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Brescia-Torino è... un viaggio in treno di sabato pomeriggio. E' la sensazione di come si possa star bene tra amici.è la corsa dalla stazione allo stadio dentro degli autobus che al posto dei finestrini hanno delle grate.è la presa di coscienza di quanto non abbia senso andare in una città e non avere la possibilità di visitarla.è la supponenza e arroganza di un giovane poliziotto che non ha la minima idea di come si debba svolgere il proprio lavoro. è lo stupore di non capire il dialetto di alcune persone che vivono a sole tre ore di treno dalla tua città e sono in quell’istante divise da te da una rete divisoria.è il suono gutturale che ti rimbomba nelle orecchie delle stesse persone di prima che ti stanno insultando per motivi che ancora non ti sono chiari, ma ti fanno sorridere.è la voglia di ritornare a casa il più presto possibile dal freddo che fa. è la sete e la fame; è la sensazione di stare in galera quando in realtà dovresti assistere solo una ad una partita di calcio.è una partita squallida in una buia serata d’inverno giocata in uno stadio che ha il nome di un giocatore della tua squadra quando era invincibile.è il gol del Brescia che aspettavi da un momento all’altro come giusta punizione per quanto stesse giocando male il Torino.è il desiderio di domandare a Camolese con quale criterio avesse scelto i giocatori da mandare in campo.è il primo tempo di Osmanovsky che ti chiedi come possa essere diventato un giocatore di calcio.è la frustrazione nel vedere Marco Ferrante in panchina per una punizione voluta dalla società.è l’ingresso in campo di Marco Ferrante che al primo vero scambio con Scarchilli segna il gol del pareggio. è l’urlo liberatorio che ti fa sentire più caldo nonostante i cinque gradi sotto zero.è la sorpresa del gol di Vergassola quattro minuti più tardi che porta in vantaggio il Torino immeritatamente.è la ricerca affannosa dell’abbraccio di Riccardino che all’improvviso hai perso di vista tra la folla.è il ricordo indelebile di Riccardino che, attaccato alla rete divisoria, sta sbraitando improperi a quelle persone che parlavano uno strano dialetto.è il fischio finale dell’arbitro senza che sia più successo nulla.è l’incredulità di come ogni tanto possa andare di culo anche a noi.è il ritorno in autobus dallo stadio alla stazione di Brescia tra urla e spinte alla stessa stregua di animali in gabbia, ma con tanta gioia dentro.è il viaggio di ritorno in treno di cui non c’è un ricordo.è l’accoglienza a Torino all’una di notte del sorriso della tua fidanzata che scopri dopo qualche anno che ti ha raccontato una colossale bugia su come avesse trascorso tutto quel tempo in cui eri stato a Brescia.
19 gennaio 2002.Brescia-Torino: 1-2 Reti di Yllana al 52’, Ferrante all’83’ e Vergassola all’87’
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