da Londra per vedere il Toro. Esulta la sua fidanzata, che sa a mala pena le regole del calcio, ma si fa contagiare dall’entusiasmo generale; è la sua seconda partita dopo quella vinta con l’Udinese: penso che se venisse sempre, il Toro lotterebbe per vincere il campionato. Esulta in ogni dove,davanti alle tv, con l’orecchio alla radio, tutto il popolo granata!Anche se solo per pochi minuti, oggi abbiamo ritrovato il Toro. Anche se solo per pochi minuti, oggi abbiamo rivisto il popolo del Toro, unito nel trascinarlo. Retorica a parte, non credo che gli eroi del passato si siano impossessati dei nostri giocatori, ma semplicemente che Diana si sia ricordato che un tempo è stato un esterno da Nazionale. Che Bianchi si sia ricordato di essere un bomber di razza. Che Natali abbia deciso di tentare qualcosa che, in altre circostanze, col pubblico rumoreggiante di disappunto, non avrebbe tentato mai.Mancano sette partite. Tutte partite dure, alcune sulla carta quasi impossibili. Ma nulla è impossibile se restiamo uniti. Se ci proviamo sempre fino all’ultimo. Se sugli spalti trasciniamo il nostro Toro senza pensare troppo agli scempi del recente passato. Se Bianchi si ricorda di essere Bianchi. Se il Toro si ricorda, anche solo per un quarto d’ora, di essere Toro.
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